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Robot al lavoro nei negozi giapponesi. Obiettivo? Stupire

A due anni dal lancio del suo robot umanoide Pepper, la giapponese SoftBank ha venduto 10.000 unità ad aziende che vogliono rendere “indimenticabile” l’esperienza dei clienti. I brand, fra cui Nestlè e Pizza Hut, trovano così un nuovo canale di contatto dall’effetto wow. Presto attive nuove applicazioni in sanità

Pubblicato il 23 Gen 2017

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Pepper, il robot di SoftBank, non è più una novità futuristica per addetti ai lavori, ma uno strumento per potenziare la customer experience adottato da diverse multinazionali: dal 2014, SoftBank ha venduto 10.000 unità del suo umanoide che parla e interpreta le emozioni.

La proposta del colosso giapponese delle Tlc e Internet si rivolge ad aziende desiderose di creare un effetto wow e trasformare l’esperienza cliente in un momento “indimenticabile” grazie a una tecnologia evoluta che non è più appannaggio esclusivo del mondo delle fabbriche: “Il sogno di creare un’esperienza consumer avanzata con Pepper diventa realtà”, ha detto al Financial Times Masayoshi Son, Presidente e CEO di SoftBank Corp.

Il roll out di Nestlé nei punti vendita Nescafe

Tra i primi a comprare il robot c’è stata la Nestlé, che ha iniziato il roll out a fine 2014 e ora impiega Pepper in circa 1.000 negozi giapponesi dove vende macchine per il caffè e miscele Nescafe. L’idea è di aumentare il grado di interazione col pubblico: Pepper è infatti capace di capire le emozioni umane e di reagire di conseguenza, grazie ad avanzate tecnologie di riconoscimento della voce, delle espressioni del viso e dei movimenti.

Pizza Hut Asia, si ordina e si paga con Pepper

Quest’anno MasterCard si è aggiunta al gruppo di aziende che credono nelle potenzialità di interazione col cliente del robot giapponese, messo “al lavoro” in alcuni Pizza Hut in Asia; qui il loro compito è prendere le ordinazioni e occuparsi dei pagamenti, visto che Pepper è in grado di utilizzare l’applicazione MasterPass, il servizio di global digital payment di MasterCard. “I consumatori si aspettano un servizio personalizzato, offerte dedicate, operazioni di pagamento semplici, esperienze d’acquisto omogenee in store e online”, afferma Tobias Puehse, vice president, innovation management, Digital Payments & Labs, di MasterCard. “L’obiettivo di questa applicazione commerciale di Pepper è offrire ai consumatori una shopping experience che difficilmente scorderanno”.

Un mondo di app con Android

SoftBank ha nel tempo ampliato le capacità di Pepper, anche in vista di un’espansione internazionale, a partire dagli Usa: il robot parla inglese, francese e spagnolo, oltre al giapponese, integra la tecnologia di traduzione Microsoft, e il software è stato aperto agli sviluppatori Android per creare sempre più applicazioni. Intanto gli impieghi si moltiplicano: la casa farmaceutica Eli Lilly ha avviato un progetto pilota per usare Pepper nello screening dei pazienti che si presentano in ospedale con delle fratture per capire se ci sono correlazioni con l’osteoporosi. In ambito sanità Pepper può essere impiegato anche per assistere bambini autistici o pazienti con Alzheimer, ma qualcuno lo immagina anche come assistente personale in una smart home.

Pepper viene venduto in Giappone a circa 2.000 dollari, cui fa seguito un abbonamento mensile per il supporto (500 dollari); ciò sta permettendo gradualmente al robot di portare a SoftBank anche un utile, sostiene l’azienda.

Non solo SoftBank: gli altri robot per restare in contatto col cliente

SoftBank non è l’unica a creare robot da inserire nell’esperienza consumer. Sony sta preparando un nuovo cane-robot, due anni dopo aver pensionato Aibo, mentre il costruttore d’auto Toyota si appresta a lanciare Kirobo Mini, un robot in grado di parlare, che sarà in vendita in Giappone dall’anno prossimo a meno di 400 dollari e che, a detta della casa automobilistica, sa riconoscere le espressioni facciali e arricchisce il suo linguaggio con l’apprendimento. E che, soprattutto, permetterà a Toyota di restare in contatto col cliente oltre i confini dell’automobile.

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