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Sono circa 200 le aziende italiane che colgono i vantaggi della collaborazione estesa con clienti e fornitori. L’analisi del Politecnico di Milano.

L’integrazione cliente-fornitore nelle diverse fasi del ciclo dell’ordine comporta benefici che, da soli, possono rappresentare per le aziende e le…

Pubblicato il 15 Set 2011

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L’integrazione cliente-fornitore nelle diverse fasi del
ciclo dell’ordine comporta benefici che, da soli, possono
rappresentare per le aziende e le Pubbliche Amministrazioni
opportunità di miglioramento di carattere strategico sia
in termini di efficacia sia di efficienza
. Il ciclo
ordine-consegna-fatturazione-pagamento è, però, solo una delle
possibilità di integrazione tra imprese in una filiera ed è
interessante indagare quali altre opportunità si aprono nel
momento in cui l’ambito si “eleva” dallo
scambio di informazioni di carattere transazionale (ordini, DDT,
fatture ecc.) alla condivisione di informazioni di
pianificazione (dati di sell-out, livelli di scorte, capacità
produttiva disponibile ecc.)
e la prospettiva si sposta
dalla relazione operativa cliente-fornitore alla
collaborazione strategica tra partner.


La ricerca 2011 dell’Osservatorio Fatturazione
Elettronica della School of Management del Poltecnico di
Milano
(www.osservatori.net) ha esteso
l’ambito della sua analisi a tutte le aree in cui è
possibile un’integrazione informativa abilitata
dall’ICT e orientata alla collaborazione nella relazione
tra un’azienda e i propri partner (clienti e/o fornitori).
Questo insieme di opportunità è stato denominato dai
ricercatori eSupply Chain Collaboration.


Per identificare le possibilità di collaborazione tra i
molteplici processi che caratterizzano le realtà aziendali è
stato preso in considerazione il concetto-guida di processo di
filiera, inteso come insieme di attività che vede la
partecipazione di più attori appartenenti alla stessa supply
chain e che è caratterizzato da indicatori di performance
(KPI)
che dipendono dalle prestazioni di tutti gli
attori coinvolti. Rispetto a tutti i possibili processi di
filiera – tra cui il processo transazionale, il processo di
pianificazione operativa, il processo di progettazione, la
tracciabilità di filiera, il marketing – sono stati esaminati
nel dettaglio i due processi di filiera naturalmente più vicini
all’ambito dell’integrazione documentale nelle
relazioni commerciali tra clienti e fornitori:

  • Il processo transazionale – che
    comprende il ciclo ordine-consegna-fatturazione-pagamento, ma
    anche le attività di pre-vendita e post-vendita e gli scambi
    documentali e informativi a queste associati (ad esempio, nelle
    fasi di pre-vendita è possibile condividere informazioni sulle
    specifiche del prodotto/servizio e sulla disponibilità, mentre
    nelle fasi di post-vendita sono scambiabili informazioni sulla
    valutazione delle prestazioni del fornitore, sulle richieste di
    assistenza e manutenzione e sulla reverse logistics);
  • Il processo di pianificazione operativa
    – che prevede la definizione di che cosa acquistare,
    produrre, stoccare e distribuire, in quale luogo e in quale
    momento; il processo prevede attività di previsione della
    domanda, definizione delle scorte, organizzazione delle
    attività distributive, programmazione e gestione della
    produzione e degli approvvigionamenti.


Il processo transazionale e quello di pianificazione sono stati
analizzati nell’ottica di comprendere come le aziende che
operano nel contesto italiano colgono le opportunità di
collaborazione di filiera ICT-based, come si è evoluta la
diffusione delle iniziative di eSupply Chain Collaboration in
queste due aree e quali sono i fattori che determinano il
successo di questi progetti.


L’analisi del Politecnico rivela le aziende che
partecipano
– in qualità di aziende proponenti o anche
semplicemente perchè tirate dai loro clienti/fornitori –
a progetti di integrazione Business-to-Business tramite
EDI e Extranet Web-based in Italia sono, rispettivamente, 7.500 e
50.000 circa
. Molto spesso, però, questi progetti si
limitano allo scambio di un insieme limitato di documenti
transazionali, prevalentemente legati al ciclo dell’ordine,
oppure, come nel caso delle Extranet puramente informative, non
consentono la gestione di transazioni. Tra i progetti di
carattere transazionale, in circa il 65% dei casi lo
scambio documentale include anche la fattura
. In taluni
casi questo documento è l’ultimo, tra quelli di base, a
essere integrato


Sono invece molto rari i casi in cui l’integrazione
si è già estesa fino al completamento dell’intero ciclo
dell’ordine
con l’introduzione anche delle
informazioni relative al pagamento.
Nonostante, come affermato in precedenza, le imprese in Italia
potenziamente abilitate alla collaborazione con i propri clienti
e fornitori siano un numero significativo, solo una
minoranza di queste sta muovendosi in modo deciso verso forme
più estese di collaborazione
. Le imprese che hanno
intrapreso questa direzione sono circa 200 e tra queste
solo alcune decine raggiungono nella nostra scala un
livello medio sia di ampiezza sia di profondità
. Sono
ancora meno, una ventina circa, le aziende che hanno raggiunto un
significativo grado di maturità.

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