Il 79% delle imprese utilizza più di dieci mobile app per gestire il proprio business. Lo rivela la terza edizione del report “Mobile Security and Risk Review”, stilato ogni due anni da MobileIron e basato sull’analisi della customer base della società, specializzata in soluzioni di Enterprise Mobile Management. «La ricerca sottolinea il fatto che non solo queste applicazioni sono fondamentali per il business, ma che anche gli impiegati fanno affidamento su di loro per svolgere attività prima relegate al desktop, come le presentazioni», spiega James Plouffe, Lead Security Architect di MobileIron. La ricerca verifica anche l’adozione delle metriche Apple Volume Purchase Program (VPP) and Device Enrollment Program (DEP)
Quasi un’impresa su cinque, il 18%, ha adottato VPP per permettere agli utenti di scaricare e accedere alle app aziendali, specialmente nei settori dell’Healthcare (29%) e del Government (25%). il 13% delle organizzazioni usa DEP, che offre un sistema di monitoraggio sulle flotte dei dispositivi corporate. Anche qui, l’Healthcare è uno dei verticali in cui l’app ha più successo, con un tasso di penetrazione del 22%. Le dieci app più diffuse, secondo il report, sono Webex, AnyConnect, Concur, Adobe Acrobat, Pulse Secure, Keynote, Numbers, Pages, Google Maps e Word.
Naturalmente, all’aumentare delle app in contesti dove si accede a dati sensibili, aumentano anche i rischi di essere attaccati da malware. L’indagine di IronMobile evidenzia che HummingBad ha infettato 85 milioni di device, QuadRooter è stato identificato su circa 900 milioni di device, mentre The Godless “solo” su 850 mila. Come reagisce il mondo Enterprise a queste minacce? Il 45% delle imprese non ha rafforzato le policy di gestione dei device, nonostante il 44% delle organizzazioni abbia segnalato la scomparsa di almeno un dispositivo. Solo il 9% del campione, infine, ha dichiarato di eseguire update sistematici dei sistemi operativi. «La mobile security è ancora una competenza nuova per molte imprese e le policy interne sembrerebbero non tenere il passo dell’evoluzione tecnologica», commenta Plouffe.
