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Finanza agevolata: una guida per aziende e professionisti



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Gli strumenti di finanza agevolata possono sostenere lo sviluppo delle aziende, specialmente PMI e startup, che stanno affrontando trasformazione digitale e transizione ecologica. Ecco come funzionano incentivi e contributi e come ottenerli

Pubblicato il 22 mag 2024



Finanza agevolata

In un contesto storico ed economico caratterizzato da grande volatilità e forti incertezze come quello in cui stiamo vivendo, la finanza agevolata rappresenta un’opportunità di crescita per molte organizzazioni. Soprattutto se si parla di PMI, startup e professionisti alle prese con la trasformazione digitale e la transizione ecologica, le iniziative di finanza agevolata messe in campo dagli attori istituzionali e privati possono sbloccare l’accesso a risorse estremamente preziose, proprio perché vincolate a investimenti e obiettivi specifici. Vediamo come funzionano e quali effetti concreti riescono a generare per lo sviluppo del business.

Finanza agevolata: a chi e per cosa serve

Cominciamo col dire che, in generale, la finanza agevolata è un insieme di strumenti messi a disposizione da istituzioni finanziarie e governative per favorire l’accesso al credito, promuovere gli investimenti e sostenere lo sviluppo economico.

Agevolando l’accesso al finanziamento per soggetti che spesso sperimentano difficoltà nel reperire risorse finanziarie attraverso i sistemi creditizi tradizionali (come ad esempio le startup, le PMI, le imprese giovanili e quelle che operano in verticali specifici), queste iniziative hanno l’obiettivo dichiarato di favorire la crescita delle aziende, creare di posti di lavoro e stimolare l’innovazione, specie in settori considerati prioritari o strategici per il Paese.

Come funzionano gli incentivi e i contributi

Sono diverse le modalità con cui vengono erogati i servizi di finanza agevolata. Un ruolo primario è ricoperto dai bandi pubblici, volti ad attirare e selezionare progetti meritevoli di ottenere finanziamenti a condizioni vantaggiose. Ci sono, poi, i programmi attivati dagli enti creditizi convenzionati con la pubblica amministrazione e i fondi di garanzia, che forniscono alle imprese tutele speciali sui prestiti ottenuti dalle banche.

Alcuni settori o tipologie di progetti possono del resto essere incentivati da framework ad hoc incentrati su temi specifici, come l’innovazione, la sostenibilità ambientale o lo sviluppo dell’imprenditorialità su un determinato territorio. Il caso più emblematico è quello dei fondi europei, che il più delle volte sono concepiti proprio come investimenti su misura in relazione a topic verticali e ad ambiti critici per l’economia dell’Unione.

Proprio a causa di questa grande varietà, le diverse voci di finanza agevolata sono regolate attraverso un quadro normativo molto complesso e con precise gerarchie. Sul piano locale, per esempio, sono le Camere di Commercio a erogare bandi e strumenti per sostenere le imprese vitali per il tessuto economico distrettuale. A livello regionale, sono per l’appunto le Regioni a istituire strumenti e programmi, mentre nel contesto nazionale è il Governo ad attuare politiche di più ampio respiro attraverso bandi gestiti dai ministeri competenti. Infine, nel contesto comunitario, è la Commissione Europea a indirizzare fondi diretti e indiretti.

Le differenze tra credito d’imposta, sussidi e prestiti agevolati

La finanza agevolata si compone come detto di molteplici strumenti che possono essere suddivisi in diverse categorie. La prima distinzione è quella tra contributi diretti, che prevedono finanziamenti in denaro, e contributi indiretti, che offrono la possibilità di accedere a benefici fiscali sugli investimenti effettuati.

Se i sussidi rappresentano un sostegno finanziario diretto alle imprese, fornito sotto forma di contributo a fondo perduto o di sconto di prestiti, le agevolazioni fiscali consistono in incentivi che permettono di ridurre il carico fiscale delle imprese. Si parla in questo caso di sconti o detrazioni su imposte specifiche, come l’IVA, o di credito d’imposta sul reddito delle società.

Le garanzie e le fideiussioni sono invece meccanismi che aiutano le imprese a garantire i prestiti ottenuti, fornendo una forma di sicurezza per le istituzioni finanziarie: in caso di difficoltà nel rimborso del prestito, l’ente agevolatore si fa carico di una parte o di tutto il debito.

Ci sono poi i prestiti agevolati, che come suggerisce il nome vengono erogati a condizioni più favorevoli rispetto a quelli standard offerti dal mercato (tassi di interesse più bassi, restituzione del capitale dilazionata o addirittura periodi di grazia).

Sempre più spesso però, tra gli attori della finanza agevolata figurano anche società di venture capital e private equity, che portano sul mercato modalità di finanziamento alternative, particolarmente utili per le startup e le imprese innovative: coinvolgendo investitori privati o società di investimento offrono capitali di rischio a fronte di partecipazioni azionarie o coinvestimenti.

Chi può accedere alla finanza agevolata: profili e requisiti

Gli strumenti di finanza agevolata possono variare da Paese a Paese, ma in genere sono rivolti a soggetti che soddisfano determinati requisiti. Oltre alle imprese, possono avere accesso a questi strumenti anche organizzazioni non profit, enti pubblici, istituzioni finanziarie e startup. Tuttavia, i criteri specifici per accedere agli strumenti di finanza agevolata dipendono dalle politiche di ciascun Paese, dal tipo di strumento e dalle finalità dei finanziamenti.

