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PMI resilienti, innovative e vincenti: le priorità 2025 nelle principali economie europee



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Uno studio YouGov realizzato per Qonto evidenzia una straordinaria capacità di adattamento e innovazione delle PMI, con oltre il 64% delle realtà che ha centrato tutti gli obiettivi del 2024 e investe per il futuro. In Italia il panorama è ancora più roseo, con logistica, trasporti e distribuzione in primo piano per l’eccellenza dei risultati

Pubblicato il 11 dic 2024



Pmi resilienti

Pmi resilienti, intraprendenti ed efficienti. L’ultimo osservatorio di Qonto, realizzato in collaborazione con la società di ricerca YouGov, offre una fotografia dettagliata delle Pmi italiane, francesi, inglesi, tedesche e spagnole. Nonostante il perdurare dell’instabilità economica e geopolitica, i risultati confermano capacità di vision e di investimento che rendono il loro ruolo centrale in termini produttivi. Adattandosi rapidamente e agilmente alle esigenze del mercato, le Pmi generano una vasta gamma di prodotti e servizi capaci di soddisfare i bisogni locali e globali.  

Pmi resilienti e pronte alle sfide

Oltre 6 Pmi europee su 10 (64%) nel 2024 hanno raggiunto tutti i loro obiettivi di business, con un 10% che li ha addirittura superati. Il dettaglio italiano è ancora più positivo: quasi 7 Pmi su 10 (67%) hanno centrato tutti gli obiettivi di business, con un 10% che è andato oltre le aspettative. Interessante il carotaggio sulle eccellenze settoriali, che spiega come nella logistica, nel trasporto e nella distribuzione quasi 9 Pmi italiane su 10 (86%) abbiano traguardato gli obiettivi preposti. Le performance regionali variano notevolmente: Lombardia e Lazio sono in testa con il 72% e il 67% delle imprese che raggiungono gli obiettivi preposti mentre in Toscana e Piemonte la media scende al 58%.

I ricercatori hanno intervistato un panel di oltre cinquemila responsabili decisionali senior (direttori di PMI, leader aziendali e team di management) di aziende con meno di 250 dipendenti. Dalle risposte all’indagine, che sono state raccolte tra il 6 e il 19 settembre 2024, emerge come l’inflazione e la carenza di domanda restano le principali preoccupazioni per quasi un terzo delle PMI europee (30%) seguite dalla concorrenza aumentata e dalle difficoltà di flusso di cassa, che preoccupano il 20% delle aziende.

“Queste sfide persistenti riflettono i risultati di Qonto del 2023 – spiega  Mariano Spalletti, Managing Director per l’Italia di Qonto -, suggerendo che i problemi sono profondamente radicati e non facilmente risolvibili con la sola riduzione dei tassi di inflazione. In Italia, in particolare, le aziende evidenziano la carenza di domanda (34%) come principale sfida, seguita dai problemi di flusso di cassa e dalla concorrenza aumentata (entrambi al 26%). Questi dati sottolineano la necessità per le PMI di adottare strategie mirate per affrontare queste problematiche, promuovendo l’innovazione e l’efficienza operativa come leve strategiche. Interessanti anche le variazioni regionali che mostrano come l’efficienza operativa stia favorendo i miglioramenti in regioni come Piemonte, Puglia, Sardegna, Lombardia e Calabria. In particolare, la Sicilia beneficia di processi di gestione aziendale ottimizzati, dimostrando che investire in processi interni può portare a significativi vantaggi competitivi”.

Focus sugli investimenti 2025

A fronte di capacità di investimento più contenute, le PMI sono in prima linea nel destinare budget alle innovazioni tecnologiche e a nuovi modelli di business. La loro struttura più snella permette decisioni molto più rapide e una capacità di maggiore personalizzazione dei prodotti, rispondendo in modo più efficace alle richieste specifiche dei clienti. Secondo il rapporto, il 28% delle PMI prevede di incrementare la spesa nei dipartimenti tecnologici, superando così gli investimenti in Marketing/Comunicazione (27%) e Vendite/Acquisizione clienti (25%). Anche i team di Prodotto e Assistenza Clienti attraggono significativi investimenti, con circa un quarto delle aziende che ha pianificato un aumento delle risorse in queste aree.

