C’è un filo rosso che lega le imprese più virtuose, quelle che meglio hanno saputo attraversare la crisi generata dal lockdown e che ora stanno ripartendo, seppur con fatica: la capacità di governare le variabili finanziarie e di rischio, quindi di mantenereil controllo della situazione in uno scenario fortemente turbolento. Una capacità strettamente legata alla digitalizzazione dei processi, all’analisi dei dati, al “controllo dei numeri”.
“La crisi ha messo in luce punti di forza e debolezza delle imprese, anche nell’area Finance, che è centrale ed è lo specchio dell’impresa, e l’importanza di accelerare ulteriormente gli investimenti nella digitalizzazione – spiega il Prof. Marco Giorgino, Ordinario di Financial Markets and Institutions al Politecnico di Milano -. La funzione finanza è stata una delle più sollecitate dal Covid-19, perché è chiamata a garantire l’equilibrio delle imprese, dimostrando la capacità di gestire in modo dinamico le esigenze di tesoreria e garantire la liquidità”.
Le tecnologie digitali aiutano le imprese a navigare in acque tempestose perché migliorano la capacità di previsione e quindi consentono di gestire meglio la programmazione, permettendo di essere tempestivi e flessibili.
La gestione finanziaria nel “next normal”: guarda il video dell’intervista al Prof. Marco Giorgino
Certo, lo scenario che si è presentato con la pandemia non ha precedenti, e quello che è successo non era prevedibile per nessun CFO.
“Il rischio pandemico non era quotato da nessuna fonte ufficiale, come invece ad esempio il rischio ambientale, e le imprese erano del tutto impreparate – sottolinea Giorgino – . E questo ci dice che mai come è adesso è importante che finanza e risk management siano integrate e vicine, per guardare a un futuro che è difficilmente prevedibile”.
Who's Who
Marco Giorgino
Full Professor of Financial Markets & Institutions and Financial Risk Management al Politecnico di Milano.
In più, nonostante i proclami della politica, il supporto fornito alle imprese dalle istituzioni si è rivelato inadeguato, per non dire beffardo.
“L’aspettativa che si è creata, quella di mettere a disposizione delle imprese liquidità in tempi brevi, non è stata confermata dai fatti: si tratta infatti di prestiti garantiti, che richiedono procedure macchinose, e un’istruttoria lunga come tutte le procedure di prestito. E oggi per le banche valutare la capacità di rimborsare delle imprese è molto più complesso, in uno scenario macroeconomico instabile”.
Le opportunità da cogliere per i CFO
Anche se le priorità per i CFO restano quelle di sempre anche nell’emergenza, Giorgino sottolinea che ci sono molte opportunità che una crisi come quella causata dal Covid-19 ha fatto emergere.
Se è vero che le imprese avevano già iniziato ad accelerare il percorso di digitalizzazione, ed ora è il momento di spingere ulteriormente, puntando a rendere digitali i processi amministrativi, i pagamenti e la gestione dei rischi finanziari.
“Le tecnologie per l’analisi dei dati possono avere un grande impatto: di Big Data e artificial intelligence parliamo da tempo ma c’è ancora uno spazio importante”.
Una grande opportunità, che viene dalle società Fintech ma anche dagli incumbent, che spesso operano in sinergia, è l’ottimizzazione del circolante con la Supply Chain Finance, allargando alla relazione cliente- fornitore la visione della funzione finanza.
Pensando al rapporto banche-impresa, l’auspicio è che dalla crisi ne esca migliorata l’efficienza e la tempestività dei flussi informativi, in entrambe le direzioni. “Questa situazione dà a tutti l’opportunità di migliorare. Auspico che le imprese facciano uno sforzo e le banche sappiano apprezzarlo: migliorando la capacità di valutare il merito di credito potranno applicare i tassi più opportuni”, conclude Giorgino.