REPORTAGE

Salesforce Dreamforce 2023: in scena le “cinquanta sfumature” dell’AI

È l’Intelligenza Artificiale in tutte le sue declinazioni tecnologiche, da quella conversazionale a quella predittiva, senza trascurare (ovviamente) quella generativa, la grande protagonista dell’ultima edizione della conferenza globale della casa di San Francisco. Il reportage dell’evento

Pubblicato il 13 Set 2023

Dreamforce 2023, Salesforce's annual user and developer conference, is held at the Moscone Convention Center in San Francisco from September 12-14, 2023. (© Photo by Jakub Mosur Photography)

Si alza il sipario su Dreamforce 2023, l’evento annuale organizzato da Salesforce che ha portato a San Francisco oltre 40mila clienti e partner della casa californiana, oltre a speaker di grande richiamo come l’attore Mattew McConaughey e l’etologa di fama mondiale Jane Goodall.

Un’edizione che segna un cambio di rotta nella strategia e nella comunicazione dell’azienda: non si parla praticamente quasi più di Cloud per concentrarsi, invece, sulla valorizzazione dei dati, a prescindere da dove si generano, e sull’automazione intelligente.

I molti volti dell’AI

Il fil rouge dell’evento è, infatti, l’Intelligenza Artificiale, declinata in tutte le sue sfaccettature, da quella conversazionale a quella predittiva senza tralasciare, ça va sans dire, l’AI generativa. Il suo utilizzo diffuso lungo tutto lo stack tecnologico permetterà di semplificare la vita degli utenti Salesforce – che si tratti di marketer, operatori del Customer Service o sviluppatori software –, garantire maggior efficienza operativa alle aziende e una personalizzazione ancora più spinta di contenuti e offerte commerciali. Il tutto all’insegna della massima facilità d’uso.

Ognuno di noi è un Einstein

È la frase che campeggia all’ingresso del Moscone Center, che ospita l’evento.

L’idea comune a tutti gli annunci di prodotto e strategici è di svincolare progressivamente l’utente, che nel caso delle applicazioni Salesforce è tipicamente un marketer o un commerciale, dal reparto IT, fornendogli l’accesso diretto a strumenti potentissimi, ma facili da utilizzare, per identificare nuove opportunità di business o efficientare processi e flussi di lavoro.

Benioff, numero uno del colosso californiano, parla addirittura di un vero e proprio Nirvana dell’AI, la quintessenza della democratizzazione dell’Intelligenza Artificiale, oggi realmente alla portata di tutti i laptop e smartphone. Con la Generative IA, infatti, la ricerca dei dati rilevanti per rispondere alle richieste dell’utente può finalmente essere eseguita in modo intuitivo attraverso semplici comandi vocali o chat di testo che utilizzano il linguaggio naturale.

Salesforce Dreamforce 2023

Dreamforce 2023, migliorare l’AI Experience

«Siamo in piena rivoluzione AI – sottolinea nel keynote di apertura il CEO e co-fondatore dell’azienda, Marc Benioff –. L’Intelligenza Artificiale oggi è in cima alle priorità della maggior parte dei Chief Executive Officer e l’obiettivo per noi è garantire la miglior AI Experience possibile».

In un momento in cui la maggior parte delle software company punta sull’integrazione della Generative AI a vari livelli all’interno delle proprie piattaforme, Salesforce non fa eccezione.

A onor del vero va detto però è stata tra le prime realtà a investire nell’Intelligenza Artificiale quasi otto anni fa, integrandola progressivamente in molti servizi e applicazioni come la Customer Data Platform proprietaria, Data Cloud, o la piattaforma di gestione del Customer Care omnicanale Service Cloud.

Einstein Copilot e la partnership con OpenAI

La conferma della rotta tracciata arriva con la presenza all’evento di Sam Altman, CEO di OpenAI. La collaborazione tra le due aziende è sfociata, lo scorso marzo, nel rilascio di Einstein GPT e nell’integrazione di funzionalità di AI generativa nel CRM proprietario, Salesforce Customer 360. Oggi prosegue anche su Einstein Copilot, un chatbot basato sulla tecnologia di Conversational AI che verrà rilasciato in General Availability in autunno.

