È una storia lunga ormai 76 anni, quella di HP. Nel pieno rispetto della miglior tradizione a stelle e strisce, iniziata in un garage per mano di due giovani studenti, allora ignari di cosa avrebbero prodotto il loro spirito di iniziativa e la loro capacità. «Hewlett e Packard, i nostri due fondatori, erano veri e propri idealisti – ricorda Tino Canegrati, amministratore delegato di Hp Italy -. La loro profonda convinzione era inventare qualcosa capace di portare beneficio a ogni persona. Lo stesso principio infuso ancora oggi in tutto il nostro ecosistema».
Un ricordo importante, per un momento altrettanto cruciale nella storia dell’azienda. «Oggi siamo ai primi giorni della nuova Hp – prosegue Canegrati -. Ne abbiamo parlato per mesi, ma in realtà è solo il passo più recente di una lunga storia. Abbiamo affrontato tante acquisizioni. Questa volta i troviamo invece a parlare di separazione».
Per quella scelta controcorrente capace di calamitare grande attenzione e sollevare interrogativi sul futuro dell’azienda, è arrivato il momento di passare al giudizio del mercato. La netta separazione di tutte le attività legate in qualche modo al mondo It strettamente professionale dai prodotti di ogni livello e categoria, porta a ridefinire prima di tutto gli obiettivi. “Come società nuova, dobbiamo costruire anche una prospettiva e un’idea di chi vogliamo essere – rilancia l’amministratore delegato -. Il principio è semplice: costruire tecnologie che migliorino la vita di ognuno, ovunque”.
Nel caso specifico, si tratta di tutte le tecnologie dirette agli utenti finali. Un panorama particolarmente esteso, dall’utente del più piccolo notebook fino alle stampati professionali. Per tutti però, l’ambiziosa strategia della nuova Hp individua un filo conduttore unico, costruito intorno ai principi di leadership, innovazione ed ecosistema. «Possiamo contrare su un patrimonio di oltre 18mila brevetti e 400 riconoscimenti ufficiali. Per il futuro, vogliamo essere però soprattutto innovazione. Dedicando ogni risorsa possibile a ricerca e sviluppo. Dobbiamo essere in grado di continuare a fare la differenza per quanto siamo capaci di inventare».
Il messaggio rivolto al pubblico di fedelissimi e partner in occasione del varo ufficiale in Italia, intende fugare subito qualsiasi dubbio sulla validità della scelta societaria. «Possiamo contare su importanti somme per introdurre prodotti performanti, belli ed efficienti. Per noi, i pc e le stampanti non sono tutti uguali. Ogni nuovo prodotto deve essere in grado di cambiare le abitudini, migliorare le potenzialità d’uso. Possiamo portare innovazione in aree dove sembra non ci sia più niente da inventare»
Leggerezza, flessibilità e prestazioni sono tra gli obiettivi considerati prioritari per provare a distanziare la concorrenza e catturare l’attenzione degli utenti, puntando su risorse non comuni e partendo dal basso. «Una delle dimostrazioni più recenti, nel settore della stampa laser – rilancia Canegrati -. Studiando le proprietà fisiche e chimiche, siamo arrivati a cambiare le modalità di stampa. Azzerando praticamente il tempo di attesa per la prima pagina, aumentano la qualità e abbattendo i consumi energetici».
Un riferimento non del tutto casuale, per introdurre una delle maggiori sfide per i prossimi anni. Un mercato in piena fase di esplosione, dove tuttavia la fretta di entrare appare superata dal desiderio di poter contare su una soluzione al di sopra della media. «Da qualche settimana la tecnologia PageWide, già introdotta sui modelli inkjet da ufficio è a disposizione degli uffici tecnici con il formato A0 – annuncia Canegrati -. È la stessa tecnologia alla base della stampante 3D ormai prossima, pronta a rivoluzionare l’intero settore».
In un mondo dove al momento ci si muove soprattutto sull’onda emotiva e con soluzioni ancora lontane dall’essere realmente opportunità di mercato, le ambizioni sono particolarmente elevate. «La manifattura in Italia sta calando, perchè nei grandi volumi i luoghi si scelgano in base ai costi. Le difficoltà tuttavia non mancano, a partire dalla logistica e dalle spese per il personale in crescita. Puntiamo a un passaggio fondamentale per una società come quella italiana: rivalutare la figura dell’artigiano tecnologico, in grado di personalizzare l’oggetto e produrlo in proprio o nei pressi, nei volumi desiderati».
Subito dopo, un altro progetto ambizioso, la blend reality. Un sistema in grado di fondere la realtà con il mondo virtuale. Il primo passo, Sprout, per ribaltare il principio di tradurre in concreto il mondo digitale. «Tutto ciò che faccio può essere portato dentro il computer. Parlo di strumenti grazie ai quali collaborare in remoto, in tempo reale su oggetti reali».
Dopo tante parole, è arrivato quindi anche in Italia il momento di dimostrare a clienti e investitori la bontà di una scelta intorno alla quale si è discusso molto. «Pensiamo di essere una società nuova con creatività e innovazione di quella vecchia – conclude Canegrati -. Lo spirito è quello di una startup, ma una startup con 76 anni di esperienza condivisa, dimensione internazionale e soprattutto solidità finanziaria».