“Mentre la crescita finanziaria rimane una motivazione dominante, i dati sottolineano l’importanza crescente della trasformazione digitale come leva strategica per la competitività e l’efficienza operativa – commenta Spalletti -, da cui la necessità di poter contare su una forza lavoro qualificata. Le PMI italiane, in particolare, mostrano una preoccupazione maggiore per la qualificazione della forza lavoro (34%), subito dopo l’acquisizione di clienti, indicando un approccio strategico bilaterale che mira a bilanciare lo sviluppo di team competenti e la crescita del business: gli investimenti risultano equamente distribuiti tra Tecnologia, Risorse Umane e Servizio Clienti, ognuno indicato dal 29% dei rispondenti come priorità”.

Come sottolinea il manager, gli investimenti diversificati in queste aree evidenziano le vision delle PMI resilienti che sanno come mantenere il loro vantaggio competitivo in un mercato in continua evoluzione.

AI già implementata da 2 Pmi europee su 3

Tra le tecnologie main stream, l’intelligenza artificiale è centrale per le PMI europee: il 67% ha già implementato questa tecnologia nei propri processi produttivi. I pionieri sono i servizi finanziari e il settore IT/TLC. L’AI è particolarmente prominente nelle aziende più giovani e dinamiche, con meno di 5 anni di attività, che guidano il tech topic con un tasso del 75%, rispetto al 61% delle aziende con oltre 35 anni di esperienza. Ma, oltre a essere una significativa opportunità di crescita, l’AI richiede anche un’attenta gestione delle questioni etiche e di privacy per garantire un’implementazione responsabile e sostenibile.

“Le PMI in Francia, Spagna e Italia seguono da vicino la tendenza europea, con le imprese di maggiori dimensioni più inclini a integrare l’AI nei loro modelli operativi – fa notare Spalletti -. Nonostante l’entusiasmo per l’AI, la privacy dei dati emerge come una preoccupazione significativa, con una azienda su tre che esprime riserve. In particolare, è il settore medico e sanitario a manifestare le maggiori preoccupazioni, con il 38% delle aziende che segnala difficoltà nel bilanciare l’innovazione tecnologica con la protezione della privacy, che è il tasso più alto tra tutti i settori analizzati”.

PMI resilienti e sostenibili: Italia prima in classifica

PMI resilienti ma anche molto ben preparate ad affrontare il 2025, con una lista di priorità strategiche. Oltre 3 piccole e medie imprese europee su 10 (31%) mette al primo posto l’acquisizione di clienti, supportato da un impegno significativo nell’innovazione del prodotto (22%) e nell’espansione delle offerte di servizi (21%).

I ricercatori, rispetto al tema della sostenibilità che risulta apparentemente in coda rispetto ad altri obiettivi prioritari, aiutano a leggere meglio dati, arricchendo la prospettiva.

  • Quasi 9 piccole e medie imprese italiane su 10 (87%) sta implementando o pianificando misure di riduzione delle emissioni 
  • Quasi 6 aziende su 10 (56%) sta già adottando misure 
  • Solo il 13% non ha intenzione di adottare tali iniziative, ma è la percentuale di resistenza più bassa in Europa

“In linea con gli obiettivi del Green Deal della Commissione Europea, quasi 8 PMI europee su 10 (79%) stanno lavorando da tempo alla riduzione delle emissioni – conclude Spalletti -: il 49% ha già implementato misure per la riduzione delle emissioni di carbonio e 1 azienda su 3 prevede di farlo. Una menzione d’onore va alle aziende italiane che in tutti i mercati sono prime nell’impegno ambientale”.


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