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Ricerca del Politecnico di Milano. Business Intelligence in crescita del 7% in Italia. Il Bancario si conferma come il settore che opera i maggiori investimenti

Il mercato italiano della Business Intelligence non sembra risentire della crisi ma anzi si prevede che chiuderà il 2010 con una crescita del 7% sullo scorso…

Pubblicato il 22 Nov 2010

Il mercato italiano della Business Intelligence non sembra
risentire della crisi ma anzi si prevede che chiuderà
il 2010 con una crescita del 7%
sullo scorso anno,
registrando un aumento degli investimenti mediamente superiore
di quelli in sistemi ICT. I sistemi di BI , dunque, rimangono
una priorità per i CIO e sono riconosciuti a
livello trasversale come strumenti con forte impatto
sull’ottimizzazione delle prestazioni, l’incremento
dei ricavi e la riduzione dei costi.
Questi i risultati della ricerca 2010
dell’Osservatorio Business Intelligence della
School of Management del Politecnico di Milano
, che
quest’anno ha ampliato le proprie analisi relative ai
principali settori della produzione e dei servizi –
inclusi Banking Finance, Pharma Sanità e GDO – per
comprendere le specificità relative a ciascuno di essi ed
operare confronti incrociati.
Dalla ricerca emerge come, affinchè i progetti di Business
Intelligence siano concreti e portino alla realizzazione di
risultati positivi, è necessario che siano il frutto di una
vision condivisa a livello aziendale, e quindi
concepiti come un’attività che deve riguardare
l’azienda nella sua interezza e non singole funzioni o,
caso limite, la sola funzione ICT. È inoltre fondamentale che
il management comprenda fino in fondo l’importanza e le
potenzialità di questi strumenti, considerando questo tipo di
progetti come una risorsa di importanza
strategica
.

Un accento particolare deve inoltre essere posto
all’accuratezza dei dati, che, affinchè lo strumento si
riveli efficace, devono essere completi, consistenti ed
attuali.
A questo proposito da segnalare che le
software house prevedono in maniera crescente
l’integrazione delle proprie applicazioni con fonti di
dati non strutturati – come per esempio mail,
messaggi da forum, social network, file multimediali, fatture e
reclami
– che si è calcolato costituiscano oggi circa
l’85% dei dati utilizzati dalle aziende.
A livello di settori è il Bancario quello che
maggiormente investe in soluzioni di BI, principalmente per
attività strategiche come portfolio performance management,
valutazione di compliance e gestione del rischio. Seguono le
aziende del comparto farmaceutico, che a
fronte di investimenti più modesti utilizzano questi strumenti
per attività di business performance management, analisi di
marketing e vendite e ricerca clinica. A seguire le
aziende della GDO, che utilizzano queste
applicazioni per valutare la redditività dei prodotti,
analizzare il comportamento d’acquisto dei consumatori,
prevedere il ROI delle campagne promozionali e ottimizzare i
processi logistici dei propri magazzini.

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