Il passaggio dell’IT al cloud non è più soltanto nelle previsioni ma ormai anche nei numeri. Lo testimoniano gli ultimi dati diffusi da IDC, secondo cui nel 2015 la spesa totale per l’infrastruttura cloud IT (server, storage e switch Ethernet) crescerà del 24,1% e raggiungerà quota 32,6 miliardi di dollari . Una valore da capogiro, che ormai ammonta a un terzo degli investimenti complessivi delle aziende nelle infrastrutture IT aziendale, in netta crescita rispetto al 27,9% del 2014. Invece, la spesa per infrastrutture IT di tipo tradizionale, non-cloud, è destinata a scendere dell’1,6% del 2015, anche se ovviamente qui si concentra ancora la maggioranza degli investimenti (oltre 66 miliardi di dollari).
IDC fornisce anche delle indicazioni su come si stia indirizzando la sfida cloud pubblico-cloud privato. Per il momento entrambi sono in crescita, ma la versione pubblica è nettamente davanti e sta crescendo a un ritmo più veloce. La spesa per le infrastrutture IT di cloud privato, infatti, nel 2015 aumenterà del 15,8% anno su anno, raggiungendo quota 12,1 miliardi di dollari. La nuvola pubblica invece conoscerà un tasso di sviluppo del 29,6% (quasi il doppio), per circa 20,5 miliardi di dollari di giro d’affari. La spesa nelle soluzioni sulla nuvola va piuttosto bene in tutte le aree del mondo, eccetto l’Europa orientale e centrale, dove le turbolenze politiche ed economiche stanno avendo un impatto negativo sulla spesa IT.
Per tutte e tre le tecnologie – server, storage e switch Ethernet – l’incremento della spesa sarà superiore al 20%; i server, in particolare, viaggeranno al tasso di sviluppo più alto, del 25,5%. Lo sviluppo del cloud è destinato a continuare anche dopo il 2015, anche se a un tasso leggermente ridotto: nei prossimi 5 anni il livello di crescita annuale sarà del 15,1%, che permetterà il raggiungimento di un fatturato di oltre 53 miliardi di dollari nel 2019, quasi la metà (46%) dell’intera spesa IT enterprise. Allo stesso tempo proseguirà il declino della spesa nelle infrastrutture IT non legate alla nuvola (-1,7% annuo), mettendo a rischio i già limitati margini degli operatori. Il cloud pubblico conterà per circa 33,6 miliardi, mentre quello privato – che crescerà a un ritmo leggermente inferiore – per oltre 19 miliardi di dollari.
Ma cosa sta spingendo l’adozione della nuvola in azienda? Secondo IDC resistono sempre le tradizionali ragioni economiche e di agilità, ma nei prossimi anni un effetto positivo arriverà dalla proliferazione delle applicazioni di nuova generazione nate e gestite nel cloud, che spingerà inevitabilmente le imprese ad abbracciare la nuvola. Indicazioni, dunque, estremamente chiare per gli operatori di canale, che devono fare i conti nel prossimo futuro con attività tradizionali in lento ma costante declino e la necessità di ritagliarsi un ruolo nel cloud, anche in quello pubblico, per salvaguardare il proprio business.