«Il sistema sanitario italiano ha bisogno di riqualificazione per far fronte alle sfide del futuro che riguardano l’invecchiamento della popolazione, la crescita delle patologie croniche e la necessità di aumentare i livelli di servizio». Così Mariano Corso, responsabile scientifico dell’Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità, contestualizza i risultati della ricerca 2015-2016 appena pubblicata (leggi qui il resoconto completo della ricerca) e da cui emerge la necessità di affiancare le tecnologie digitali all’innovazione di natura istituzionale e organizzativa.
Rispetto al passato c’è oggi consapevolezza dell’importanza che il digitale ha nella Sanità. «Ministero, Agid e Commissario alla spending review non ne fanno mistero, ma – spiega Corso – questo non si traduce in adeguati investimenti nella modernizzazione. L’investimento nel 2015 è fermo a quota 1,34 miliardi, ossia a circa 22 euro per cittadino: da un terzo alla metà dei Paesi con cui ha senso confrontarci».
La ricerca dell’Osservatorio individua nella frammentazione decisionale una delle criticità che caratterizzano l’e-health. «Serve più consapevolezza dei ruoli», continua Corso, precisando come Ministero e Agid debbano essere più incisivi nelle scelte e nell’azione, per evitare che interi territori restino esclusi dalla modernizzazione e non possano interoperare a livello di Sistema. Ogni attore dovrà fare la propria parte: «Le Regioni dovranno esercitare il loro ruolo nella revisione del modello, fare sistema tra loro, cooperare, quindi sapersi integrare a livello centrale. Le aziende sanitarie locali dovranno collaborare nella definizione degli standard, adottare sistemi condivisi e migliorare il livello organizzativo».