Auto elettriche a guida autonoma che ridefiniscono la mobilità urbana, stampa 3D che rivoluziona la medicina, nuovi materiali isolanti ed ecosostenibili per costruire case efficienti dal punto di vista energetico ma anche sicure ed antisismiche, neuroscienze e genomica che attraverso le tecnologie esponenziali consentiranno di curare e guarire persone con disabilità, malattie rare, tumori. Sono solo alcune delle infinite opportunità e dei benifici che le tecnologie esponenziali, oggetto di studio, ricerca e progettazione da parte della Singularity University, riusciranno a portare in futuro all’umanità.
Ed è con l’obiettivo di mostrare al pubblico queste tecnologie e il loro potenziale che la Singularity University, community mondiale di innovazione e cultura con l’obiettivo di formare i leader di domani, che attraverso le tecnologie esponenziali potranno affrontare le grandi sfide dell’umanità, ha portato in Italia il SingularityU Summit, un evento itinerante già realizzato in altri 16 paesi.
Design Thinking per ridefinire le organizzazioni e trarre il meglio dalle tecnologie esponenziali
Gli obiettivi della Singularity University sono piuttosto sfidanti ma il Summit diventa l’occasione concreta per “toccare con mano” e vedere a cosa concretamente sta lavorando la community nell’ambito dell’Intelligenza Artificiale, della Blockchain, della robotica, delle neuroscienze, della genomica, delle nanotecnologie e delle biotecnologie, delle energie rinnovabili, dei nuovi materiali, fino ad arrivare a materie di natura più “sociale” come istruzione, didattica o ridefinizione delle organizzazioni aziendali secondo modelli orizzontali guidati da Open Innovation e Design Thinking.
«Con le tecnologie odierne una start up può arrivare ad essere miliardaria in meno di un anno», sono le parole di Yuri Van Geest, imprenditore, membro della Singularity University ed esperto di “organizzazioni esponenziali”. «Se nella old economy il tempo medio per poter costruire competenze di business solide con garanzia di poterne quindi “godere” un vantaggio competitivo era di circa trent’anni, oggi questo tempo è ridotto a soli cinque anni. Per poter essere “esponenziali” oggi le organizzazioni devono cambiare completamente approccio (non possono pensare di godere di un vantaggio competitivo per le sole capacità di business maturate per venti o trent’anni): devono cambiare struttura organizzativa, modalità di collaborazione e condivisione, ridefinire i processi di progettazione e innovazione».
In questo complesso percorso di cambiamento, è opinione di molti degli speaker che si sono susseguiti sul palco, saranno gli approcci di Lean Startup e Design Thinking ad aiutare persone, aziende e organizzazioni politiche ad adeguarsi ed affrontare al meglio il cambiamento esponenziale in atto e a far capire come riuscire ad utilizzare al meglio le tecnologie (da cui deriva la forte accelerazione del cambiamento in atto).
Per non lasciare sul piano teorico questi concetti, Van Geest ha portato l’esempio di Haier, la nota casa cinese che produce elettrodomestici, che è riuscita a conquistare posizioni da podio nel market share globale (in Cina è naturalmente il leader di mercato) «ridefinendo la propria organizzazione e passando da 80mila dipendenti a 2mila team di “startup interne”».
Innovazione e immaginazione dovrebbero entrare nell’educazione e nel mondo del lavoro
Sfide tutt’altro che banali che potremo davvero affrontare in modo adeguato quando creatività, innovazione e tecnologia entreranno concretamente nel mondo dell’education. Durante il Summit della Singularity University si è parlato molto di come il concetto di innovazione dovrebbe essere tradotto ed inserito nei percorsi educativi dei giovani. A tenere tutti incollati alle sedie, affrontando questi temi, è stato John Hagel, co-presidente del Deloitte Center for the Edge, centro che si dedica alla ricerca delle opportunità di business che emergono nel contesto di cambiamento continuo in cui viviamo.
«Le grandi imprese gerarchiche hanno fatto il loro tempo, saranno sempre meno rilevanti ed anzi, il loro modello sarà del tutto inefficace in futuro», ha tuonato Hagel. «Il futuro del lavoro si baserà sull’individualità delle persone, sulla loro creatività, immaginazione, passione; ogni lavoratore sarà imprenditore di sé stesso, anche all’interno di una organizzazione aziendale».
«Passione, scopo, potenziale e “permesso” di innovare; saranno questi i requisiti con cui le nuove organizzazioni dovranno cercare i talenti», incalza su questo tema anche Van Geest.
Concetti ripresi anche da Oscar Di Montigny, Direttore Marketing, Comunicazione e Innovazione di Banca Mediolanum, che sul palco del SingularityU Summit ha voluto focalizzare l’attenzione sul valore degli esseri umani: «gli uomini sono la miglior tecnologia perché sanno porsi delle domande». Anche se, parlando della sfida nel riequilibrare la distribuzione mondiale della ricchezza, la sua fiducia nell’umanità lascia spazio a qualche perplessità: «abbiamo imparato a dividere l’atomo ma non il pane», dice un po’ provocatoriamente.
«La tecnologia è ciò che ci permetterà (democraticamente) di costruire una società più equilibrata e migliore», è la visione di David Orban, chapter ambassador di SingularityU Milan, la prima sede italiana della Singularity University, «l’elemento che ci permetterà di passare da una società gerarchica alla Network Society dove “vitale” sarà la decentralizzazione dei poteri, dei processi, delle economie».
Energia solare e da altre fonti rinnovabili che ridefiniscono il mercato delle multinazionali del petrolio, stampa 3D che cambia il settore manifatturiero e persino quello della medicina, giardini verticali che cambiano il design urbano, auto a guida autonoma che ridefiniscono la mobilità cittadini, Blockchain che non solo cambia il mondo dei pagamenti ma anche quello della contrattualistica, il settore legale, il mondo dell’Agrifood e via dicendo, sono solo alcuni degli esempi molto concreti attraverso i quali, già oggi, possiamo accelerare questo grande momento di cambiamento.