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Sostenibilità digitale: cos’è e perché è un impegno necessario per un futuro responsabile delle imprese



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Anche la tecnologia può e deve essere efficiente, etica e accessibile e lo hanno ben compreso le grandi aziende, che stanno progressivamente adottando strategie concrete in materia ESG per ridurre l’impatto ambientale e migliorare la loro reputazione

Pubblicato il 30 set 2024

Luella Gianforti

Consulting Director di Tinext



Sostenibilità digitale

Cos’è la sostenibilità, oggi? Una buzzword, un concetto circoscritto all’ambito della tutela ambientale, qualcosa che le imprese devono per necessariamente prendere in considerazione? No, sarebbe molto riduttivo parlarne in questi termini, perché essere sostenibili non dovrebbe essere visto come un obbligo. Ma, piuttosto, una necessità, qualcosa di giusto e proficuo per tutti, non solo in ambiti come i trasporti o l’industria, ma anche sotto il profilo delle property digitali. Parliamo di sostenibilità digitale e di come anche la tecnologia possa – e debba – essere efficiente, etica e accessibile.

Cosa si intende per sostenibilità digitale

I grandi gruppi aziendali hanno ormai compreso l’importanza di adottare strategie di sostenibilità, sia per contenere o ridurre il proprio impatto ambientale e sia per migliorare la propria reputazione legata a tematiche sociali e di governance.

Sebbene si tenda a credere che le attività digitali, in quanto dematerializzate, siano immuni dalle criticità legate al consumo di risorse, il tema della sostenibilità digitale sta diventando sempre più importante e cresce l’esigenza di integrare pratiche sostenibili nelle operazioni online.

In quest’ottica, la sostenibilità digitale può contribuire non solo alla riduzione dell’impronta carbonica, ma anche al miglioramento dell’esperienza utente in termini di accessibilità ed efficienza operativa di un intero ecosistema tecnologico.

Dall’assessment della produzione di CO2 all’ottimizzazione delle risorse online

La sostenibilità digitale non è semplicemente un obbligo definito dall’Agenda 2030, ma una necessità per il benessere nostro e del pianeta. Contribuire alla strategia di sostenibilità generale significa che anche il digitale deve fare la sua parte, sia in termini di impatto reale che di comunicazione.

Uno degli aspetti imprescindibili è la misurazione della carbon footprint delle piattaforme digitali: utilizzando un algoritmo proprietario, è possibile valutare l’impatto energetico dei siti web, misurando non solo il consumo di energia ma anche altri parametri rilevanti.

Infatti, l’approccio alla sostenibilità digitale va oltre la mera misurazione, richiedendo azioni concrete per migliorare le performance ambientali, contenutistiche e sociali, tra cui un codice pulito e ottimizzato, privo di ridondanze che causano rallentamenti e inefficienze. La sobrietà del contenuto è altrettanto fondamentale, per evitare contenuti superflui e ridondanti.

Questo ha un duplice vantaggio proprio a livello di Digital Strategy, perché non solo riduce l’impatto energetico dell’impresa, ma migliora anche la rilevanza e la qualità dell’informazione offerta agli utenti. Questo approccio raggiunge vantaggi anche dal punto di vista SEO, perché riduce il disturbo causato da contenuti di scarsa qualità.

Sostenibilità digitale, come sviluppare un approccio Lean

La chiave è essere Lean, un termine mutuato dal settore della manifattura, che significa produrre quello che serve realmente, senza sovrabbondanza, per servire utenti reali.

La sostenibilità digitale prevede, quindi, un processo continuo di misurazione e remediation, ossia azioni correttive che potremmo riassumere in 3 step:

  1. Ottimizzazione del codice, ossia eliminare redirect inutili, rimuovere pagine obsolete e fare un “decluttering” del sito;
  2. Valutazione dei contenuti, per evitare ripetizioni, ottimizzare l’esistente e garantire che ogni testo sia utile e pertinente, declinato su più canali e mezzi. Meno contenuti, ma più autorevoli e pertinenti, rendono il sistema più efficiente e fruibile. L’obiettivo finale è creare un equilibrio tra le necessità di autorevolezza e business del committente e quelle di ricerca informazioni dell’utente, che va guidato verso una risposta diretta e pregnante, che non lo costringa a fare molte query ricorsive;
  3. Alimentazione verde dei datacenter, che rappresentano una sfida significativa in termini di sostenibilità, essendo tra le infrastrutture più energivore. Bisogna lavorare per alimentare questi centri con fonti rinnovabili, dimostrando un impegno concreto verso un futuro più green.

Un altro elemento da valutare, poiché consuma molte risorse e può interrompere l’esperienza utente, è il corretto uso degli asset come immagini e video, e in particolare l’ottimizzazione del caricamento degli stessi, così come la gestione delle applicazioni in standby: sono tutti aspetti importanti per ridurre il consumo energetico e migliorare l’efficienza operativa generale.

In molti, oggi, sottolineano come l’AI sia fortemente energivora e, dunque, tecnicamente poco sostenibile. In realtà, la questione è più complessa, poiché l’intelligenza artificiale può giocare un ruolo cruciale nell’ottimizzare le ricerche e presentare contenuti realmente pertinenti per l’utente, migliorando l’efficienza complessiva in ambito search.

Accessibilità e inclusività per una sostenibilità più completa

La sostenibilità digitale non si ferma all’ambiente. È essenziale considerare anche l’inclusività e l’accessibilità, garantendo che i contenuti siano fruibili anche da persone diversamente abili.

Dal 2025, le normative europee richiederanno per legge che i contenuti digitali siano accessibili a tutti, un aspetto che rafforza ulteriormente il legame tra sostenibilità ambientale e sociale. Le imprese hanno, così, l’opportunità e l’impegno di rendere accessibili contenuti che con grande difficoltà lo sarebbero nel mondo reale.

Dunque, la sostenibilità digitale è un impegno etico che si traduce in efficienza operativa e in un mondo più fruibile da tutti i cittadini, a prescindere dalle proprie caratteristiche.

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