Strategie

La Twin Transition di Enel: le azioni in campo per una trasformazione digitale e sostenibile

Le tecnologie possono avere un ruolo decisivo per la sostenibilità, ma è anche necessario che il digitale stesso riduca il suo impatto sull’ambiente. È con questo duplice obiettivo che la multinazionale energetica italiana sta mettendo in campo numerose iniziative, a vantaggio anche del business. Ce ne parla Antonio Ganzerli, Founder and Head of Digital Sustainability and Circular Economy

Pubblicato il 01 Set 2023

Eliana Bentivegna

Innovation Community Manager, Osservatori Digital Transformation Academy e Startup Thinking, Politecnico di Milano

Twin Transition

La sostenibilità digitale si articola su due fronti, ed è per questo che si parla di Twin Transition: da un lato va considerata la funzione centrale del digitale per lo sviluppo sostenibile, dall’altro lato è necessario che il digitale stesso sia reso sostenibile.

Di questo si occupa in Enel, da tempo impegnata nella transizione energetica verso un modello di sviluppo sostenibile, attraverso una unità organizzativa dedicata, incaricata di guidare le iniziative per il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità nella doppia accezione: nel digitale e attraverso il digitale. Ne ha parlato Antonio Ganzerli, Founder and Head of Digital Sustainability and Circular Economy di Enel, intervenendo in occasione del Workshop della Digital Transformation Academy del Politecnico di Milano sul tema “Il ruolo del digitale e dell’IT nella sostenibilità”.

Enel, lo ricordiamo, è uno dei principali operatori globali nel settore dell’elettricità e della produzione da fonti rinnovabili, con un’offerta che spazia da soluzioni per i consumi domestici e domotica, mobilità elettrica pubblica e privata, nuovi servizi di pagamento smart. Nata in Italia nel 1962, oggi è presente in 30 Paesi e serve oltre 75 milioni di utenze.

La sostenibilità secondo Enel

«Il nostro percorso verso la sostenibilità parte nel 2008 – ha detto il manager – quando siamo passati gradualmente da un modello di Corporate Social Responsibility all’estensione del modello di Creating Shared Value all’intero Gruppo, con l’obiettivo di creare valore non più solo in termini economici per l’azienda, ma anche per le comunità con cui essa interagisce. Tra il 2019 e il 2023 abbiamo vissuto un’accelerazione spinta verso la decarbonizzazione, che ha portato a una serie di iniziative per la definizione di una governance di sostenibilità a livello centrale e attraverso singole unità presenti nelle Global Business Lines”.

Tra le iniziative in questione, va ricordato anche il lancio di bond collegati agli obiettivi di sviluppo sostenibile.

“In Enel l’innovazione è un mezzo attraverso cui promuoviamo la sostenibilità: in azienda esiste infatti la Direzione Innovability che coniuga innovazione e sostenibilità in maniera virtuosa. Anche i progetti di innovazione seguono i driver di sostenibilità: per i singoli progetti valutiamo, cioè, non solo i benefici per il business (l’attractiveness) o l’ability to execute, ossia il periodo che intercorre tra il POC (Prove of Concept) e lo scaleup di una soluzione, ma anche i benefici a livello ambientale, sociale ed economico che essi possono portare”, ha spiegato Ganzerli.

“Il termine sostenibilità deriva dal verbo latino sustineo, che si traduce con il termine sostenere, ma anche con quello di farsi carico, assumersi una responsabilità. Credo che, nel business, lo spartiacque per i temi di sostenibilità sia stato il 2018, quando Larry Fink, cofondatore e presidente del colosso finanziario BlackRock, ha chiesto, nella sua lettera annuale ai CEO sul tema del governo societario, che le aziende abbiano anche uno scopo sociale”, racconta Ganzerli, che continua: “si tratta di una svolta epocale perché è una richiesta che non viene da un filantropo o un attivista, ma da un uomo di business”. Il mondo del business è da decenni strutturato sul classico modello dell’economia lineare, che prevede le fasi di estrazione, produzione, consumo e scarto. “Purtroppo l’Earth Overshoot Day, ossia il giorno in cui consumiamo più risorse di quelle che vengono prodotte dalla Terra in un anno, si manifesta ogni anno con maggiore anticipo ed è questo il segnale che dobbiamo cambiare la rotta”, spiega Ganzerli.

