Windows 10 non è soltanto un semplice passaggio tecnologico, ma rappresenta un’opportunità anche per il canale, che può trovarsi tra le mani uno strumento in grado di diffondere presso le aziende tutti i nuovi servizi sviluppati da Microsoft negli ultimi anni. Ne è convinto Vincenzo Esposito, direttore della divisione piccola media e impresa e partner Microsoft Italia e dell’ecosistema dei partner. Che parte innanzitutto dai dati di diffusione del nuovo OS, aggiornati a fine settembre, che sono considerati dal gruppo come abbastanza positivi: in particolare, in Italia Windows 10 può già vantare una quota dell’11% sul totale dei sistemi operativi, un dato superiore alla media mondiale. «Si tratta di un dato abbastanza distribuito, dunque non focalizzato soltanto su alcuni segmenti di mercato – mette in luce Esposito -. Anche sul lato aziendale siamo partiti bene, anche se è normale che l’adozione nel mondo consumer sia più rapida. Le aziende sono infatti obbligate a fare dei ragionamenti legati all’utilizzabilità delle proprie applicazioni, però stiamo lavorando a stretto contatto con i partner per farle comprendere le potenzialità dell’OS».
Un’adozione più semplice nel mondo PMI
L’adozione in aziende medio piccole, in linea generale, è comunque ritenuta più agile rispetto a quelle grandi, che devono maggiormente fare i conti con l’esistenza di sistemi di tipo legacy. Inoltre per molte imprese del mid market, Windows 10 rappresenta un’opportunità di rimodernare il proprio parco installato. Per quanto riguarda le modalità dell’upgrade, occorre mettere in evidenza che il passaggio gratuito entro un anno interessa soltanto il mondo consumer, ma molte aziende hanno spesso in essere degli accordi con Microsoft in cui è previsto anche l’aggiornamento del sistema operativo. Che dunque viene erogato in modo del tutto simile al mondo consumer (on line), senza la tradizionale installazione fisica delle licenze.
Un sistema operativo come servizio
«Windows 10 è davvero rivoluzionario, perché consente un’esperienza omogenea su apparecchi diversi. Ci sarà la possibilità di scrivere App universali, capaci di funzionare in qualunque device. Inoltre sono presenti una serie di funzionalità di sicurezza che consideriamo fondamentali. Ma, al di là di questi aspetti, quello che veramente cambia rispetto al passato è la possibilità di veicolare Windows come servizio – evidenzia Esposito -. Sono convinto che ci allontaneremo sempre più dalla concezione tradizionale di sistema operativo: alla fine infatti Windows 10 non è altro che un bouquet di servizi, che sono fondamentalmente di tipo cloud based. Inoltre, con il passaggio a un sistema operativo più moderno c’è la possibilità concreta di introdurre in azienda dei servizi aggiuntivi, che i vecchi OS, in particolare XP, effettivamente non potevano supportare. Dunque, una volta che il partner è riuscito a spingere il suo cliente al passaggio a Windows 10, può costruirci sopra tutta una serie di servizi ulteriori, uno su tutti Office 365, che presenta un livello di integrazione con Windows 10 molto più spinto rispetto al passato. Per chi possiede il vecchio Windows XP e la versione tradizionale della suite Office passare all’attuale Windows 10 combinato con Office 365 significa davvero fare un salto in avanti enorme da un punto di vista tecnologico. Le Piccole e medie imprese, in particolare, si trovano infatti a disposizione degli strumenti di lavoro sino a pochi anni fa appannaggio soltanto delle grandi aziende. In buona sostanza, una volta che un cliente utilizza un sistema operativo moderno come Windows 10 per il partner diventa estremamente più facile proporre questi servizi».
Il ruolo crescente del cloud
Secondo Esposito questo cambiamento necessita di una svolta culturale da parte delle imprese, ma anche dal lato partner, che devono comprendere adeguatamente il concetto di sistema operativo come servizio e declinarlo al meglio sul mercato. In questo senso Microsoft ha continuato a mettere in atto in questi mesi una serie di iniziative sul canale, anche in collaborazione con gli hardware vendor, per spiegare la portata di questa svolta. Che si ricollega direttamente alla sterzata sul cloud voluta dalla casa di Redmond negli scorsi anni: «In questa fase stiamo andando molto bene su tutta la nostra suite Cloud, in particolare Office 365 è il prodotto che è più cresciuto nella storia di Microsoft, ma anche su Azure lo sviluppo è a tripla cifra. Tanto che ormai il cloud assume in termini percentuali un valore importante: stiamo parlando infatti di almeno un terzo del business Microsoft. Questa percentuale è ancora più spinta nel segmento SMB, dove ormai il 40-45% del giro d’affari è legato alla nuvola. Di conseguenza anche il nostro ecosistema di partner si sta trasformando, poiché sta vendendo sempre meno licenze e sempre più servizi. Addirittura alcuni nostri partner, partiti magari con un modello tradizionale, stanno diventando spesso degli ISV che sviluppano soluzioni che si agganciano ai nostri prodotti, cambiando radicalmente il proprio business model. Rendendolo, tra l’altro, più scalabile ed esportabile all’estero», conclude Esposito. .