«Comincia una grande sfida di mercato, un’importante fase di sviluppo per l’economia digitale in Italia. Vogliamo essere leader nella relazione con i clienti grazie alla qualità delle nostre infrastrutture, alla trasparenza delle nostre offerte e alla passione delle nostre persone». Parola di Maximo Ibarra, CEO della neonata Wind Tre, che accorpando le competenze, gli asset e le tecnologie di H3G e Wind Telecomunicazioni si configura oggi come la principale realtà tricolore nell’ambito delle TLC, con oltre 31 milioni di clienti nella telefonia mobile e 2,7 milioni nelle connessioni fisse.
Il gruppo punterà sull’integrazione tra i due network e sullo sviluppo delle reti in fibra di nuova generazione grazie a sette miliardi di euro di investimenti in infrastrutture digitali e attraverso l’accordo quadro con Open Fiber per il potenziamento della banda ultralarga sul territorio nazionale.
L’ambito di sviluppo, però, non è limitato al mondo consumer. E rispetto al settore enterprise, l’ambizione di Wind Tre è quella di diventare un partner di riferimento per le imprese che intendono generare valore sfruttando i servizi innovativi implementabili tramite l’Internet of Things.
Ibarra, pertanto, ha costituito uno specifico team di manager che avrà il compito di affrontare la transizione verso nuovi modelli di business, strategie di cross-fertilization a cavallo di diversi settori e digitalizzazione dei processi, anche all’interno dell’organizzazione.
Nell’ambito della Direzione Business & Wholesale, guidata da Paolo Nanni, Sherif Rizkalla ricopre il ruolo di Direttore Business Marketing Wind Tre, occupandosi per l’appunto della nuova frontiera di servizi offerti alle imprese. Ed è proprio Rizkalla che spiega a Digital4Executive la nuova missione di Wind Tre rispetto all’IoT. «Siamo immersi nell’era della digital disruption e per una società di TLC come la nostra, che opera in prima linea, l’Internet delle cose rappresenta l’avanguardia dell’innovazione. I benefici che ne derivano trasformeranno la relazione con i clienti e apriranno le porte a soluzioni che fino a ora non erano possibili».
Con l’IoT soluzioni per tutti i contesti, dai trasporti alla sanità all’industria
Secondo Rizkalla, l’introduzione dell’IoT permetterà di lavorare su tre dimensioni: integrazione di tecnologie, device e protocolli multi-standard; aggregazione di flussi di informazioni indipendenti; unificazione e ottimizzazione di processi operativi multi-dipartimentali. «Il risultato è la generazione di soluzioni sistemiche avanzate e flessibili che, grazie all’apprendimento cognitivo, possono essere adattate ai contesti più disparati: dall’Industria all’Energia passando per i Trasporti, l’Agricoltura, la Salute, il Welfare, la Sicurezza e la Salvaguardia ambientale sfruttando le opportunità offerte dagli oggetti connessi per attivare politiche di risparmio energetico».
Del resto sono questi ultimi gli ambiti che stanno guidando l’espansione del mercato italiano. Le soluzioni di Smart Metering e Smart Asset Management nelle Utility hanno costituito, con 500 milioni di euro, il 25% del giro d’affari totale dell’Internet delle cose nel nostro Paese nel corso del 2015 (fonte: Osservatori Digital innovation del Politecnico di Milano). Indubbiamente la forte crescita nelle Utility (+70% rispetto al 2014) è trainata dagli obblighi normativi, che hanno portato ad avere a inizio 2016 un parco di 350 mila contatori gas installati per le utenze industriali e 1,2 milioni per le utenze residenziali, imponendo il raggiungimento di almeno 11 milioni di device in servizio entro il 2018. Ma i segnali positivi arrivano anche da altri settori, che nel corso del 2016 hanno conosciuto una forte accelerazione: parliamo di Smart City, Smart Home, Smart Car e Industrial IoT. Pur a fronte di uno scenario applicativo ancora molto frammentato, si è inoltre assistito all’installazione delle prime reti in ottica Smart Urban Infrastructure (SUI) e all’avvio di progetti sperimentali finanziati dall’AEEGSI (Autorità per l’energia elettrica il gas e il sistema idrico), per la creazione di sistemi Smart Metering multiservizi integrati nei network nativamente dedicati all’IoT.
Ancora, una volta, si tratta degli stessi vertical su cui ha deciso di focalizzarsi Wind Tre: Smart energy management, Smart factory, Smart manifacturing, Connected vehicles, Asset tracking, Supply chain control, Smart emergency & surveillance, Smart cities e Smart retail, con l’aggiunta delle soluzioni pensate per la Telemedicina e l’Agricoltura di precisione.
Quali vantaggi per le imprese?
«Le aziende che scelgono i nostri servizi», spiega Rizkalla, «possono abbattere investimenti, costi ed esposizione a rischi, migliorare l’efficienza operativa, scambiare informazioni in modo più coerente e sicuro, ottimizzare la gestione e la manutenzione degli asset e progettare nuovi servizi ‘customer centric’ che le guideranno verso nuovi mercati, facendo leva soprattutto su Business model innovativi in grado di abbattere i confini tradizionali dei singoli settori merceologici».
Non è un mistero che l’IoT stia generando un importante indotto sui fronti del potenziamento dei data warehouse e della revisione dei processi di data management, ponendo le basi per la corretta estrazione di valore dalle informazioni raccolte. «Wind Business offre già da tempo soluzioni chiavi in mano, modulari e integrabili, di smart data centre, Cloud, connettività fisso/mobile e servizi avanzati sviluppati con i migliori partner tecnologici», continua il manager. «Con la creazione di Wind Tre queste soluzioni saranno offerte a più aziende nazionali e saranno arricchite in innovazione».
Il prossimo obiettivo è quello di integrare la componente dell’Internet of Things, declinata a 360 gradi sulle tre dimensioni di accesso, trasporto e applicazioni, in modo da rendere la proposizione in upselling ancor più completa. Ma non si tratta solo di una evoluzione dell’offerta. «Osservando la trasformazione dall’interno», chiosa Rizkalla, «stiamo puntando su una maggiore efficienza operativa che, unita a una gestione ottimizzata delle risorse, dei processi e degli analytics, si traduce per chi si affida a noi in una ’empowered user experience’ e un ‘value for money 2.0’, determinati anche da una vision più olistica dei nostri clienti, in relazione sia ai profili aziendali sia a quelli consumer espressi nella quotidianità».