Criteri di eleggibilità per imprese e professionisti

Di conseguenza, anche i criteri di eleggibilità per partecipare alle diverse iniziative sono variabili in termini di destinatari, scadenze, obiettivi, interventi finanziabili, vincoli finanziari e temporali. Per accedere ai benefici del regime “de minimis” nell’Unione europea, per esempio, le PMI devono rientrare in una rigida definizione: avere meno di 250 dipendenti e un fatturato annuo non superiore a 50 milioni di euro.

Le organizzazioni che vogliono accedere allo strumento dovranno poi assicurarsi di non superare il limite massimo di aiuto, che è fissato a 300mila euro per impresa in un periodo di tre esercizi finanziari, e di non fare capo a settori esclusi dalla misura. È poi essenziale essere in grado di fornire documentazione dettagliata sull’aiuto ricevuto e dichiarare qualsiasi altro sostengo ricevuto durante i tre anni fiscali precedenti.

La finanza agevolata come leva di crescita per le startup

Si tratta, quindi, di un iter spesso complesso da affrontare, ma che correttamente gestito permette specialmente alle startup di accedere a risorse vitali, che potranno essere utilizzate per finanziare:

  • Investimenti in ricerca e sviluppo;
  • Acquisto di terreni;
  • Costruzioni di fabbricati;
  • Hardware e beni strumentali;
  • Licenze software;
  • Consulenze specialistiche;
  • Pubblicità e promozione.

Richiedere finanziamenti agevolati: una guida passo passo

Ma cosa occorre fare, concretamente, per richiedere e ottenere finanziamenti agevolati? Anche in questo caso, ogni procedura fa storia a sé, ma ci sono alcuni step sostanzialmente identici per qualsiasi tipo di programma:

  1. Il primo passo consiste nell’individuare le opportunità più adatte alle necessità e agli obiettivi dell’azienda, concentrandosi solo su alcuni dei bandi disponibili o in procinto di aprirsi. Questo può implicare una ricerca approfondita sui vari programmi a livello locale, regionale, nazionale e europeo. Poiché ogni programma presenta requisiti specifici per l’ammissibilità, è essenziale leggere attentamente i bandi e le linee guida per accertarsi di soddisfare tutti i criteri richiesti. Generalmente, questi criteri riguardano la dimensione dell’azienda, il settore di attività, il tipo di spese/investimenti e il codice ATECO.
  2. Una volta individuato il bando e accertata la presenza dei requisiti, si procede a uno degli step più critici per accedere ai finanziamenti agevolati: la preparazione di una documentazione completa e accurata.
  3. L’ultimo passo è naturalmente l’invio della domanda, che deve sempre essere trasmessa secondo le modalità indicate nel bando. Molti programmi permettono di effettuare la presentazione online, ma esistono anche bandi che prevedono un processo più complesso basato su presentazioni e colloqui in sede.

Gli errori da evitare nel produrre la documentazione

Come detto, la fase più delicata è forse quella della preparazione della documentazione. Passaggio che di solito comprende la redazione di un Business Plan, la presentazione dei bilanci, la descrizione dei progetti di investimento e la trasmissione di qualsiasi altro documento richiesto dal bando. Per massimizzare le possibilità di successo, è quindi fondamentale presentare una documentazione chiara, dettagliata e ben strutturata.

Dopo aver consegnato la domanda, è importante monitorare lo stato della richiesta ed essere pronti a fornire ulteriori informazioni o documentazione, laddove necessario. La tempestività è essenziale in questo senso e mantenere una comunicazione aperta e collaborativa con gli enti erogatori può fare la differenza nel processo di valutazione e, di conseguenza, nell’accesso ai finanziamenti.

Finanza agevolata: analisi di due casi reali

Per comprendere quali sono i potenziali vantaggi nel ricorrere alla finanza agevolata non c’è niente di meglio che citare due casi reali in uno dei settori più sotto pressione in questa particolare congiuntura, quello industriale.

La Umbra Iron, attiva nel settore siderurgico dal 1986, doveva sostituire un impianto di cromatura all’interno della propria sede produttiva. Il progetto era compatibile con i requisiti del “Piano Industria 4.0”, e per questo l’impresa ha sfruttato la Legge Sabatini per richiedere un’agevolazione da circa 65mila euro, che sarebbe stata erogata in un’unica soluzione dopo aver fornito la documentazione relativa alla conclusione dell’intervento. Iron ha colto l’occasione anche per inoltrare una richiesta nell’ambito di un altro strumento messo a disposizione dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, il credito d’imposta per investimenti, che ha fruttato all’azienda un credito d’imposta pari al 50% del valore dell’investimento, ovvero 325mila euro. Quindi, a fronte di 650mila euro di investimento, Iron ha ottenuto risorse pari a 390mila euro tra contributi e fondo perduto e crediti fiscali.

La vicentina Tecnoform, che si occupa di progettazione e costruzione di stampi per la pressofusione delle materie plastiche, ha invece fatto leva sul POR FESR 2014-2020 del Veneto (che porta in dote circa 600 milioni di euro messi a disposizione dall’Unione Europea, dallo Stato e dalla Regione stessa) per ottenere un finanziamento da 150mila euro a fondo perduto. Le risorse hanno permesso di introdurre nell’impianto produttivo un centro di fresatura ad alta velocità. Grazie al progetto realizzato, Tecnoform è riuscita a ridurre del 25% i tempi di lavorazione delle commesse, migliorando inoltre le prestazioni ambientali, riducendo il consumo di materie prime e sviluppando nuovi mercati.

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