La crescente espansione della produzione high tech e quindi della supply chain in Paesi come Cina, Vietnam, Brasile e Messico fa sì che le imprese di questi settori siano oggi molto più sensibili di fronte a problemi come la variazione della domanda e la costante necessità di soddisfare i nuovi requisiti normativi e di certificazione.
Secondo un’indagine della società di ricerca Smith & Associates il management delle aziende tecnologiche ritiene che i problemi che causano le maggiori preoccupazioni, o possono potenzialmente avere un negativo impatto sulle operazioni della catena di approvvigionamento della propria azienda, sono recall sui prodotti finiti o su alcune componenti, problemi di sicurezza dei consumatori, regolamenti governativi, contraffazione, logistica di ritorno (quando si cerca di recuperare valori da prodotti che hanno terminato il ciclo di vita), e smaltimento dei rifiuti elettronici.
L’indagine, che si basa su interviste con 185 manager di società tra cui distributori, Oem, Original design manufacturer (Odm) ed electronic manufacturing services (Ems), indica che non ci sono risposte facili per risolvere le questioni che sorgono in un ambiente di supply chain globale che si estende in molti Paesi e comprende un numero crescente di partner e fornitori. In particolare il 90 per cento dei partecipanti ha indicato il ritiro dei prodotti come una delle prime tre preoccupazioni, un dato che scende all’80% fra distributori e Oem, mentre fra gli Odm la sicurezza dei consumatori è in cima alla lista delle preoccupazioni.
Altra questione cruciale: consolidare i fornitori
Agli intervistati è stato anche chiesto di classificare le sfide principali per la supply chain nel 2013. La fluttuazione della domanda, pur con percentuali differenti, è sicuramente in prima posizione per tutte le categorie che fanno parte del campione. Ma il 60% dei distributori e il 50% di Ems e Odm citano il consolidamento dei fornitori come una delle loro prime tre questioni cruciali. Per quanto riguarda la disponibilità di componenti, la più forte crescita per il 2013 è prevista per semiconduttori, componenti di dispositivi mobili e componenti di alimentazione mentre, sul fronte della contraffazione, elettronica di consumo, aerospazio e difesa sono visti come i settori più vulnerabili. Altre industrie a rischio sono sono automotive, medicale, attrezzature industriali e il settore energetico.
I risultati dell’indagine confermano che, mentre alcune parti delle reti di fornitura dei settori ad alta tecnologia possono essere migliorate mediante l’attuazione di politiche e procedure che aumentano l’efficienza della supply chain, altre parti della rete si sottraggono al controllo perché sono influenzate da eventi non controllabili. Se è relativamente facile rafforzare la collaborazione con i partner, c’è poco da fare contro le fluttuazioni valutarie, i cambiamenti nel comportamento dei consumatori, o le variazioni di prezzo delle materie prime. Anche il Ceo di Apple Tim Cook recentemente ha osservato che “non possiamo controllare elementi quali tassi di cambio, economie mondiali e persino alcune pressioni sui costi”. Un modo per ricordare che, nonostante le strategie messe in atto per l’efficienza della supply chain possano giovarsi di tecnologie sempre più avanzate, un fattore di imprevedibilità rimane sempre e comunque.