infrastrutture

NetApp: per lo storage è tempo di evolvere

La società aggiorna i livelli di potenza e le funzionalità dei suoi filer ai due estremi di gamma per rispondere alle esigenze di piccole e grandi installazioni. Oltre alla flessibilità nell’impiego dei dischi, diventano centrali le capacità di clustering e di funzionamento in cloud

Pubblicato il 26 Giu 2014

storage-140418113528

“Le necessità di storage aumentano ed è tempo per i CIO di concentrarsi sulla trasformazione dell’IT piuttosto che sul mero aumento degli spazi di memorizzazione”. Secondo Roberto Patano, senior manager systems engineer di NetApp, c’è l’emergenza di dover far fronte a nuove tipologie di dati, necessità di fruizione e di disponibilità visto l’importanza che oggi assumono nel business. “Per questo servono architetture di gestione più flessibili, integrate e in cui il software ha un ruolo sempre più strategico. Servono risorse pensate per operare in cloud e quindi gestibili allo stesso modo sia che si trovino all’interno sia all’eterno dell’azienda”.

L’uso dei dati nelle imprese segue trend non molto dissimili a quelli che hanno caratterizzato l’uso dei dati nei mondiali di calcio. In una infografica NetApp mette a confronto i dati che gli spettatori hanno prodotto durante le finali dei mondiali degli ultimi vent’anni. “Se nel 1998 erano suficienti 2MB per gli SMS inviati da una minoranza di spettatori, stimata in circa 15 mila persone, per i mondiali del Brasile non sarebbero bastati 12 TB per contenere foto e filmati inviati con gli smartphone”, spiega Patano. Un’espansione esponenziale, destinata a continuare e a cui è importante prepararsi.

Di recente NetApp ha presentato nuove unità storage agli estremi della gamma e che va dai modelli Fas 2500 (entry level) al Fas 8080 EX (fascia alta). Il modello 8080 è stato progettato per le esigenze di scalabilità della grande impresa e service provider. Permette l’uso di dischi in tecnologie diverse (SSD), offre ridondanza e e e prestazioni fino a 4 milioni di I/Ops. Rispetto al precedente modello di vertice, NetApp ha introdotto le funzionalità “all flash FAS”, frutto dell’acquisizione di Engenio.

I nuovi modelli “entry” Fas 2500 (2520, 2552 e 2554) innalzano le prestazioni base della gamma offrendo, nel caso del 2554, anche le caratteristiche di alta affidabilità. NetApp ha inoltre progettato lo chassis in modo da poter riutilizzare l’array dei dischi nel caso di upgrade alla famiglia superiore. La funzione di Easy Cloud Connection permette l’utilizzo delle unità in cloud e l’integrazione con i servizi dei provider. NetApp è fornitore, tra gli altri, di Tiscali che sui NAS della società ha basato nuovi servizi di disaster recovery on demand e di backup per le PMI.

NetApp promette ulteriori annunci nei prossimi mesi riguardanti sia nuove unità sia per la soluzione di clustering Clustered Data Ontap. L’adozione di quest’ultima sta estendendosi rapidamente anche in Italia. “Molte aziende stanno oggi sfruttando le capacità di Clustered Data Ontap per gestire i grandi storage – spiega Patano. L’adozione ha raggiunto capacità pari a un exabyte a livello mondiale, con circa 2000 clienti (+300%) nell’ultimo anno e una crescita del 450% per quanto riguarda il numero dei controller utilizzati. In Italia sono un centinaio i nodi installati”.

Le funzionalità di gestione, la predisposizione agli ambienti virtualizzati sono oggi importanti e fanno sì che lo storage non possa essere considerato una commodity – precisa Patano -. Funzioni software sofisticate comuni alle unità piccole e grandi, permettono alle aziende di essere più veloci”. Per questo motivo, secondo NetApp stanno ottenendo un buon successo in Italia le soluzioni integrate realizzate in collaborazione con Cisco. “Abbiamo riscontrato molto interesse per la soluzione di ‘data center in a box’ FlexPod che permette alla media azienda di entrare in produzione con una infrastruttura ottimizzata secondo le best practice, abbattendo i tempi delle comuni implementazioni”.

Se da una parte NetApp può contare sul crescente valore della partnership con Cisco, dall’altra deve invece rinunciare a quella con IBM. “La collaborazione, durata sette anni, riguardava la produzione OEM dei sistemi storage della nSeries ed era giunta alla naturale scadenza – spiega Patano -. IBM ha solo deciso di staccare la spina con qualche mese di anticipo, perché oggi può disporre di soluzioni NAS realizzate in proprio. Con IBM resta in ogni caso attiva una forte partnership sui servizi”.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articoli correlati

Articolo 1 di 2