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Solo chi innova in modo agile e sa individuare opportunità sarà sul mercato tra 10 anni

Un’indagine su 3600 responsabili di business nel mondo indica i fattori critici di successo nell’era dell’Information Generation. «Occorre un piano che preveda l’uso delle nuove tecnologie, nel quadro più ampio di un’innovativa strategia di business digitale», spiega il CEO di EMC Italia Marco Fanizzi

Pubblicato il 18 Mar 2016

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Marco Fanizzi, CEO di EMC

Nel mondo retail, marchi quali Zara ed H&M elaborano i dati dei clienti con le nuove tecnologie analitiche per essere al passo con i trend e competere con la concorrenza; in quello automotive o assicurativo, la telemetria fornisce informazioni sul comportamento dei conducenti, utili nella progettazione di nuovi modelli di auto o per definire i premi assicurativi più indicati.

Gli altoparlanti Sonos e le racchette da tennis Babolat massimizzano le potenzialità del software per migliorare l’esperienza d’uso e offrire nuovi servizi ai clienti. Una app – Next Glass – sta tentando di rivoluzionare il settore delle bevande consigliando nuovi drink, personalizzati sulla base dei gusti dei consumatori, rilevati dalla Data Science.

Questo processo di trasformazione è spinto da tecnologie come il cloud computing e i Big Data, dalla diffusione dei dispositivi mobile e dai social media, e rappresenta un cambiamento di gran lunga più pervasivo tra quelli visti finora.

Le aziende lo hanno capito, ma non sempre riescono a stare al passo, e per questo sono più vulnerabili che mai; ci troviamo oggi in una situazione analoga a quella in cui si sono trovati gli editori di mappe e atlanti quando i produttori di smartphone hanno introdotto le applicazioni GPS nei loro telefoni.

Di recente, EMC ha commissionato all’Institute for the Future e a Vanson Bourne una survey su 3600 responsabili di business in tutto il mondo, chiedendo loro di identificare gli elementi che nei prossimi dieci anni avrebbero permesso alle loro aziende di svilupparsi nell’era dell’Information Generation. Il responso è stato: la capacità di individuare nuove opportunità in maniera prevedibile, e quella di innovare in modo agile.

La survey ha anche analizzato il livello di preparazione delle loro organizzazioni in questi due ambiti e il risultato è degno di nota. Infatti, nonostante il 62% degli intervistati ritenga essenziale l’individuazione prevedibile di opportunità, solo il 12% sostiene che le aziende siano in grado di coglierle, e solo il 9% ritiene di disporre degli strumenti necessari per innovare con successo in modo agile.

Altri ambiti ritenuti necessari ed emersi dalla survey sono: dimostrare trasparenza e affidabilità, garantire esperienze esclusive e personalizzate oltre che operare in tempo reale.

Le aziende che non saranno in grado di soddisfare queste nuove esigenze rischiano una battuta d’arresto. Basti pensare che circa il 90% delle aziende incluse nell’elenco Fortune 500 nel 1955 oggi sono scomparse. Nel prossimo decennio è presumibile che questo fenomeno sia ancora più veloce.

Le nuove tecnologie rappresentano il motore trainante del cambiamento. Di per sé, l’adozione di cloud computing, dei dispositivi mobile, dei social media e dei Big Data non garantirà la sopravvivenza di alcun modello di business: si tratta di semplici enabler. I Big Data e gli analytics possono aiutare una società a individuare nuove opportunità in modo prevedibile. Il cloud computing può consentire alle organizzazioni di raggiungere più utenti e operare con maggiori livelli di agilità ed efficienza. Ma senza un piano strategico che preveda l’utilizzo di queste nuove tecnologie, inserito nel quadro più ampio di un’innovativa strategia di business digitale, questi non sono sufficienti.

Penso ad esempio a GE e a ciò che sta facendo nell’ambito della tecnologia dell’Internet delle cose (IoT), che sfrutta cloud computing e Big Data Analytics. L’azienda è consapevole del fatto che le informazioni sui motori dei suoi jet, estrapolati grazie a queste tecnologie, rappresentano un enorme valore perché utilissimi per migliorare l’affidabilità, ridurre i costi e generare profitti maggiori.

Ma GE non è l’unico innovatore. Dieci anni fa, le persone hanno iniziato a utilizzare dei contapassi nelle loro attività di fitness; oggi i prodotti di Fitbit ci connettono al cloud e ci fanno ottenere maggiori informazioni sul nostro stato di salute. Dieci anni fa un orologio era in grado di dirci l’ora; oggi un Apple Watch ci mette in contatto con gli amici o ci consente di acquistare prodotti. Dieci anni fa, i jeans erano jeans e basta. Oggi, grazie a una partnership di Google con Levi’s si svilupperanno indumenti interattivi che funzioneranno come una piattaforma IT aperta.

Ora la grande domanda è: quante aziende nel prossimo decennio saranno in grado di seguire l’esempio di GE e di altri pionieri dell’Information Generation per soddisfare le nuove esigenze dei clienti?

* CEO di EMC Italia

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