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Sostenibilità di business ma anche sociale. Due realtà eccellenti si raccontano: Lati e Nextea

Sostenibilità di business ma anche sociale. Due realtà eccellenti si raccontano: Lati e Nextea

Le due aziende, con DNA diversi e che collaborano da tantissimo tempo, si sono trovate in perfetta sintonia su alcuni temi centrali di business, primo fra tutti quello della sostenibilità. Una comunanza che le ha portate a confrontarsi e a condividere i loro percorsi. L’intervista a Michela Conterno, CEO di Lati Industria Termoplastici, e Laura Massironi, CEO di Nextea

Pubblicato il 21 Apr 2022

Da una parte una delle realtà storiche del nostro Paese, Lati, azienda nata ufficialmente nel 1945 (era già attiva nel 1943) che oggi è uno tra i più importanti produttori europei di termoplastici tecnici per uso ingegneristico. Dall’altro Nextea, l’anima consulenziale di Altea Federation che lavora da vicino con le aziende accompagnandole nei loro percorsi di cambiamento organizzativo e di ridisegno dei processi.

Aziende diverse, che collaborano da molti anni, e che hanno intrapreso separatamente al loro interno percorsi simili, con una particolare propensione al tema della sostenibilità.

«Ho scoperto Nextea durante il passaggio generazionale, quando ho deciso di lanciare la mia azienda nell’avventura della trasformazione digitale. Cercavo una società di consulenza strategica che ci potesse aiutare nella revisione dei processi – racconta Michela Conterno, CEO di Lati Industria Termoplastici -. Abbiamo incontrato diverse società, ma la nostra scelta è ricaduta su Nextea perché è offre il metodo delle big four, ma anche un approccio molto umano, “human tech”, focalizzato sull’ascolto del cliente. A mio avviso questo era il plus per farci evolvere nella trasformazione digitale. Ma abbiamo scelto Nextea anche perché fa parte di Altea Federation, cui fanno capo aziende che hanno competenze tecnologiche che coprono tutti gli ambiti della trasformazione digitale: questo ci consente, a seconda delle nostre esigenze, di attingere a un bacino enorme di soluzioni, dall’Intelligenza Artificiale all’IoT».

Al CEO di Lati fa da eco Laura Massironi, CEO di Nextea: «La nostra collaborazione è iniziata nel 2014 con un progetto che riguardava la rivisitazione dei processi in ambito Supply Chain e poi c’è stata un’evoluzione di percorso, di accompagnamento verso la trasformazione. Siamo partiti dall’impostazione del piano industriale, a cui è seguita tutta la rivisitazione dei processi (la parte hard con l’utilizzo di tecnologie), ma anche un grosso lavoro sulle persone».

Un percorso che ha visto Nextea accompagnare quindi Lati sia su tematiche hard sia su temi soft, primo fra tutti il change management, coerentemente con lo slogan di Nextea “aiutamo le aziende a diventare umanamente digitali”: «Questo è un approccio, un valore molto in sintonia con Lati perché noi perseguiamo un cambiamento sostenibile che prevede che tutte le persone ne facciano parte», sottolinea Conterno.

E non stupisce quindi che due anni fa sia stato intrapreso con Nextea un nuovo percorso di digital mindset in ottica people value, che prevede l’utilizzo dell’intelligenza emotiva per capire come le persone stavano affrontando la trasformazione e individuare i margini di azione per aiutarle a recepirla nel migliore dei modi.

Sostenibilità in azienda: l’esempio di Lati e Nextea

L’accompagnamento delle persone è per Nextea uno dei pilastri della sostenibilità sociale. «Sostenibilità per noi significa lavorare con le persone e percorrere con loro questi sentieri. Anche noi, internamente, lo stiamo facendo utilizzando l’intelligenza emotiva soprattutto per la creazione dei team per i modelli di leadership, e per la valutazione delle persone per facilitare il loro percorso e interpretare meglio la loro valorizzazione. Da tutto questo stanno nascendo anche delle idee nuove e costruttive: in occasione di una delle iniziative svolte internamente è emerso l’interesse a fare team building focalizzato sulla solidarietà, con uno scopo sociale. È bello perché l’input è partito dalle persone stesse».

Una responsabilità sociale a cui è molto attenta anche Lati: «Siamo molto radicati sul nostro territorio – racconta Conterno -. Ci piace sostenerlo anche con percorsi di commistione che arricchiscono tutti e le nostre politiche di donazioni, per esempio, hanno come requisito di privilegiare attività ad alto impatto sociale e locale.

