ESPERIENZE

Moby scommette su digitalizzazione e sostenibilità per garantire maggior stabilità del business

In occasione dell’evento della multinazionale tech Oracle, che si è tenuto a Las Vegas nei giorni scorsi, abbiamo incontrato Giovanni Savarese, CIO della compagnia di navigazione italiana che fa capo al gruppo Onorato Armatori. Ecco le sue considerazioni sul futuro della società, sul ruolo chiave del Cloud e del presidio del dato

Pubblicato il 09 Ott 2023

Moby Fantasy, la più recente imbarcazione della flotta Moby

Oracle CloudWorld, l’appuntamento fondamentale per l’ecosistema di partner e clienti della nota casa statunitense, ogni anno è anche l’occasione per capire quali sono i trend tecnologici più dirompenti che avranno un presumibile impatto sul mercato. Tra i rappresentanti italiani presenti all’edizione 2023, che si è svolta a Las Vegas alcuni giorni fa, c’era anche la compagnia di navigazione Moby che, insieme ad altri marchi come Tirrenia e Toremar, fa parte del gruppo Onorato Armatori. Recentemente, con l’ingresso della lussemburghese Sas Shipping Agencies Services nel capitale di Moby, il 49% della compagnia è passato a MSC, altro colosso della navigazione. Un’operazione che dovrebbe rimettere in sesto la società che copre principalmente le tratte del Mediterraneo con una quarantina di navi.

I mancati incassi durante il periodo pandemico hanno certamente eroso buona parte della liquidità dell’azienda. Una liquidità che oggi arriva da MSC. Di certo, il percorso di digitalizzazione dei processi è uno degli asset che possono contribuire a riportare stabilità economico-finanziaria e profitti alla Moby. Ne è convinto Giovanni Savarese, Direttore dei Sistemi Informativi (CIO) e dell’eCommerce del Gruppo, che incontriamo nella città del Nevada in occasione di Oracle CloudWorld: «Il nostro business passa dal sistema di prenotazione e dalla vendita di biglietti sia per la parte passeggeri sia per quella cargo, tutti sistemi fatti da noi in house» dice Savarese.

Modernizzare le applicazioni e ottimizzare i costi con il Cloud

Lungo la strada della digitalizzazione, l’incontro della compagnia di navigazione con il colosso tech risale al 2004, quando lo stesso Savarese scelse i database di Oracle. Un sodalizio che è proseguito nel tempo attraverso l’adozione di altre tecnologie, come ad esempio i sistemi di Business Intelligence, fino ad approdare al mondo del Cloud di cui oggi la società con sede ad Austin, in Texas, è uno dei player di riferimento. «Abbiamo cominciato a utilizzarlo in un momento storico che ce lo richiedeva, cioè durante il Covid, perché c’era bisogno di modernizzare le applicazioni. Personalmente, ho iniziato a studiare vari provider, come AWS e Microsoft Azure. Oggi stiamo migrando tutto in Cloud e prevediamo di concludere questa migrazione entro un paio di anni. Al momento usiamo Oracle Cloud Infrastructure (OCI) e Microsoft Azure, mentre abbiamo ancora un data center in casa» spiega il CIO.

La preferenza accordata ai due vendor è avvenuta prima dell’annuncio di Oracle Database@Azure, arrivato qualche giorno prima dell’evento di Las Vegas. In pratica, adesso i servizi di database di Oracle sono stati resi disponibili direttamente nei data center di Azure. Una novità che dovrebbe semplificare ulteriormente quello che Savarese definisce metaforicamente «un trasloco che serve a mettere ordine alle architetture e alla security. Alla fine, l’azienda è soddisfatta perché stiamo portando anche un saving. Basti pensare a che cosa ha significato, in termini di costi, il boom dell’energia con tutti i data center in casa».

L’IT al cuore di una startup che ha più di 60 anni di storia

Su queste basi si sta costruendo il volto della Moby del futuro. Un volto che, a detta del Direttore dei Sistemi Informativi, deve far concepire l’area IT come se fosse il cuore di una startup. Anche se l’azienda ha più di 60 anni di storia alle spalle, è necessario «ragionare come se fosse una startup» che, quindi, investe su hardware e software con criteri totalmente differenti rispetto al passato. Sulla nuova ammiraglia Moby Fantasy (foto di apertura), che da giugno 2023 collega Olbia a Livorno, si è cercato di risolvere il problema di Internet con i sistemi satellitari. Le navi sono ecosistemi particolari, come gli aerei di lunga percorrenza, in cui il rischio che i viaggiatori vadano in «astinenza di connettività» è molto alto.

Se si considera poi il Customer Journey, è cruciale l’offerta di un servizio al cliente impeccabile e, soprattutto, veloce. E non soltanto agli utenti in ambito B2C, ma anche agli interlocutori in ottica B2B come le agenzie e i grandi aggregatori.

Una tipologia di clientela con cui la compagnia si interfaccia in maniera digitale tramite API Rest o XML. «Da quando trent’anni fa i biglietti si scrivevano a mano, ci siamo evoluti per essere presenti su tutti i canali, trovando di volta in volta la tecnologia e la “lingua” giusta. Che in fondo è lo stesso concetto trasmesso in questi giorni da Larry Ellison (Chairman e CTO di Oracle, ndr), cioè quello del Cloud aperto» ricorda Savarese.

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Aspettando la ripresa del 2024, la digitalizzazione di Moby

La Digital Transformation non sta investendo soltanto il ridisegno della relazione con i clienti, ma tutte le aree aziendali. Nella parte Finance, ad esempio, l’analisi del dato ormai è sempre più determinante.

Analogamente, sul fronte delle Operation a bordo nave, risolto il problema della connettività, si stanno sperimentando funzioni di manutenzione predittiva rese possibili dai dati raccolti dai vari dispositivi IoT.

Una cosa è certa. Nonostante l’inflazione e la crisi che tocca il portafoglio dei consumatori, «la voglia di vacanza c’è. A ottobre, alla Fiera internazionale B2B del Turismo di Rimini, vedremo quali sono le previsioni del mercato per il prossimo anno» dice in conclusione Giovanni Savarese. Già oggi tuttavia lo si può ricavare da alcuni indicatori, come gli Osservatori Innovazione Digitale nel Turismo e Business Travel del Politecnico di Milano.

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Secondo gli Osservatori del Politecnico di Milano, nel 2022 il mercato italiano dei traghetti ha visto crescere il volume delle transazioni fino a quasi 2 miliardi di euro. Seppure distante dalla cifra record dei 2,4 miliardi di euro del 2019, si tratta comunque di segnali positivi.

Entro fine anno la Moby Fantasy sarà affiancata dalla nave gemella Moby Legacy. Entrambe le imbarcazioni, costruite nei cantieri navali della Comec a Guangzhou, in Cina, possono ospitare circa 3mila passeggeri e accogliere fino a 1.300 auto. A differenza di navi analoghe, che sono alimentate a gasolio, utilizzano un meno inquinante gas naturale liquefatto (GNL). Se la tanto auspicata ripresa del comparto sarà confermata nel 2024, il merito andrà anche a questi enormi traghetti di nuova generazione.

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