L'annuncio

IBM aprirà un centro di innovazione per la sanità nell’area Expo

Annunciato un accordo con il Premier Renzi che prevede un investimento da 150 milioni di dollari e l’impiego del cognite computing (Watson). I dettagli sui tempi del progetto e sul numero degli occupati saranno resi noti prima dell’estate. Cereda: «La migliore tecnologia cognitiva oggi disponibile insieme al migliore sistema sanitario a livello mondiale»

Pubblicato il 31 Mar 2016

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Ibm investe nell’area Expo, creando un Centro di Eccellenza europeo dedicato alla sanità e basato sulla tecnologia cognitiva (Watson Health), proprio accanto al polo di ricerca Human Technopole Italy 2040.

Quante persone ci lavoreranno e quando sarà operativo non si sa ancora: il premier Renzi e la CEO di Big Blue, Ginny Rometti hanno siglato un accordo quadro che verrà dettagliato entro il 30 giugno.

«Ibm e il Governo Italiano hanno siglato un accordo che definisce un percorso di innovazione in ambito medico-scientifico. È un investimento da 150 milioni di dollari, significativo per la crescita del nostro paese e che metterà in moto un circolo virtuoso di collaborazione pubblico-privato», ha affermato il numero uno italiano Enrico Cereda.

Diversi gli ambiti di studio: da quello oncologico, alle malattie neurodegenerative, dal fascicolo sanitari elettronico alla genomica.

«L’obiettivo è anche disegnare un modello sostenibile per l’ottimizzazione nella spesa sanitaria farmaceutica che è un’altra parte importante del budget del Governo e delle Regioni, ha sottolineato Cereda, che ha aggiunto che «Questo accordo mette insieme la migliore tecnologia cognitiva oggi disponibile e il migliore sistema sanitario a livello mondiale, in una struttura capace di fornire al paese una spinta significativa all’economia sia alla ricerca medico-scientifica».

Il Centro farà leva su Watson Health, una business unit globale nata nel 2015. La piattaforma cloud di Watson Health consente di utilizzare i dati personali in forma anonima, e di combinare queste informazioni con una vista aggregata di altri dati sanitari, per esempio consentendo ai ricercatori medici di identificare nuovi farmaci, o permettere ai medici di personalizzare le opzioni terapeutiche per i pazienti oncologici.

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