Acquisizioni

IBM evolve l’offerta cloud con SoftLayer

Presentata anche in Italia l’acquisizione dello specialista di infrastructure-as-a-service, con 21mila clienti, di cui 130 nel nostro Paese. «Il cloud può essere una leva fondamentale per le piccole e medie imprese italiane»

Pubblicato il 13 Dic 2013

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Enrico Cereda, vice President Global Technology Services di IBM

IBM ha presentato anche in Italia l’acquisizione di SoftLayer, fornitore di servizi di IaaS (infrastructure-as-a-service), entrato da qualche mese nella divisione IBM SmartCloud. «SoftLayer è un componente fondamentale per l’offerta IaaS di IBM: ha oltre 21.000 clienti, di cui 130 in Italia: una base davvero importante da cui partire», spiega Enrico Cereda, Vice President Global Technology Services di IBM Italia.

La tecnologia è da due anni la prima priorità dei CEO nelle strategie di crescita nelle aziende, continua Cereda, e il Cloud Computing in particolare sta cambiando interi settori, perché abilita innovative applicazioni social, mobile e analytics. «In Italia può essere una leva competitiva fondamentale per le PMI: questi servizi sono alla loro portata, pur essendo di livello qualitativo enterprise».

La piattaforma SmartCloud di IBM comprende tecnologie per la trasformazione dei data center, servizi IaaS e PaaS (Platform as a Service) basati su architetture X86 e Power, servizi di gestione, e applicazioni SaaS (Software as a Service) di sicurezza e verticali, tra cui Smarter Commerce, Smarter Cities, Social Business, Business Analytics & Optimization. «Offriamo una gamma end-to-end per il cloud, dal progetto all’infrastruttura, alla soluzione completa, alla gestione – spiega Alessandra Brasca, Cloud Leader di IBM per l’Italia -: siamo gli unici sul mercato a poterlo fare, gli altri devono ricorrere ad alleanze».

Alessandra Brasca, Cloud Leader di IBM Italia

Dopo la prima fase del Cloud Computing, continua Brasca, ora si sta affermando un modello che bilancia ottimizzazione dell’esistente e innovazione, definibile come “Dynamic Hybrid Data Center”: «E’ un modello che presuppone un percorso, dall’ottimizzazione dell’infrastruttura all’IT-as-a-service o, in termini più tecnologici, dalla virtualizzazione al cloud service delivery, al cloud service management, alla cloud workload orchestration, fino ai servizi hybrid cloud: il cloud non deve essere una “commodity”, cioè un insieme di servizi uguali per tutti, ma un insieme di soluzioni che, pur basate su standard di mercato, sono personalizzabili e flessibili».

Venendo più specificamente a SoftLayer, «il nostro obiettivo è quello di erogare servizi hardware rapidamente e automaticamente su richiesta (on demand), facendoli pagare a consumo, il che corrisponde esattamente alla definizione di IaaS», sottolinea il General Manager EMEA dell’azienda, Jonathan Wisler. «Abbiamo 13 data center in tutto il mondo, 100mila server, 21mila clienti, e gestiamo 22 milioni di domini». Secondo Hostcabi, a fine novembre ai data center di SoftLayer facevano capo 350mila siti web, cioè circa il 5,3% di quelli censiti: solo GoDaddy fa meglio, con poco più di 450mila siti.

Jonathan Wisler, General Manager EMEA di SoftLayer

«Abbiamo un’unica architettura per public cloud, private cloud e bare metal server (server non virtuali dedicati a uno specifico cliente, ndr), con sistema di gestione unificato proprietario – sottolinea Wisler -. Abbiamo investito pesantemente nell’infrastruttura, creando una “triple network architecture” – pubblica, privata e data center-to-data center -, e tra i nostri principali differenziatori ci sono l’API (Application Programming Interface), robusta e ricca di funzionalità, e il completo controllo anche da smartphone e tablet».

Il punto di forza di SoftLayer, scrive sul suo blog Lydia Leong, research vice president Technology & Service Providers group di Gartner, è l’hosting “bare metal”, tipicamente rivolto a piccole e medie aziende con uno o due server appunto dedicati, e platform-indipendent per quanto riguarda il cloud management. «La concorrente concettualmente più vicina è Amazon Web Services, anch’essa concentrata sulla fornitura altamente automatizzata di servizi d’infrastruttura: rispetto a SoftLayer, AWS ha un portafoglio molto più ampio, ma non offre il “bare metal”».

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