INTERVISTA

Singularity University, primo evento in Italia. David Orban: non abbiate paura di AI e Blockchain

In vista del Summit del famoso “think tank” californiano, in programma a Milano il 27 e 28 settembre, il chapter ambassador di SingularityU Milan ne spiega i temi, dall’approccio migliore alle tecnologie più innovative, alla necessità di una nuova generazione di manager, fino al ruolo della società nella trasformazione digitale

Pubblicato il 21 Set 2017

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Si chiama Singularity University, anche se non ha nulla a che vedere con una Università, e ha come obiettivo “educare” le persone (non tutte, solo quelle pochissime decine ammesse a farne parte) a cogliere il massimo dalle tecnologie esponenziali che ci cambieranno la vita.

Nata nella Silicon Valley nel 2008 per volere di Ray Kurzweil e Peter Diamandis, due tra i più ascoltati “futurologi” (soprattutto legate ai temi della singolarità e del transumanesimo), e sostenuta da Google e Larry Page in persona, la Singularity University si presenta come una sorta di campus per “illuminati” dove tra seminari, workshop e attività di brainstorming si educa e ispira una nuova generazione di leader a “comprendere e usare le tecnologie per guidare l’umanità nelle sfide che la attendono nel suo futuro” (recita così il manifesto ufficiale).

Riuscire a far parte del ristretto club di innovatori è impresa ardua: avere un’ottima carriera scolastica e professionale non è sufficiente, servono idee rivoluzionarie, che generano impatti dirompenti su almeno un miliardo di persone, come la cura/prevenzione del cancro o la lotta alla povertà. Ma il programma di education ha da diversi anni avviato un proprio programma di espansione globale, portando il modello fuori dalla California e arrivando anche nel nostro paese (con due sedi, a Milano e Roma).

L’obiettivo è sviluppare “una community mondiale di innovazione e cultura che utilizza le tecnologie esponenziali per affrontare le grandi sfide dell’umanità e costruire un futuro di abbondanza per tutti. La piattaforma collaborativa di Singularity University consente agli individui e alle organizzazioni in tutto il mondo di apprendere, fare rete e innovare attraverso soluzioni che utilizzano tecnologie di accelerazione, come Intelligenza Artificiale, robotica e biologia digitale”.

David Orban, chapter ambassador di SingularityU Milan

Messaggio fondamentale, dice David Orban, chapter ambassador di SingularityU Milan, la prima sede italiana della Singularity University, è che «non si possono ignorare le tendenze tecnologiche in atto (Cloud, Mobility, Big data, IoT, Intelligenza Artificiale) e che il bilancio di chi si avvicina ad esse è nettamente positivo. Il grande vantaggio delle tecnologie di oggi è che è possibile sperimentare e avviare progetti pilota con sufficiente rapidità e semplicità per poterne comprendere in poco tempo l’efficacia e se produce o meno gli effetti desiderati in azienda, anche in realtà medie e medio-piccole».

Tuttavia, «la loro analisi va affrontata in dettaglio, sia dal punto di vista tecnologico sia dalla prospettiva del loro valore e potenziale sul business (con tutte le implicazioni che ne conseguono sull’organizzazione, i processi e la cultura aziendale), soprattutto perché in un modello di competitività globale l’innovazione tecnologica e la trasformazione digitale delle imprese sono oggi scelte “obbligate”», riflette David Orban anticipando alcuni dei temi che verranno affrontati i prossimi 27 e 28 settembre a Milano nel primo Summit italiano della Singularity University.

Intelligenza Artificiale: percezione concreta ma ancora tanto da fare

Affrontando il tema dell’Intelligenza Artificiale, che al Summit di Milano avrà un ruolo centrale, Orban sostiene che ci sia «una percezione concreta della sua importanza e “potenza” perché se ne è potuta toccare con mano l’efficacia già a livello di utenti consumer, «per esempio con la classificazione automatica delle immagini scattate con lo smartphone e salvate in cloud, che permette poi di fare ricerche con linguaggio naturale, per esempio di foto di persone bionde che sorridono al tramonto sulla spiaggia».

