Pagamenti digitali

Instant Payment, sempre di più le banche attive. E l’uso inizia a diffondersi

Sono incoraggianti i primi dati di utilizzo delle App bancarie per lo scambio di denaro in tempo reale fra privati, una soluzione nota anche come P2P (peer-to-peer o person-to person). Semplicità d’uso e user experience familiare, simile a WhatsApp, sono i punti di forza. Ecco tutti i servizi disponibili in Italia

Pubblicato il 25 Gen 2016

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I Pagamenti P2P da smartphone, chiamati anche sistemi di Instant Payment, negli ultimi mesi sono stati protagonisti di diversi annunci e promettono di diventare nell’anno appena iniziato uno dei trend tecnologici più interessanti nel panorama del Mobile Payment & Commerce.

P2p significa Peer-peer o Person-to-person: proprio come quando si manda un messaggio WhatsApp, i nuovi servizi permettono ad esempio di scambiarsi denaro in tempo reale tra privati, dividere il conto al ristorante tra amici o raccogliere le quote per fare un regalo, il tutto senza passare da lenti e laboriosi bonifici (che mantengono comunque un ruolo fondamentale per le transazioni di importo più elevato), ma con operazioni cosiddette di “Instant Payment” che permettono che gli importi (di valore limitato) siano recapitati in tempo reale e utilizzabili immediatamente dal destinatario.

«Il concetto del peer-to-peer in realtà non è nuovo – specifica Ivano Asaro, ricercatore degli Osservatori del Politecnico di Milano, in un articolo pubblicato sul sito PagamentiDigitali.it – attori come PayPal offrono la possibilità di inviare denaro ad altri privati già da diversi anni. Nell’ultimo biennio però abbiamo assistito a una forte vivacità lato offerta, confermata anche dai numeri: già nel 2014 l’Osservatorio Mobile Payment & Commerce ha individuato oltre 35 servizi in tutto il mondo (guardando solo ai principali) e molti Big Player studiano questo settore con forte interesse».

L’articolo passa in rassegna i principali servizi lanciati in Italia, promossi da player di diversa natura. Si sono affacciate sul mercato le startup Satispay e 2Pay, già attive, oltre alla recentissima Tinaba che dovrebbe vedere la luce ufficialmente a marzo 2016. Tra le soluzioni proposte da operatori più legati tradizionalmente al mondo bancario troviamo invece Jiffy di SIA (servizio a cui hanno già aderito 50 gruppi bancari, di cui sono già attivi BNL, Cariparma, Carispezia, Che Banca!, Friuladria, Gruppo Carige, Hello bank!, Intesa Sanpaolo, Banca Mediolanum, Banca Popolare di Vicenza, UBI Banca, UniCredit e Widiba). Di recente SIA ha dichiarato che Jiffy ha superato a fine dicembre i 250.000 utenti attivi. Il valore medio della singola transazione è pari a 42 euro e circa il 50% dei trasferimenti è al di sotto dei 25 euro.

C’è poi Zac (soluzione progettata da ICBPI e già scelta da Gruppo Creval, Veneto Banca, CSE e Cedacri), Hype di Banca Sella e Chat&Cash (rilasciata dal Banco Popolare).

Alcuni nuovi servizi vanno già oltre e permettono di effettuare acquisti anche presso gli esercenti. In Italia tra i più attivi sotto questo punto di vista c’è sicuramente Satispay (1.150 negozi attivi al momento, tra cui diversi benzinai TotalErg nella zona di Milano, Como, Roma e le gelaterie Grom). Per gli utenti il servizio rimane completamente gratuito, mentre agli esercenti viene trattenuta una fee di 0,20€ a transazione, ma solo per importi superiori ai 10,00 €.

Meccanismi differenti

La user experience nell’invio di denaro è abbastanza simile per tutti i servizi. Una volta aperta l’app, è sufficiente selezionare il destinatario del denaro dalla mia rubrica (in stile “WhatsApp”), digitare la cifra (e un’eventuale descrizione o messaggio) e cliccare “invio”. Il denaro arriverà al destinatario pressoché in tempo reale.

Le differenze però non mancano: Jiffy e Zac, ad esempio, sono funzionalità integrate nelle app di pagamento delle banche e addebitano/accreditano denaro direttamente sui conti correnti degli utenti; le altre soluzioni prevedono invece un’app dedicata e lavorano su un “conto virtuale” di moneta elettronica prepagato, che viene alimentato tramite bonifici, carte o trasferimenti da altri utenti del servizio. Per utilizzare Chat&Cash, Hype e 2pay non occorre essere già titolari di un conto corrente, negli altri casi invece sì.

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