Oggi sono molte le imprese che dichiarano di porsi sul mercato in maniera innovativa e sostenibile. Ma al di là degli slogan e delle buone intenzioni, qualsiasi percorso di innovazione richiede enormi sforzi, piani pluriennali e soprattutto partner affidabili. Non è una trasformazione che si può gestire in poco tempo, né tanto meno da soli, contando esclusivamente sulle proprie forze. Le soluzioni digitali, naturalmente, aiutano a migliorare l’efficienza e la qualità dell’output. Ma non basta implementare tecnologie all’avanguardia: fondamentale è innescare processi di cambiamento che coinvolgano l’intera popolazione aziendale, abilitando nuove esperienze per tutti gli stakeholder dell’organizzazione, con ricadute misurabili anche rispetto all’ecosistema in cui è inclusa l’impresa.
Il posizionamento di Repower in Italia
Lo sa bene Repower Italia che, fornendo consulenza energetica per il business e soluzioni per la mobilità elettrica, opera in un settore in grande fermento, dove non si può parlare di innovazione senza passare dalle parole ai fatti. «D’altra parte, è il nostro posizionamento da sempre. Sono vent’anni che per noi l’attività core – la generazione di energia principalmente da fonti rinnovabili certificate – consiste nell’offrire un servizio efficace coniugando il fattore umano alla tecnologia, da ben prima quindi che i termini ‘digitale’ e ‘sostenibile’ fossero abusati», spiega Marco Passera, Cfo e Cio di Repower Italia. «Aggiungo che ci piace rendere le cose belle, curando anche l’estetica di strumenti e soluzioni che ovviamente devono al tempo stesso risultare accessibili».
In qualità di operatore di smart mobility, per esempio, Repower non è stato solo un precursore, iniziando già dieci anni fa a distribuire sul territorio strutture di ricarica per veicoli elettrici, ma anche un innovatore sensibile al design, visto che E-LOUNGE, la sua panchina intelligente per la ricarica delle e-bike, nel 2020 ha vinto il Premio Compasso d’Oro, l’oscar del design.
«Questo vale per tutto: il formato digitale rende pulite e piacevoli le interfacce, che si prestano così a facilitare la relazione con il cliente in tutte le fasi del customer journey, dalle procedure di onboarding ai classici scambi di informazioni tramite bollette e contact center. Certo», prosegue Passera, «se dicessi che tutte le Pmi amano questo approccio non sarei corretto. C’è in Italia uno zoccolo duro di aziende ancora legate agli strumenti tradizionali, anche se con l’emergenza sanitaria e i vari lockdown non sono stati pochi i contratti chiusi via Teams».
Il piano di digital transformation: la partnership con Avanade
Si tratta di un’iniziativa che si inserisce all’interno di un piano di digital transformation più ampio, che Repower ha previsto di completare nell’arco di un triennio e, per supportare il quale, ha scelto come partner strategico Avanade grazie al supporto di Manlio Pipitone, Business Development and Sales dell’azienda leader di innovazione digitale e soluzioni cloud. «Una decisione presa considerando due fattori chiave», dice Passera. «La nostra storica focalizzazione sulle soluzioni Microsoft – e Avanade rappresenta oggi il player di riferimento in tal senso – e la chiara volontà di dare vita a una collaborazione di ampio respiro. Per Repower è importante poter contare su di un network esteso ma al tempo stesso semplice da gestire, in grado di fornire risposte su temi eterogenei: l’obiettivo è lavorare con una controparte per dare vita a uno spazio condiviso volto a sviluppare valore per entrambi».
Con questo spirito, Repower e Avanade stanno implementando un programma di innovazione che punta ad aumentare significativamente la qualità del servizio offerto ai dipendenti, a prescindere da dove operino, attivando una serie di strumenti che, anche grazie alla nuova configurazione dei dispositivi, mettano a disposizione degli smart worker veri e propri ambienti comuni, collaborativi, capaci di trascendere la logica delle semplici directory.
«Stiamo investendo parecchio pure nella creazione di sinergie con la corporate, che ha sede in Svizzera», aggiunge Passera. «Come filiale italiana di un gruppo internazionale godiamo di molta autonomia, e l’abbiamo sempre apprezzata. Ma di recente abbiamo iniziato a valutare una serie di iniziative per razionalizzare processi comuni valorizzando il mondo degli strumenti standard di Microsoft».
In ballo c’è anche la migrazione verso il cloud, attraverso un piano di ristrutturazione del data center che farà leva su una strategia Hybrid. «È il modo migliore per scegliere di volta in volta la componente più adatta per sviluppare o fornire nuovi servizi». La roadmap evolutiva coinvolge tutti i processi, innestandosi sui temi della communication & collaboration e della gestione documentale evoluta per quanto riguarda il modern workplace, e puntando sull’automazione spinta, sui microservizi e sulle API per quanto riguarda le applicazioni di business, senza mai scendere a compromessi sul piano della security in entrambi i casi. Dalle funzioni HR al potenziamento dell’esperienza d’uso attraverso l’approccio paperless, passando per strategie di business process e data governance improvement, fino ad arrivare all’assessment sulle piattaforme di CRM per la gestione del pre e post-vendita. Insieme ad Avanade, Repower sta letteralmente rivoluzionando la propria struttura, con l’ambizione di portare sul mercato tutta la capacità innovativa che occorre per affrontare la sfida della transizione energetica.
La vera innovazione nasce dalle esperienze condivise
Come detto, però, non è sufficiente implementare e adottare nuove soluzioni: è indispensabile rendersi conto dei contesti in cui queste possono esprimersi al massimo e trarre beneficio dalla contaminazione con altre proposition. Avanade sta accompagnando Repower anche lungo questo percorso. «All’inizio del 2021, per esempio, abbiamo preso parte alla School of Innovation», racconta Passera, «un programma di formazione per i dipendenti Avanade che coinvolge aziende, centri di ricerca e università con l’obiettivo di promuovere la cultura dell’innovazione e stimolare lo sviluppo di una nuova generazione di talenti. In questo contesto, abbiamo partecipato al Makeathon finale, proponendo una nostra business challenge a cui ha lavorato un gruppo di specialisti, che si è aggiudicato tra l’altro la vittoria finale. A novembre siamo invece stati coinvolti nell’iDay, un’esperienza organizzata in un Centro di Innovazione del network di Avanade a Milano interamente dedicata a noi e alle nostre esigenze. Abbiamo lavorato con un team di esperti Avanade sulle opportunità che innovazione e sostenibilità offrono concretamente al nostro business, esplorando più nello specifico i vantaggi insiti nel passaggio da un approccio B2B tradizionale a uno incentrato sulla logica B2B2C. Un evento a cui ha partecipato tutta la prima linea di Repower e che ha generato nuove idee che potremmo trasformare prossimamente in Poc o sperimentazioni. La collaborazione con Avanade si è poi ulteriormente sviluppata, in maniera reciproca, con il coinvolgimento della stessa nella quarta edizione del Premio all’Innovazione Repower, nella cui giuria sedeva anche Andrea Silvestri, Innovation Lead di Avanade. Iniziative come queste fanno ben capire il tipo di partnership che abbiamo scelto: non è una collaborazione tecnica, ma un’alleanza ben nota all’amministratore delegato destinata a giocare un ruolo strategico per il nostro futuro».