La fase pandemica che stiamo ancora attraversando ha messo a dura prova il nostro sistema sanitario. In particolare ha evidenziato come la Sanità in Italia non sia per nulla Digitale, soprattutto in termini di processo e di documentazione. Se vogliamo arrivare alla telemedicina, dobbiamo innanzitutto digitalizzare i processi sanitari e clinici e dobbiamo farlo anche rispettando le regole attualmente previste.
La firma grafometrica è stata una delle tecnologie più utilizzate in ambito sanitario, grazie alla sua introduzione si è potuto digitalizzare nativamente moltissimi documenti su cui è necessario apporre una sottoscrizione.
Sebbene si tratti di una tecnologia di innovativa e di semplice utilizzo, in questo momento storico non risponde ai requisiti necessari per poterla adottare anche nel contesto sanitario.
Bastano queste domande, che sono diventate un must a cui le strutture sanitarie e cliniche devono rispondere, per capirlo:
- Come posso fare in modo che il paziente firmi il consenso usando tablet e penne digitali, dal momento che questi strumenti possono diventare veicolo di contagio, o comunque generare timore nelle persone? Posso pensare di igienizzare questi dispositivi a ogni utilizzo? E i dispositivi stessi sono idonei ad applicazioni intensive di liquidi aggressivi, senza rovinarsi? In sintesi… l’investimento sulla firma grafometrica è fallimentare?
- Nell’era della disintermediazione, della necessità di tenere il paziente più lontano possibile dalla struttura, delle prenotazioni online, del download dei referti da app e portali, ecc. come faccio a ottenere il consenso al trattamento dei dati e il consenso informato, senza che la persona possa, o debba, necessariamente passare da uno sportello? Lo step di processo che prevede la firma grafometrica in struttura è da eliminare? E come?
La raccolta dei consensi in Sanità e la firma elettronica avanzata
Per risolvere la problematica, la normativa permette di utilizzare lo stesso processo tecnico-legale previsto per le firme grafometriche, ovvero la firma elettronica avanzata, prevista dal Codice dell’Amministrazione Digitale e dal DPCM del 22 Febbraio 2013.
Ricordiamo, inoltre, che la firma elettronica avanzata (FEA) ha l’efficacia della scrittura privata ai sensi dell’articolo 2702 del codice civile e quindi equivale alla firma olografa su carta.
Sfruttando, dunque, la stessa procedura, si può applicare anche una FEA in remoto e senza dover toccare dispositivi fisici, anche se il paziente è presente già in struttura e ovviamente senza che ques’ultimo sia necessariamente dotato di una firma digitale.
La firma elettronica avanzata non è da confondere con la firma digitale remota, cosa ben diversa, in quanto la prima non prevede un certificato qualificato associato al sottoscrittore e quindi può essere utilizzata da qualunque soggetto, che ha rapporti con la struttura sanitaria, indifferentemente dall’età. Inoltre, la FEA può essere utilizzata sia quando il paziente è già presente in struttura sia quando il paziente si trova a casa, e non prevede l’utilizzo di dispositivi particolari che potrebbero complicarne l’usabilità.
Bisogna però prestare particolare attenzione all’introduzione di questa firma. Il processo deve prevedere una serie di step normativi, necessari per garantire che la soluzione rispetti le norme e sia priva di errori, che possono non solo invalidare il processo di sottoscrizione, ma anche provocare delle conseguenze penali e civili.
In particolare le domande da porsi sono due. Innanzitutto, quali sono le modalità per gestire correttamente questi processi in epoca covid-19, investendo sugli asset corretti e allestendo processi garantiti sul fronte legale, normativo e sanitario? E poi, se si è già investito su tecnologie di firma grafometrica, come “correggere il tiro” senza vedere l’investimento bruciato dal cambiamento repentino portato dalla pandemia?
Per rispondere a queste e altre domande, è possibile vedere la registrazione video del webinar tenutosi all’interno dell’evento nazionale Vertice Sanità Digitale, che ha visto come partner anche l’Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità del Politecnico di Milano e che spiega nel dettaglio come realizzare la raccolta dei consensi nell’era della telemedicina.
Per poter accedere gratuitamente alla visione del webinar, cliccare qui.