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Mobile Enterprise in Italia: un mercato da due miliardi di euro

E tra due anni il fatturato generato da Mobile Device, Mobile Biz-App e Enterprise AppStore raggiungerà i 2,7 miliardi, con una crescita annua del 14% nel 2015 e del 17% nel 2016. È il responso della nuova ricerca dell’Osservatorio Mobile Enterprise, secondo cui le soluzioni per Mobile a supporto dei processi di business quest’anno hanno consentito un recupero di produttività di ben 9 miliardi di euro

Pubblicato il 06 Ott 2014

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Il mercato di Mobile Device, Mobile Biz-App ed Enterprise Application Store, i componenti della “Mobile Enterprise”, nel 2014 toccherà il valore di due miliardi di euro, e tra due anni raggiungerà 2.700 milioni di euro, crescendo del 14% nel 2015 e del 17% nel 2016. Queste le stime della edizione 2014 dell’Osservatorio Mobile Enterprise della School of Management del Politecnico di Milano, richerca che analizza le dinamiche della diffusione delle soluzioni Mobile in organizzazioni e imprese, e il loro ruolo a supporto dei processi di business, identificandone impatti, benefici e criticità.

Il mercato della “Mobile Enterprise” è suddiviso dall’Osservatorio in tre aree. I Mobile Device, ovvero la componente hardware (Smartphone, Tablet, Notebook), coprono il 67% del mercato. La componente Mobile Biz-App ne rappresenta il 25%, e comprende sviluppo e acquisto delle soluzioni, e integrazione delle App con i Sistemi Informativi. Il restante 8% riguarda gli Enterprise Application Store (EAS), le piattaforme di gestione dell’intero ecosistema Mobile aziendale.

«Governare questo contesto può rappresentare un importante differenziale competitivo grazie ai benefici di efficacia ed efficienza che le soluzioni Mobile possono portare alle organizzazioni – ha detto Andrea Rangone, Coordinatore Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano, alla presentazione del rapporto -. Benefici che non sono rilevanti solo per la singola impresa ma per l’intero Sistema Paese: si attesta infatti su circa 9 miliardi di euro l’anno il valore del recupero di produttività stimato dall’Osservatorio per tutti i Mobile Worker italiani già dotati di soluzioni Mobile per le proprie attività professionali».

Smartphone nel 91% delle aziende, tablet nel 66%

Paolo Catti, School of Management, Politecnico di Milano

«Gli Smartphone sono ormai largamente diffusi nelle imprese analizzate (già presenti nel 91% e prossimi a entrare in un altro 5%) e i Tablet li seguono a ruota, già adottati nel 66% e in procinto di essere introdotti in un altro 18%», fa notare Paolo Catti, Responsabile della Ricerca dell’Osservatorio Mobile Enterprise. «Tra i Device più diffusi a supporto dei processi di business figura anche la famiglia dei Terminali Industriali, che hanno caratteristiche di robustezza e usabilità studiate ad hoc per l’uso in contesti particolari». Tra i nuovi Mobile Device, i più diffusi sono gli Ultrabook, dispositivi Notebook “alleggeriti” da periferiche e porte non essenziali (presenti nel 44% delle imprese analizzate, in procinto di entrare in un altro 12%). A seguire, emergono i PC convertibili e gli Slate PC (presenti nel 22%, in procinto di entrare in un altro 24%).

Ancora incerto il grado di successo nelle aziende dei cosiddetti “Phablet”, gli Smartphone con schermo grande, presenti per ora solo nel 19% delle imprese analizzate (e destinati a entrare in un altro 17%), ma oggetto di una crescente offerta da parte dei principali produttori, tra cui da poco anche Apple con il recentissimo iPhone 6. Infine i nuovi dispositivi Wearable, tra cui SmartWatch e SmartGlass: «Hanno appena fatto il loro ingresso sulla scena e quindi hanno un tasso di penetrazione ancora embrionale (2%), anche se il 16% delle imprese ha già maturato l’ipotesi di introdurli».

