L’elemento davvero rivoluzionario del cloud è la sua capacità di catalizzare il meglio di ambienti applicativi anche molto verticalizzati in stack tecnologici accessibili – praticamente in real time – a qualsiasi tipo di organizzazione. Non occorrono investimenti sul piano infrastrutturale, non serve acquistare licenze con il rischio che non vengano utilizzate, non bisogna nemmeno stravolgere l’IT management: grazie alla flessibilità della formula pay-per-use, ciascuna soluzione non solo risulta ritagliata su misura in termini di dimensioni, funzionalità e prestazioni, ma può anche essere modificata nel tempo man mano che cambiano le esigenze dell’azienda.
Unified Communications as-a-service: il Cloud al servizio della voce
«Vantaggi del genere sono ancora più evidenti quando si parla di soluzioni di connettività e comunicazione avanzata che, grazie al Cloud, possono essere attivate su una postazione di lavoro virtuale multitasking che non richiederà né una collocazione fisica né tanto meno opera di manutenzione. Che si acceda alla piattaforma da un terminale tradizionale, da un Pc o da un mobile device, il servizio non è più identificato in un oggetto specifico, ma nella funzione che si sceglie di implementare. In questo senso, il Cloud offre risorse realmente illimitate».
A parlare è Danilo Marchiori, direttore generale di Promelit, service provider che si è conquistato un solido posizionamento nell’ambito delle Smart Communications.
Who's Who
Danilo Marchiori
Direttore generale di Promelit
La società ha infatti unito l’esperienza maturata nei servizi di telefonia professionale in quarant’anni di attività alla partnership tecnologica con Ericsson-LG. Dall’incontro dei due mondi è nata smartiCloud, una soluzione UcaaS (Unified Communications as-a-service) studiata per offrire a qualunque tipo di azienda, dalla PMI alla grande corporation, l’agilità, la flessibilità e la semplicità dei sistemi iPECS (Internet Protocol Enterprise Communication Solutions). «Chi sceglie smartiCloud ha la possibilità di crescere dalla singola postazione fino a migliaia di unità: l’attivazione di un network di qualche centinaia di workspace avviene solitamente nel giro di 24 ore, e con pochissimi interventi. Il cliente, anzi, non deve fare nulla», precisa Marchiori.
Il merito è anche della logica con cui è stata concepita la piattaforma. SmartiCloud non è infatti il classico PBX in Cloud offerto da molti player del mercato, che di solito si limitano a scegliere un Private Branch Exchange, configurarlo e realizzare un’istanza in Cloud, duplicandola o copiandola all’occorrenza. «Nel caso della nostra soluzione”, spiega Marchiori, «si parla di un unico ambiente, rispetto al quale si possono ampliare o restringere le funzionalità mantenendo sempre la medesima potenza di calcolo, che – a seconda del numero di utenti attivati – rimane a disposizione di tutti i clienti».
Una gestione operativa semplificata
Questo significa che tutte le postazioni – anche nell’alveo di aziende che operano attraverso sedi differenti – accedono a un unico framework condiviso, e non a porzioni della soluzione ripartite in base al numero di utenti presenti nei vari uffici. Lo stesso naturalmente vale per i singoli end-user che lavorano in modalità remota, da casa o da qualsiasi altra location. «Ciò non toglie che sia possibile dedicare setup specifici ai team che fanno riferimento a sedi o a divisioni aziendali con necessità simili», precisa Marchiori, sottolineando che l’unica differenziazione è, se richiesto, sul piano amministrativo, in modo che ogni branch possa ottenere una fatturazione per i servizi acquistati in maniera autonoma.
L’erogazione via Cloud semplifica anche la gestione operativa delle funzionalità, sia per gli utenti sia per gli amministratori. «Ciascun lavoratore, teoricamente, è in grado di far partire in totale autonomia la propria postazione virtuale, che può essere abilitata da remoto. Ma il nostro è da sempre un servizio taylor made, e per questo all’attivazione di ogni progetto inviamo almeno un tecnico per assistere i clienti nelle fasi di configurazione e per spiegare le potenzialità della piattaforma, dice Marchiori, che prova a scendere un po’ più nel dettaglio del sistema di management della soluzione. «Esistono quattro livelli di controllo del servizio. Al livello più basso, l’utente finale gode di un certo margine d’azione nella configurazione delle funzionalità, a seconda dei privilegi concessigli dall’amministratore. Al livello superiore c’è per l’appunto l’IT manager, che abilita i vari strumenti nei confronti di determinati gruppi di utenti, creando cluster in base a esigenze condivise. Salendo ancora, troviamo la struttura assegnata ai dealer, specialisti formati direttamente da Promelit che gestiscono l’ambiente creato per le aziende clienti. Al vertice della catena gerarchica ci siamo noi, che vediamo tutto quello che accade su ogni sistema in tempo reale. Questo ci consente di intervenire su eventuali disservizi prima ancora che il cliente se ne accorga. Anche se, bisogna dire, non si verificano quasi mai».
La combinazione vincente di competenze e tecnologie
A far dormire sonni tranquilli alle imprese, secondo Marchiori, è la convergenza tra competenze e tecnologie in un’offerta estremamente focalizzata. «Questo prodotto, a differenza di molte altre soluzioni disponibili sul mercato, è frutto di un’esperienza pluridecennale nel campo della telefonia tradizionale. Chi è entrato nel settore dopo la rivoluzione digitale tende invece a creare sistemi che orchestrano la comunicazione telefonica VoIP con un approccio simile a quello con cui si gestiscono le trasmissioni di qualsiasi altra tipologia di pacchetti dati».
Eppure, c’è una differenza sostanziale tra l’inviare documenti, anche multimediali, e il trasportare la voce: se in una comunicazione telefonica si verificano anche solo 120 millesimi di secondo di ritardo, la conversazione diventa incomprensibile. Bisogna quindi prevedere architetture ad hoc per consentire ai pacchetti voce di percorrere la rete, individuare i percorsi più fluidi e ricomporsi evitando anche la minima latenza. «Noi lo facciamo», riprende Marchiori, «proprio perché da sempre il nostro core business sono stati i servizi telefonici, e ne conosciamo punti di forza e limiti. Se a questo aggiungiamo l’apporto della tecnologia Ericsson, che da cent’anni fornisce soluzioni capaci di tenere il passo con le esigenze in continua evoluzione delle imprese, credo di non essere presuntuoso se dico che smartiCloud assicura il set completo degli strumenti che esistono oggi sul mercato».
Rispetto al futuro, Promelit intende sfruttare l’elasticità del Cloud per estendere ulteriormente la propria value proposition: «Pensiamo di integrare la telefonia mobile facendo leva sulle Sim virtuali», spiega Marchiori, «e punteremo sulle comunicazioni video, non tanto in chiave di videoconferenza, quanto per attivare funzionalità avanzate di videosorveglianza, da implementare all’interno della stessa piattaforma, e con la stessa filosofia; sostanzialmente”, chiosa Marchiori, «crediamo che il Cloud sia destinato a diventare il repository di tutte le funzionalità operative delle aziende, che stanno gradualmente cambiando DNA, diventando sempre meno fisiche e sempre più dematerializzate».