La mobilità “dolce”, come modello alternativo di spostamento rispetto a quelli tradizionali più inquinanti, sta riscuotendo sempre più attenzione da parte delle aziende e dei lavoratori. Riferita in origine esclusivamente agli spostamenti con mezzi non motorizzati come le biciclette, la sua accezione è stata estesa poi dalla Fondazione ANIA (Associazione nazionale fra le imprese assicuratrici) anche ai veicoli elettrici, fino a diventare un ingrediente fondamentale della moderna Smart Mobility.
Quest’ultima, secondo la definizione dello Smart Mobility Report del Politenico di Milano, «fa riferimento all’evoluzione del mondo della mobilità verso un modello più sostenibile dal punto di vista ambientale, economico e sociale, abilitato dai trend evolutivi di elettrificazione, uso di carburanti alternativi, condivisione (nell’accezione di x-sharing), vehicle-grid integration». Questi macro-trend «hanno un impatto diretto e/o indiretto sulla decarbonizzazione del settore dei trasporti.
Smart Mobility Map, un progetto per la mobilità “dolce”
Per comprendere qual è lo stato dell’arte di queste tendenze in Italia esiste oggi uno strumento come la Smart Mobility Map con cui si possono consultare quasi 180 servizi correlati, suddivisi in 3 categorie: persona, auto e sostenibilità. Si tratta di un progetto realizzato da EconomyUp-Digital360 in collaborazione con Telepass che intende offrire un quadro esaustivo dell’ecosistema che può rendere “intelligente” e, appunto, “dolce” la mobilità nel nostro paese.
Non solo. L’iniziativa ha l’obiettivo di mettere a disposizione delle aziende che vogliono proporre al mercato le loro soluzioni MaaS (Mobility as a Service) una piattaforma di riferimento. Questo perché nella mobilità dolce «la proprietà o il possesso del veicolo sembrano destinati a lasciare il posto, nella scala delle priorità, al loro utilizzo» sottolinea la Fondazione ANIA, aggiungendo che «poter usare il mezzo diventa più importante che possederlo quando è economico, efficiente e di immediata fruizione. Da questo nasce la diffusione di flotte di e-bike, monopattini elettrici e overboard a noleggio nelle grandi città».
Una mappa interattiva che copre centro e periferie
Le grandi città non sono gli unici ambiti presi in considerazione nella Smart Mobility Map. Sebbene i centri urbani e le metropoli siano interessati più delle periferie da una rivoluzione profonda dei trasporti, ciò non toglie che il cambiamento investa qualsiasi latitudine. Basti pensare che la mappa interattiva sviluppata da EconomyUp-Digital360 e Telepass copre autostrade, parcheggi e stazioni di servizio. O, ancora, si estende dai servizi di sharing fino agli autobus, ai treni, alle navi, alla spesa a domicilio e così via.
L’idea del progetto è infatti quella di dare una panoramica in costante aggiornamento dei mezzi di locomozione in un’ottica integrata. Questo è il motivo per cui una sezione del sito è dedicata a ospitare i nuovi servizi che possono essere inseriti direttamente dalle aziende che li erogano compilando un apposito form. Da quando la Smart Mobility Map è stata lanciata online, le sue 3 categorie hanno continuato ad arricchirsi, segno dell’estrema vitalità che caratterizza la filiera, da nord a sud, in una incessante ricerca di efficienza, risparmio e dimensione green.
Il contributo delle aziende a un nuovo modo di muoversi
La Fondazione ANIA è convinta, giustamente, che non basta l’impegno delle istituzioni, che «si stanno attivando per incentivare questo modo di muoversi». Quindi le risorse come quelle messe in campo dal PNRR che, per quanto riguarda le infrastrutture per una mobilità sostenibile, superano i 25 miliardi di euro sono uno dei fattori che può determinare la definizione matura di una mobilità dolce e intelligente, non certo l’unico. Occorre anche che cittadini e imprese diventino parte attiva di questo fenomeno. Soprattutto per le seconde, avere una vetrina come la Smart Mobility Map rappresenta un’occasione sia di presentarsi agli stakeholder sia di stringere partnership con altri operatori che presidiano uno dei tanti tasselli della nuova mobilità.
Un esempio classico è quello del Telepass, che ormai consente non soltanto di transitare dai caselli dell’autostrada senza dover ritirare e pagare il ticket, ma anche di prendere i traghetti o di usufruire di parcheggi e strisce blu. Il tutto con il medesimo dispositivo. In prospettiva, nulla vieta l’ampliamento a ulteriori servizi che includano l’utilizzo del monopattino, la ricarica dell’auto elettrica o la prenotazione di un taxi. È un futuro che va scritto insieme da tutte quelle realtà che stanno contribuendo a modificare la mobilità come l’abbiamo conosciuta finora e che possono farsi conoscere segnalando i propri servizi tramite questo link.