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Produttività “smart” e sostenibile: l’intelligenza artificiale game changer



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L’utilizzo di sistemi e workplace AI based aiuta aziende e persone ad aumentare l’efficacia e l’efficienza delle attività. Con un’attenzione forte all’impatto ambientale Gnaccarini (Dell): “Le nostre soluzioni all’avanguardia”. Barbieri (Smart Operations): “Ma serve una svolta culturale che parta dal top management”

Pubblicato il 22 ott 2024



produttività e intelligenza artificiale

La rivoluzione dell’intelligenza artificiale è già qui. E sta trasformando il modo in cui le aziende operano e interagiscono con la tecnologia con impatti “disruptive” sulla produttività.   

Secondo il Global AI Jobs Barometer di Pwc, i settori con una penetrazione maggiore di questa tecnologia registrano una crescita della produttività del lavoro quasi cinque volte superiore (4.8x) rispetto agli altri. Questa significativa crescita è accompagnata da prospettive positive per l’implementazione su larga scala dell’AI, sia per le aziende che per i lavoratori coinvolti nei settori più esposti all’AI, così come per l’economia globale. 

Sul versante delle imprese, adottare un workplace AI-based ha impatti importati sui costi: uno dei vantaggi più tangibili è l’aumento dei risparmi sugli spazi, le utenze e le forniture per l’ufficio. Con l’aumento dei dipendenti in smart working, ad esempio, le imprese possono ridimensionare lo spazio fisico degli uffici o adottare un modello ibrido.  

Inoltre il workplace rende possibile una più decisa ottimizzazione delle risorse, riducendo la necessità di onerosi acquisti di hardware e software. Gli strumenti digitali concorrono inoltre a ottimizzare la gestione della forza lavoro. 

Sul versante delle persone i miglioramenti riguardano la people experience, in particolare l’equilibrio tra vita professionale e vita privata. Con l’accesso al digital workplace, i dipendenti hanno maggiori opportunità di lavorare secondo modalità più consone alle loro esigenze. Centralizzando gli strumenti di lavoro per l’analisi aziendale, l’esecuzione dei compiti, la collaborazione e la gestione dei team, il digital workplace permette di lavorare con flessibilità nelle ore e nei luoghi preferiti. La digitalizzazione del luogo di lavoro risponde inoltre alla richiesta dei lavoratori di accedere rapidamente agli strumenti di cui hanno bisogno per essere sempre produttivi e autosufficienti.  

Infine, ma non meno importante, lo sviluppo delle competenze: il digital workplace presuppone forme di apprendimento continuo, in particolare nell’alfabetizzazione digitale e nelle competenze trasversali quali la comunicazione e la collaborazione. La riqualificazione in queste aree è fondamentale per l’avanzamento di carriera nell’attuale ambiente di lavoro trainato dalla digitalizzazione. 

Dei vantaggi dell’adozione di un uso pianificato e diffuso dell’AI in azienda se ne è discusso nel webinar “Ottimizzare la produttività e spingere l’innovazione: la rivoluzione AI è qui”.

L’impatto sulla smart manufacturing

Uno dei settori dove l’utilizzo dell’AI apre la strada a un’innovazione senza precedenti è lo smart manufacturing, come evidenziato da Cosimo Barbieri, Senior consultant di Smart Operations.  

«Tra gli ambiti di applicazione nel settore – ha spiegato Barbieri – ci sono la gestione del magazzino, la programmazione della produzione, la customizzazione del prodotto e la manutenzione predittiva».  

Rispetto a questo ultimo ambito sono due gli obiettivi delle aziende: incrementare disponibilità dei macchinari di impianto e ridurre i costi legati alle attività di manutenzione. 

«Sono quattro le azioni chiave per raggiungere questi obiettivi – ha precisato Barbieri – selezionare le caratteristiche del modello che si intende adottare, scegliere il modello, avviare il training e, infine, validarlo e ottimizzarlo. Per fare questo sono a disposizione vari metodi e strumenti: Python, Modelli AI, Tecniche standard Fmea, analisi serie temporali e hardware con potenze di calcolo adeguate».  

