È stato pubblicato il Piano Triennale per la Trasformazione Digitale della Pubblica Amministrazione, disponibile al link pianotriennale-ict.italia.it. Il documento, stilato da AgID (Agenzia per l’Italia Digitale) in collaborazione con il Team per la Trasformazione Digitale guidato da Diego Piacentini, Commissario Straordinario per l’Attuazione dell’Agenda Digitale, fissa il percorso strategico della digital transformation nella PA italiana per il periodo 2017-2019. Si tratta del documento ufficiale che racchiude l’indicazione di tutti gli investimenti tecnologici utili a supportare il processo la digitalizzazione nella PA, in linea con gli obiettivi del nuovo Piano di Azione dell’Unione Europea per l’eGovernment 2016-2020.
A sugellare la strategicità di questo documento per il futuro del paese, la firma apposta dal premier, Paolo Gentiloni.
La novità forse più rilevante, come ha tenuto a sottolineare Piacentini, è che «si tratta di un piano tecnologico che non è statico. La natura della tecnologia è in continua evoluzione e l’innovazione cambia nel tempo i paradigmi. Stiamo introducendo una modalità di partecipazione completamente nuova, certi che per raggiungere l’obiettivo della trasformazione digitale dei servizi della PA si debba agire in maniera collaborativa». Accedendo al link, infatti, si potranno proporre modifiche o integrazioni al testo, aprendo delle “pull request” che saranno valutate dal team di Piacentini e dai membri dell’AgID. Inoltre, si potranno chiedere chiarimenti riguardanti particolari sezioni e, in generale, usufruire di tutta una serie di strumenti collaborativi e di interazione.
Concentrarsi sugli ecosistemi chiave
L’approvazione del piano Triennale per l’Informatica nella PA rappresenta un’ottima notizia – ha commentato Luca Gastaldi, Direttore dell’Osservatorio Agenda Digitale del Politecnico di Milano -. Finalmente tutti gli attori, pubblici e privati, hanno a disposizione mappa e bussola lungo il percorso di informatizzazione della Pubblica Amministrazione. Si tratta di un modello che illustra le iniziative per ogni ambito, il cronoprogramma, gli investimenti da effettuare. Il piano, atteso da molto tempo, apre una strada definita per la PA Digitale che ora bisogna perseguire con convinzione. Perché non rimanga solo sulla carta, infatti, va messo in pratica, riuscendo a rispettare impegni e scadenze sfidanti che coinvolgono diversi tasselli di un mosaico complesso».
Un percorso non certo in discesa nell’opinione dell’esperto: «Per prima cosa – ha concluso Gastaldi – ora è necessario controllare che il piano sia attuato dalle oltre 20.000 PA presenti nel nostro Paese. Sarà opportuno concentrarsi inizialmente su alcuni ecosistemi chiave, per mostrare al resto della PA che si possono ottenere risultati concreti. Uno di questi ecosistemi potrebbe essere quello sanitario che, da solo, cuba circa un quinto della spesa pubblica in tecnologie digitali. È necessario poi occuparsi delle risorse economico-finanziarie a sostegno dell’attuazione del piano triennale. Riqualificare la spesa vuol dire tagliare i costi inutili per investire nelle direzioni che saranno specificate dal piano. Per non fermarsi a metà del guado, limitandosi a tagliare, le PA avranno bisogno non solo di tecnologie ma anche di esperti di finanza in grado di recuperare le risorse per gli investimenti da attuare. È necessario individuare dei meccanismi tramite cui supportare le PA da un punto di vista finanziario e nel recupero di risorse dall’Europa e l’Agenzia per la Coesione Territoriale giocherà un ruolo da protagonista in questa partita».