Da marzo di quest’anno Tiziana Tornaghi ha assunto la responsabilità di IBM Consulting Italy, una società di consulenza peculiare poiché fa parte di una realtà tecnologica e ha dunque il vantaggio unico di una connessione diretta con l’innovazione generata da Big Blue, in particolare in ambito intelligenza artificiale, cloud e security. La manager arriva nel ruolo dopo una lunga la carriera nell’area servizi e consulenza di IBM, principalmente in ambito bancario e assicurativo; guida un team di professionisti che affiancano i clienti nei percorsi di Digital Transformation con l’obiettivo di costruire relazioni solide e durature, sviluppando dunque una conoscenza profonda delle aziende e cercando di anticiparne i bisogni.
Qual è il perimetro delle attività della divisione di consulenza di IBM in Italia e quali le relazioni con le altre aree dell’azienda, anche a livello internazionale?
L’ambizione, in Italia e a livello internazionale, è quella di diventare il partner dei clienti nei loro programmi di Digital Transformation facendo leva due asset distintivi, Hybrid Cloud e AI generativa, e su un ecosistema di partner tecnologici d’eccellenza, come Microsoft, Sap, Oracle, AWS e naturalmente RadHat, che è ora parte di IBM. Ci distingue il fatto che siamo l’unica società di consulenza che opera nell’ambito di una società tecnologica, e questo ci dà la possibilità di avere accesso diretto alla ricerca e sviluppo di IBM. L’interazione con l’area Technology di IBM è molto stretta, così come con il team internazionale, con il quale condividiamo la definizione delle strategie e le priorità negli investimenti. A livello mondiale, IBM Consulting ha 160mila professionisti, in Italia sono dislocati principalmente a Milano e Roma, oltre che nei centri d’eccellenza costituiti negli anni a Bari e Napoli. I nostri consulenti hanno competenze specifiche sulle diverse industrie, dalla Pubblica Amministrazione alle banche, assicurazioni o utility. E abbiamo collaborazioni con le Regioni e con le università.
L’Hybrid cloud porta con sé l’innovazione della dimensione architetturale e la modernizzazione applicativa, mentre l’AI implica una nuova gestione di tutto il mondo dei dati.
Quali sono le principali sfide dei clienti italiani che vi trovate ad affrontare in questo periodo?
In questo periodo, che possiamo definire post pandemico, tutte le aziende si trovano ad affrontare sfide complesse: i cambiamenti nel modo di lavorare, il climate change -che impone una riflessione particolare in termini di sostenibilità e risparmio energetico- la crescente importanza dei dati, tema che si sta imponendo in modo significativo. Sono tutti temi che stiamo prendendo seriamente in considerazione, con la consapevolezza che rappresentano una scommessa per tutti i leader aziendali, inclusi quelli di IBM. Utilizzare l’AI diventa dirimente e la sicurezza è fondamentale. Noi stessi ci siamo trasformati, abbiamo cambiato pelle: basta pensare che solo pochi anni fa l’idea che IBM si potesse aprire ad altri vendor era quasi un’eresia. Per questo oggi riteniamo di essere titolati ad aiutare i clienti a gestire questi fenomeni, a supportarli nella ridefinizione dei processi e nella trasformazione della workforce.
Siamo anche consapevoli che per avere successo bisogna guardare al lungo periodo, costruendo una relazione solida e duratura, entrando a fondo nei meccanismi delle aziende, cogliendo in anticipo le tendenze che stanno cambiando il mondo. Il nostro obiettivo per il prossimo biennio è rafforzare ancora di più la collaborazione con quei clienti con i quali abbiamo intrapreso un percorso di trasformazione digitale.
Che tipo di sensibilità vedete nelle aziende italiane su questi temi?
I nostri clienti si mostrano molto sensibili e preparati a interloquire su queste tematiche. Come IBM Consulting, abbiamo messo a punto proposizioni concrete in particolare per proteggere il lavoro e trasformare le competenze delle persone per preparale ad affrontare la nuova ondata dell’innovazione, oltre che per aiutare le aziende a utilizzare le tecnologie più innovative per raggiungere gli obiettivi. La tecnologia ha una valenza importante, ma è il suo impatto quello che va valutato. Stiamo portando avanti diversi progetti significativi che vanno in questa direzione. Un esempio è quello di Autostrade, che sta utilizzando l’IoT (Internet of Things) per il monitoring delle infrastrutture stradali, attraverso una piattaforma collegata a una rete di sensori: l’impatto è notevole, in termini di aumento della sicurezza e miglioramento della gestione della rete.
Quali sono le competenze e le attitudini che ricercate nei talenti che lavorano nella divisione consulenza?
Cerchiamo soprattutto persone che abbiano apertura mentale, predisposizione alle relazioni internazionali e spirito imprenditoriale, che sappiano gestire la relazione con i clienti e il cambiamento. Quanto al background universitario, è innegabile che il focus sia sulle materie scientifiche, poiché per lavorare nel nostro settore una base tecnica è necessaria, ma non abbiamo preclusioni per le lauree umanistiche. Oggi l’80% dei neoassunti ha una laurea tecnica, ma in futuro prevedo che si ridurrà al 70%. Le caratteristiche che cerchiamo nelle persone spesso si trovano in chi ha una formazione umanistica, ad esempio nei laureati in filosofia, che sono complementari ai tecnici.
Da qualche mese è l’AI generativa ad aver catalizzato l’attenzione generale del mondo Tech. Cosa sta cambiando nelle imprese e a che punto siamo in Italia, dal suo punto di osservazione?
Un recente studio realizzato da IBM a livello globale intervistando 3.000 CEO appartenenti a 24 settori in oltre 30 paesi diversi, conferma che per i leader il vantaggio competitivo delle organizzazioni dipenderà da chi utilizza l’AI generativa più avanzata. I CEO indicano l’incremento di produttività come priorità assoluta. Sono consapevoli dell’urgenza di trasformare le professionalità di chi lavora. Circa il 43% dei CEO intervistati dichiara di aver ridotto o ridistribuito la propria forza lavoro a causa dell’AI generativa. Allo stesso tempo, il 46% dei CEO dichiara di aver assunto ulteriore forza lavoro a causa dell’AI generativa.
Anche in Italia la sensibilità dei clienti su questi temi è forte, e si sta valutando l’impatto sul cambiamento dei processi e professionalità. Ci sono già progettualità importanti in campo. Fra questi, per una telco importante abbiamo ridisegnato i processi del customer care, e la sfida principale è stata aiutarli a cambiare le professionalità delle persone creando un centro di competenza. È stato impegnativo ma ha funzionato: abbiamo ottenuto risultati positivi si in termini di efficienza dei processi sia di soddisfazione delle persone. Molti hanno potuto cambiare ruolo e svolgere attività più interessanti rispetto al passato.
Il 14 settembre, presso gli IBM Studios di Milano Gae Aulenti, si terrà ThinkMilano, il più importante evento annuale di IBM Italia. Cosa ci possiamo aspettare?
ThinkMilano è l’espressione di quanto ci siamo detti: non solo una vetrina di soluzioni, ma soprattutto un’opportunità per costruire relazioni, in un luogo iconico come gli IBM Studios. Non ci saranno solo esperti sul palco, ma tanti clienti, aziende pubbliche e private che racconteranno i loro progetti insieme ai nostri partner. L’obiettivo è far comprendere come è possibile rendere le imprese più competitive e resilienti grazie alle nuove tecnologie e alla creatività e competenza delle persone.