L’intelligenza artificiale diventa dunque un motore di innovazione cruciale per far funzionare la “macchina produttiva”. Ma bisogna fare attenzione ad alcuni ostacoli che possono frenare questa trasformazione. 

Almeno il 30% dei progetti di GenAI sarà abbandonato dopo il proof of concept entro la fine del 2025 a causa della scarsa qualità dei dati, l’inadeguatezza dei controlli sui rischi e dall’aumento dei costi o della scarsa chiarezza del valore aziendale. 

«Una sfida importante per le organizzazioni consiste nel giustificare gli investimenti in GenAI per il miglioramento della produttività, che può essere difficile da tradurre direttamente in benefici finanziari» ha concluso Barbieri.  

La vision di Dell

Per Dell la sfida dell’AI si vince coniugando efficienza a sostenibilità. «Il nostro obiettivo – ha spiegato Dario Gnaccarini, Client Solutions Senior Sales Specialist di Dell Technologies – è consentire ai clienti di raggiungere un altro livello di produttività migliorando l’efficienza energetica».  

L’azienda ha infatti adottato un approccio end-to-end alla sostenibilità nell’era dell’AI. «Abbiamo integrato la sostenibilità nelle operazioni di back-end e nelle catene di fornitura, collaborando strettamente con i partner e i fornitori fin dalla fase iniziale dello sviluppo per creare soluzioni sostenibili su misura – ha puntualizzato – La Dell AI Factory consente operazioni IT efficienti, approfondimenti intelligenti sulla sostenibilità, il tutto all’insegna della circolarità, consentendo ai clienti di raggiungere i propri obiettivi in modo sostenibile».  

Le soluzioni di Dell

Come si declina questa vision sui prodotti? «In Dell proviamo a colmare il gap tra i dire e il fare – ha affermato Gnaccarini – E lo facciamo analizzando le problematiche legate all’applicazione dell’AI in azienda, in particolar modo la complessità nella scelta e nell’adozione degli strumenti e quelli legati alla sicurezza che è un tema di tecnologia ma anche di competenze e cultura. E che riguarda il  “come” utilizzare i sistemi di AI nel modo giusto, per evitare incidenti e, di conseguenza, rallentamenti o stop nei processi di adozione o implementazione. Altro elemento da attenzionare è quello dei costi, grande cruccio delle imprese: quanto budget si ha a disposizione? Con quali obiettivi e quali i costi?».  

Dell propone soluzioni in grado di rispondere alle esigenze delle singole aziende.  

«Facciamo leva su dispositivi ‘nativamente’ adeguati ai bisogni del cliente – ha sottolineato Gnaccarini – Dispositivi di tre tipi principalmente. Pc abilitati dall’AI, dotati di processori in grado di eseguire i task in autonomia grazie a Cpu avanzate, non attingendo a data center o servizi cloud; Copilot plus pc già abilitati al Copilot di Microsoft con una maggiore capacità di elaborazione, adatta per task di analisi e ricerca e che si declina con almeno 40 operations al secondo. Infine l’AI workstation, attualmente forse meno conosciute: si tratta di client in grado di asservire lo sviluppo di modelli e di testing nonché di messa a punto dei power use».  

Il nodo cultura e competenze

A fianco di strumenti AI based in grado di dare un boost alla produttività, è necessario che la trasformazione avviata dall’azienda sia anche di natura culturale. E che il cambiamento si rivolga a tutta la pipeline aziendale. 

«Spesso – ha concluso Barbieri – la difficoltà non riguarda la semplice adozione degli strumenti digitali ma anche il tema di come scaricare a terra il progetto e  farlo diventare patrimonio di tutti. Per questo è fondamentale un forte commitment da parte dei vertici aziendali e un investimento importante sui casi d’uso per fare in modo che le persone li facciano propri, con un vantaggio sull’operatività e la produttività quotidiana. Infine, ma non meno importante, garantire una formazione continua in azienda a cui affiancare iniziative di dissemination per potenziare competenze e consapevolezza».   

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