ormai ampiamente consolidata, anche se esiste un consistente
digital divide che separa le imprese più piccole da quelle di
maggiori dimensioni. Queste le principali evidenze che emergono
dai risultati diffusi a dicembre 2010 dall’Istat
sull’uso delle tecnologie dell’informazione e della
comunicazione nelle imprese con almeno 10 addetti attive
nell’industria e nei servizi. Sono escluse, dunque, le
microimprese e le aziende del settore Finance, dove
l’adozione delle tecnologie è da sempre molto alta.
Dalla ricerca – effettuata su un campione di 37.349
imprese, rappresentativo di un universo di 222.790 imprese
– risulta infatti che il 95,1% delle imprese
utilizza il computer e il 93,7% dispone di una connessione
Internet, a cui l’83,1% accede tramite servizi a
banda larga, e il 18,6% con connessioni mobili. L’utilizzo
delle tecnologie informatiche è comunque fortemente
differenziato per settore di attività economica. Il
comparto ICT, che include le attività ad alta
intensità tecnologica dell’industria e dei servizi,
è, come ovvio, la punta di diamante, con nove addetti su
dieci che utilizzano il computer, mentre sui livelli
più bassi di utilizzo si collocano il settore delle costruzioni
(26,5%), quello dei servizi di ristorazione (12,1%) e alcune
attività di servizi alle imprese quali noleggio, ricerca di
personale, vigilanza (20,2%).
A gennaio 2010 sei imprese su dieci erano
presenti sul web con un proprio sito,
percentuale che raggiungeva l’80,7% in quelle del settore
ICT. Relativamente alla dimensione d’impresa, si passa dal
58,7% di presenza delle imprese minori a circa il 90% di quelle
con almeno 250 addetti.
I dati dello studio confermano come per molte imprese italiane la
tecnologia sia ancora considerata un mero supporto alle attività
operative, piuttosto che un vero e proprio asset strategico in
grado di dare un vantaggio competitivo.