«Molti italiani, percorrendo la Quinta Strada a New York, rimangono sorpresi di sapere che metà delle facciate degli edifici che vedono sono state fatte da un’impresa italiana: lo stesso accade per molti grattacieli, stadi e aeroporti in giro per il mondo, come il MoMA di New York, il Museo Guggenheim di Bilbao e l’Opera House di Sydney». Così Marcello Cordioli presenta Permasteelisa, l’azienda di cui è CIO, leader mondiale nelle coperture vetro-alluminio e vetro-acciaio per le costruzioni.
Fondata nel 1973 da Massimo Colomban con il nome di ISA, Permasteelisa ha assunto il nome attuale dopo l’acquisto dell’australiana Permasteel nel 1986. È specializzata in progettazione, produzione e posa in opera di facciate continue e rivestimenti architettonici per edifici. Ha sede centrale a Vittorio Veneto, conta oltre 50 società e 11 impianti di produzione in 30 Paesi, con 6.600 persone e un fatturato di 1,4 miliardi di euro. Dal 2011 fa parte del Gruppo Lixil, con sede centrale a Tokyo, che a livello mondiale fattura quasi 20 miliardi di dollari, in gran parte realizzati in Giappone e nei grandi Paesi asiatici: Cina, Thailandia, Vietnam, e poi India, Filippine e Indonesia.
«Siamo presenti in tutti i continenti, e perciò riusciamo a non soffrire troppo per le crisi economiche, che colpiscono le regioni sempre in modo diverso: negli ultimi anni l’Europa ha sofferto molto ma il mondo asiatico ha continuato a crescere – spiega il CIO Marcello Cordioli -. La tendenza architettonica è di fare edifici sempre più complessi dal punto di vista della costruzione e delle coperture, e questo ci aiuta, perché siamo una delle poche realtà che per l’avanguardia delle tecnologie riescono ad assecondare le vene creative dei più grandi architetti di oggi».
Permasteelisa in effetti è una delle poche storie di successo del “made in Italy” a livello internazionale in questi anni di crisi. Anche se fa parte di un gruppo giapponese, e pur operando letteralmente in tutto il mondo, l’azienda ha mantenuto la sua “identità italiana” e il quartier generale a Vittorio Veneto, nel cuore del Nordest.
I tre “pilastri” del sistema informativo
Cordioli, che è anche Global IT Officer di Lixil, oltre che CIO di Permasteelisa, ci ha spiegato le sfide che affronta oggi l’IT di un’azienda così globale. «Dal punto di vista IT cerchiamo la massima semplificazione e standardizzazione. I “pilastri” su cui si basano i sistemi informativi di Permasteelisa sono tre. Uno è il sistema ERP, che è SAP: l’abbiamo implementato in tutti i Paesi, e tutto ciò che riguarda transazioni e back office si fa con SAP».
Il secondo pilastro è il mondo CAD, cioè gli strumenti grafici per la progettazione, «che abbiamo standardizzato sia in termini di versioni e customizzazioni del software – la piattaforma è Autodesk -, sia in termini di hardware, cioè le workstation su cui questi software sono usati».
Il terzo pilastro è il configuratore di prodotto, che Permasteelisa ha sviluppato internamente con il supporto di Autodesk: «È il progetto di cui vado più orgoglioso. Fondamentalmente è un sistema che a fronte del disegno della facciata progettato dall’architetto dà in output tutti i disegni di produzione che servono per la realizzazione delle facciate in fabbrica».
Un portale per interagire con fornitori, ma anche aziende interne
L’entrata in un grande gruppo estero, in questo caso giapponese, ha comportato diverse esigenze di business che si sono tradotte in progetti IT. Un esempio, spiega Cordioli, è il progetto “Fast Closing”. «L’obiettivo era di accorciare fortemente i tempi di chiusura contabile, da 40 giorni lavorativi a 7-8, per una serie di requisiti legati al mercato azionario giapponese. Abbiamo dovuto rivedere profondamente diversi processi interni, perché per il tipo di business che fa Permasteelisa aveva un ciclo di chiusura dei libri contabili molto lungo, in quanto attendeva i risultati dei progetti».
Tutto questo richiedeva all’azienda di integrarsi informaticamente con la sua supply chain. «Abbiamo quindi implementato un Portale Fornitori, basato sulla soluzione Tesi SCM di Tesisquare, e fatto in modo che i fornitori riportassero il più rapidamente le informazioni su spedizioni e consegne. Una cosa molto interessante poi è che con questo sistema non gestiamo solo l’interazione con i fornitori esterni, ma anche con le aziende produttive del gruppo ancora non integrate in SAP».
Nel sistema, sottolinea il CIO di Permasteelisa, queste aziende sono trattate come fornitori, ma chiaramente hanno esigenze d’integrazione molto più spinte di una realtà esterna: «Per esempio uno stabilimento nostro pretende di essere in grado di stampare bolle di consegna e fatture accompagnatorie che fanno invece riferimento all’azienda commerciale del gruppo a cui fa capo l’ordine di produzione: questa esigenza di integrazione molto spinta è stata gestita attraverso personalizzazioni del sistema».
Parola d’ordine: semplificazione
Mantenere le soluzioni semplici e standard, uguali per tutti, rimarca Cordioli, è il modo migliore di usare la tecnologia e ottimizzarne la gestione. Oggi il personale Permasteelisa in tutto il mondo usa le stesse soluzioni e versioni: «Il progettista di Shanghai ha i medesimi strumenti di quello di New York. Questo ha il grosso vantaggio che qualsiasi aggiornamento, modifica o nuova funzionalità rilasciamo, è subito disponibile nelle nostre sedi di tutto il mondo».
L’impegno sulla centralizzazione, e soprattutto sulla semplificazione dell’IT, è secondo Cordioli la priorità principale di oggi per chi ricopre il ruolo di CIO. «Negli anni i responsabili dei sistemi informativi hanno fatto scelte che hanno complicato i sistemi, le infrastrutture, e la loro gestione: oggi la complessità ingessa e ritarda, non è più sopportabile, occorre lavorare per snellire e soprattutto semplificare». La seconda priorità fondamentale, conclude il CIO di Permasteelisa, «è lavorare “mano nella mano” con il business, rendersi agili per seguirlo nei suoi cambiamenti, avendo dietro una struttura semplice ed estremamente facile da aggiornare».