Su questo fronte, quindi, la sottoscrizione da parte di 193 Paesi membri dell’ONU, nel 2015, dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, che ne definisce gli obiettivi, rappresenta la nuova rotta verso cui tendere. Dall’altra parte, il mondo sta accelerando sempre di più verso la digitalizzazione, come osserviamo da oltre 20 anni con gli Osservatori Digital Innovation.

Twin Transition, cos’è la doppia transizione

“Come si incontrano questi due mondi? Essenzialmente in due modi: da un lato possiamo utilizzare il digitale come mezzo per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità, dall’altro il digitale stesso va reso sostenibile. Possiamo chiamare questi due modi sustainability ‘by digital’ e sustainability ‘in digital’, oggi sintetizzati anche nella cosiddetta “Twin Transition”, che indica la doppia transizione, tecnologico-digitale e ambientale”.

Guardando al digitale, infatti, i dati sulla produzione di emissioni di CO2 non fanno eccezione: “secondo quanto riportato dalla IEA – International Energy Agency (nel IEA 2018 Global Energy&CO2 status report 2018, e all’interno del Journal of Cleaner Production177,2018), l’attuale industria IT è responsabile di circa il 4% delle emissioni globali, percentuale che salirà al 14% nel 2040”, spiega il Manager, che aggiunge “d’altro canto, ci sono tecnologie innovative, nell’ambito ad esempio dell’Artificial Intelligence, dell’Internet of Things o dei droni, che permettono di ridurre le emissioni e di avere un impatto positivo in termini di sostenibilità. Come per ogni tecnologia, gli effetti positivi o negativi dipendono dall’uso che ne si fa”.

I progetti avviati da Enel

Per questo motivo Enel ha pubblicato sul portale web enel.com, un decalogo dei comportamenti virtuosi relativo all’utilizzo sostenibile dei dispositivi digitali. Per fare qualche esempio, il decalogo ricorda di mettere i dispositivi in modalità d’uso aereo durante le ore di sonno, oppure di chiudere le pagine web dopo averle consultate, o ancora di limitare lo streaming audio e video.

Enel ha definito un framework che permette di quantificare le emissioni di CO2 relative al digitale e, conseguentemente, di individuare le azioni per ridurle, in un’ottica di miglioramento continuo.

L’impegno di Enel inoltre è rivolto verso l’economia circolare, in particolare dei dispositivi e delle soluzioni digitali, attraverso l’ideazione e l’applicazione del CirculAbility Model che si articola su 5 pillar: Sustainable inputs, Sharing, Product as a service, Extension life, New life. Numerose sono le attività che applicano il modello: tra queste, ad esempio, figurano l’introduzione e l’uso di piattaforme digitali di communication & collaboration, le iniziative di estensione della vita utile dei dispositivi digitali, dando la possibilità ai dipendenti, o anche a terzi, di acquisire, o addirittura donare, gli apparati a fine ciclo di vita aziendale.

La sostenibilità ha un ruolo fondamentale anche nello sviluppo di attività di Open Innovation (ovvero la collaborazione con startup tecnologiche) e più in generale nel rapporto con i diversi stakeholder: ad esempio, viene effettuata la selezione dei fornitori e delle start-up, oltre che la valutazione delle loro performance, in base a specifici criteri di sostenibilità.

“È importante considerare il ritorno economico dell’investimento in sostenibilità. Finora si è sempre pensato alla sostenibilità come un costo per le aziende, ma non è così: ad esempio le iniziative digitali di economia circolare hanno avuto sia un impatto economico di saving e revenues sia hanno permesso il raggiungimento dei target del 2022 relativi alla riduzione delle emissioni. In quest’ottica, chi si occupa di tecnologia e innovazione in azienda è destinato ad assumere il ruolo sempre più centrale di Chief Digital Sustainability Officer”, ha concluso Ganzerli.

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