Mobile Biz-App in un’impresa su due, ma solo il 9% non è interessato

Le Mobile Biz-App sono sempre più diffuse nelle organizzazioni italiane. La Survey rivela che ben il 51% dei CIO le ha già introdotte, in netta crescita rispetto al 35% del 2013, e solo il 9% del campione non ne ha neanche una e per ora non è interessato, mentre il 40% ha intenzione di introdurle in futuro. L’Osservatorio classifica le Mobile Biz-App in tre macro-categorie. Le “Operative” sono le più adottate e registrano un alto grado d’utilizzo da parte dei collaboratori, a partire da quelle di Sales Force Automation, già introdotte dal 37% dei CIO, mentre un altro 41% le adotterà nei prossimi anni.

Le Mobile Biz-App di “Office Practice Automation”, sviluppate (o personalizzate) ad hoc per supportare processi organizzativo-amministrativi con funzionalità specifiche (compilazione nota spese, richieste permessi, ecc.), sono state già introdotte nel 22% delle organizzazioni analizzate (anche se solo il 10% ne fa un uso intensivo), ma ben il 46% dei CIO le sta valutando per il futuro. Le Mobile Biz-App di Personal Productivity, sviluppate per visualizzare informazioni sulla Intranet aziendale o a supporto di elementari funzioni di produttività individuale (elaborazione testi, fogli di calcolo), sono già state introdotte dal 25% delle organizzazioni e un ulteriore 45% le implementerà in futuro. Ma sono quelle con il grado di utilizzo più basso (8%), in attesa che gli utenti ne comprendano appieno tutte le potenzialità.

Application Store in grande ascesa

Il terzo componente del mercato è costituito dagli Enterprise Application Store (EAS), piattaforme per il controllo e la gestione dell’ecosistema di Mobile Device e Mobile Biz-App di un’azienda. Gli EAS, già presenti (anche con più tipologie implementate contemporaneamente) nel 71% delle aziende che hanno già introdotto delle App o lo stanno facendo; un altro 12% li introdurrà a breve (decisione già presa) e l’11% nel medio/lungo termine. Solo il 6% dei CIO intervistati non ha intenzione, per ora, di implementare una piattaforma EAS, principalmente perché si trova in una fase embrionale di introduzione di tecnologie Mobile nella propria organizzazione e gestisce ancora manualmente l’installazione delle Mobile Biz-App sui dispositivi mobili.

Sicurezza: 9 su 10 scelgono i sistemi MDM, mentre avanza il BYOD

Nell’ambito della Mobile Enterprise, una priorità per i CIO si conferma essere la gestione della sicurezza. Circa il 90% degli intervistati ha già introdotto (o lo farà nel prossimo futuro) sistemi di Mobile Device Management, e chi li ha già introdotti (59%), nella maggior parte dei casi (36%) li ha istallati in house, mentre gli altri (23%) ne fruiscono in modalità ‘as a Service’. La percentuale di CIO che ancora non ha considerato le tematiche di sicurezza dei dati è attorno al 17% del campione. Nella maggior parte dei casi, i CIO gestiscono la sicurezza tramite piattaforme di Mobile Device Management, attraverso le funzionalità di Remote Wipe abilitate da queste piattaforme (59%).

A proposito di sicurezza, aggiunge Christian Mondini, Senior Research Analyst dell’Osservatorio Mobile Enterprise, «grande attenzione viene posta anche al paradigma ‘Bring Your Own Device’ (BYOD), che prevede di far leva su dispositivi Mobile scelti e acquistati direttamente dall’utente, che vanno poi integrati con i Sistemi Informativi Aziendali e popolati con le corrette Mobile Biz-App a supporto dei processi, ma anche gestiti e tutelati, a difesa dei dati aziendali che risiedono (o transitano) sui Mobile Device. Il numero dei CIO che permettono l’uso dei Device personali a scopo lavorativo è decisamente cresciuto: dal 20% del 2012 al 49% del 2014, e si è ridotta sensibilmente la percentuale di chi si dichiara assolutamente contrario, dal 44% del 2012 al 19% del 2014».

L’edizione 2014 è la decima realizzata dall’Osservatorio Mobile Enterprise, ed è stata messa a punto con il supporto di 4words, Accenture, Aeonvis, BlackBerry, Compuware, Gulliver, Nazca, Praxi, Seltris, Vodafone; Canon, DS Group, GLS Mobile, TESISQUARE e weAR.

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