Il nostro progetto più importante di quest’anno sarà con Fondazione Piatti, attiva tra Milano e Varese, che assiste persone e ragazzi con autismo. Con loro abbiamo previsto di lanciare delle gare al nostro interno: chiederemo ai nostri dipendenti di realizzare in stampa 3D, una tecnologia di industria 4.0 che Lati già utilizza, dei manufatti utili agli assistiti della Fondazione; ci sarà anche una gara contapassi, che ci porterà a conteggiare più passi possibili anche per promuovere la nostra salute; ci sarà infine un elaborato sul tema dell’autismo. Queste tre gare si concluderanno con un momento finale che sarà un webinar di sensibilizzazione sull’autismo».

Il progetto di Lati ha tre diverse finalità: sensibilizzazione su un tema sociale, curare il benessere, favorire il team building, anche in ottica di recuperare convivialità e socialità e soprattutto, a livello trasversale, andare alla scoperta di colleghi che magari non si frequentano tutti i giorni.

Il traguardo della certificazione B-Corp

Nel caso di Nextea a muoversi per ottenere la certificazione è il Gruppo Altea che conta di ottenerla entro l’anno. Altea è sempre stata molto attenta al mondo della sostenibilità, dal 2007 pubblica il bilancio sociale, e in questo è stata veramente antesignana.

«In Italia sono meno di duecento le aziende che hanno la certificazione – ricorda Massironi -. Al nostro interno, stiamo portando avanti parecchie iniziative sia verso l’esterno, anche con associazioni, sia rivolte all’interno del Gruppo, l’area su cui lavoriamo di più sono le persone».

Anche Lati, dal canto suo, ha intrapreso questo percorso: «Ci trasformeremo in società benefit a giugno e questo è un bel passaggio, ma per una volta è un’altra trasformazione che non implica un cambiamento perché in realtà noi andiamo ad attestare ciò che Lati già è, ovvero un’azienda per cui il profitto non è un fine ma soprattutto un mezzo per generare valore economico e sociale. La trasformazione in società benefit implica un cambiamento del nostro statuto in cui andremo a modificare il nostro oggetto sociale inserendo il beneficio comune», ribadisce Conterno.

Lati persegue la sostenibilità ambientale in diversi modi, per esempio, con prodotti sempre più green in cui sono inseriti materiali riciclati e promuovendo l’utilizzo di biopolimeri. Per quanto riguarda il processo, il suo obiettivo è dimezzare le emissioni entro il 2025, per quanto riguarda la sostenibilità sociale, invece, c’è la volontà di generare un progresso economico e sociale attraverso le politiche interne ed esterne sulla comunità.

Che cosa è la sostenibilità sociale?

Ho provato a “sfidare” Michela Conterno e Laura Massironi e ho chiesto loro di dirmi in poche parole che cosa è per loro la sostenibilità sociale.

Ecco cosa ha risposto Conterno: «Per me è prendersi cura delle persone, dare loro un senso di scopo perché è importante prima di tutto essere felici sul lavoro perché è dove passiamo la maggior parte del tempo; seconda cosa è rendersi conto che il lavoro non è tutto nella vita e quindi per noi è importantissimo anche promuovere delle iniziative di conciliazione lavoro e famiglia».

Ecco cosa ha risposto Massironi: «In quanto società di servizi noi dobbiamo lavorare soprattutto sull’area people e quindi il tema di fondo per noi è l’engagement, vogliamo tenere le persone nella sostenibilità nel medio termine, quindi essere coesi con quello che è la cultura MTP (massive transformation purpose) dell’azienda. Dall’altra parte un’organizzazione come la nostra, con tanti giovani, sta andando sempre più verso la logica di “abbattere le gerarchie” che non significa solo responsabilizzare, ma allargare e rendere inclusiva questa organizzazione».

«Queste pratiche mi ricordano il best seller di Laloux “Reinventing Organization” che ha rivoluzionato le tecniche di management. Sono tre le pratiche fondamentali per raggiungere il successo e il benessere in un’organizzazione: avere un senso of purpose dell’organizzazione molto chiaro che possa appunto motivare tutti quelli che fanno parte dell’organizzazione verso questo obiettivo; considerare l’individuo nella sua interezza: la persona non è più solo un lavoratore, ma è anche un individuo con una vita e impegni al di fuori del mondo lavorativo; arrivare all’autogoverno dell’impresa quindi con persone sempre più felici e responsabilizzate», conclude Conterno.

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