Pensato per arricchire la User Experience, permette di integrare tutti i canali di comunicazione in tempo reale come WhatsApp, chat e SMS.

L’utente interno potrà porre quesiti che riguardano il suo lavoro attraverso semplici prompt che utilizzano il linguaggio parlato e ricevere risposte efficaci in modo altrettanto intuitivo. I vantaggi saranno evidenti da subito: flussi di lavoro migliorati, accesso più rapido alle informazioni rilevanti, condivisione in tempo reale delle best practice.

Il cliente, invece, potrà relazionarsi con i brand in modo del tutto naturale con la garanzia di ricevere sempre riscontri pertinenti e immediati.

Salesforce Dreamforce 2023

La questione etica

Einstein Copilot Studio, disponibile sempre in autunno, permetterà di personalizzare Einstein Copilot con prompt specifici e modelli AI proprietari. Grazie all’integrazione di Einstein Trust Layer nelle due piattaforme, Salesforce si fa garante dell’uso “etico” dei dati dei clienti. Questo significa che, per esempio, le informazioni sui prodotti contenute in una brochure potranno contribuire a generare il testo di una eMail di Marketing Automation ma non saranno utilizzabili per allenare l’algoritmo di ChatGPT, al pari delle informazioni sui clienti.

Va peraltro ricordato che Salesforce è stata tra le aziende pioniere dell’Ethical AI, avendo creato già sette anni fa un comitato interno che si occupa delle implicazioni sociali, ambientali ed etiche dell’uso dell’Intelligenza Artificiale.

Le allucinazioni

Il tema della fiducia, condizione indispensabile alla diffusione ancora più pervasiva dell’AI generativa, è stato sottolineato da Altman come uno dei più critici per il futuro, accanto a quello dell’affidabilità. «Nei prossimi mesi – ha osservato Altman – saremo impegnati a risolvere il fastidioso fenomeno delle allucinazioni e ad ampliare il ventaglio di funzionalità disponibili in modo che ogni azienda abbia la possibilità di costruirsi il proprio agente AI e migliorare in modo incrementale le prestazioni. Già oggi, per esempio, molti sviluppatori software sono in grado di partire da un codice scritto al 25% da ChatGPT e, grazie al feedback iterativo, domani il modello sarà in grado di fare per loro il 50% del lavoro e tra qualche anno ancora di più», amplificando in un modo impensabile fino solo a pochi mesi fa le capacità, la creatività e la produttività di ciascun individuo o team.

Low code e no code per un business sempre più agile

Negli annunci, un posto di riguardo spetta a Einstein 1 Platform, definita da Benioff «intelligente, automatizzata, aperta, low e no-code. Una soluzione oggi generativa e, a breve, sicuramente anche autonoma per creare nuove applicazioni di marketing, automatizzare la gestione dei contenuti e ottimizzare molti altri compiti complessi».

Già disponibile, la piattaforma della società californiana genera oltre un bilione, ovvero mille miliardi, di predizioni ogni settimana. I modelli matematici che ne costituiscono il cuore pulsante sono in grado di “comprendere” il contesto di un processo di business o quello in cui si muove il consumatore e anticipare gli effetti di un’azione generata come risposta a quello specifico contesto. I dati dei risultati così ottenuti sono impiegati per “aggiustare il tiro” e allenare i Large Language Model all’insegna del miglioramento progressivo.

«Il framework di metadati integrato nativamente in Einstein 1 Platform permette alle diverse applicazioni di parlare lo stesso linguaggio – ha concluso Parker Harris, Co-Founder e CTO di Salesforce –. Questo assicura ai team marketing la capacità di azionare in modo ancora più efficace e immediato i dati sul consumatore, a prescindere da dove si generano».

Con Google e AWS per migliorare la User Experience

Grazie alla rinnovata partnership con Google sarà possibile un’integrazione ancora più fluida tra Google Workspace (quindi Calendar, Meet, Gmail…) e Salesforce, che permetterà di migliorare la fruizione dell’AI generativa sulle diverse piattaforme.

Nella stessa direzione va letto il rafforzamento dell’alleanza con Amazon Web Services, che prevede l’integrazione delle funzionalità BYOL (Bring Your Own Lake) e BYO LLM (Bring Your Own Large Language Model) di Salesforce Data Cloud nel Cloud AWS.

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