Di esempi di utilizzo dell’intelligenza artificiale oggi ce ne sono molti, «ed è proprio da questi che può nascere la creatività per calarle all’interno del quotidiano aziendale (processi di vendita, del controllo di qualità, ecc.)», prosegue David Orban. «L’importante è che queste tecnologie vengano inserite in azienda in modo molto snello, cosa che non sempre collima con la struttura organizzativa delle aziende, troppo spesso gerarchica con eccessive deleghe di responsabilità ai dirigenti, di cui si danno per scontate capacità di analisi e previsione che in realtà non possono avere. Pretendere che un manager possa analizzare esattamente il ritorno di investimento o i benefici di business di queste nuove tecnologie non è ragionevole; pretendere che ci sia questa chiarezza è ipocrita, sia da parte di chi offre la tecnologia sia di chi la deve adottare in azienda. Sarebbe più onesto (ma anche molto coraggioso) che le persone con ruolo di responsabilità potessero ammettere con serenità di non essere in grado di valutare in anticipo gli esiti della sperimentazione tecnologica, soprattutto quando si parla di Intelligenza Artificiale».

D’altra parte non ci si può neanche permettere di stare fermi a guardare cosa accade nel mondo e cosa fanno i pionieri. «Questo non significa ovviamente “andare alla cieca”, è necessario comunque fare valutazioni e ipotizzare scenari ma, soprattutto, deve essere predisposta fin dall’inizio la misurazione per poter controllare rapidamente i risultati e rivedere “in corsa” i piani», suggerisce Orban.

Blockchain: il valore della conoscenza è enorme

«Penso che uno degli obiettivi (e delle opportunità) del Singularity U Summit italiano sia la possibilità di uscire dai binari di una informazione spesso condotta dallo scandalo (anche quando si parla di tecnologie si tende a evidenziarne i possibili effetti “devastanti” per l’umanità) o comunque troppo enfatizzante su singole viste (sia positive, “osannando” i benefici, sia negative, “demonizzando” gli svantaggi), quando in realtà la tecnologia dovrebbe essere dibattuta in modo “neutrale” (cioè equilibrato e quanto più oggettivo possibile)», è la provocazione di Orban nell’affrontare il tema della Blockchain e della sua percezione da parte delle aziende italiane. «Uno degli obiettivi della Singularity Univeristy, anche in Italia, è permettere a persone e aziende di uscire dal concetto di Blockchain come tecnologia fuori controllo, in uso ai criminali, ecc. e capire invece che in questo gioco a somma positiva il valore della conoscenza è enorme».

Guardando alla Blockchain, in particolare, la condivisione di informazioni, sperimentazioni e progetti diventa lo stimolo principale per le aziende per capire se e come utilizzarla al meglio. «Con la Blockchain la sfida più grande riguarda la trasformazione dei modelli organizzativi e di business verso nuove forme caratterizzate dalla decentralizzazione (del potere e dei processi) che ridefinirà forme collaborative e processi decisionali e che quindi deve necessariamente passare per un radicale cambiamento culturale».

Il ruolo della società nel processo di innovazione tecnologica

«Nella società moderna, che ci permette di vivere più a lungo e anche di essere produttivi anche in età avanzata, pensare di poter affrontare questo passaggio culturale semplicemente con i cambi generazionali è utopia», incalza David Orban. «Non possiamo attendere le nuove generazioni per avviare un processo di rinnovamento comportamentale e della mentalità del lavoro».

Di contro, «bisogna riconoscere che non tutte le persone sono in grado di affrontare un cambiamento così dirompente. Diventa quindi fondamentale l’intervento della società (in senso allargato come politica, economia, comunità, aziende, ecc.) che deve trovare i mezzi per “rassicurare” queste persone garantendo la risorse necessarie alla loro vita dignitosa (che significa anche avere piani di inclusione per non farle sentire emarginate)».

«Sarò felice – conclude David Orban – se vedrò metaforicamente le persone uscire sfregandosi le mani pensando a quante cose potranno fare in azienda; se decideranno di fare sperimentazione di una o due tecnologie di cui hanno sentito parlare al Singularity U Summit di Milano o avranno desiderio di approfondire alcuni argomenti e tecnologie di cui parleremo, allora potrò dirmi davvero molto soddisfatto».

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