Sotto la spinta della ripresa economica e dello sviluppo di progetti innovativi in tutti i settori, nel 2021 il mercato digitale ha raggiungo il valore complessivo di 75,3 miliardi, registrando un +5,3% rispetto all’anno precedente. A tendere, si prevede che il trend di crescita sia destinato a perdurare tanto che si ipotizza che il mercato digitale possa arrivare a superare i 91 miliardi di euro nel 2025, fondamentali saranno le riforme e gli investimenti per il digitale previsti dal PNRR. È quanto emerge dalla Ricerca che ogni anno Anitec-Assinform, l’Associazione di Confindustria che raggruppa le principali aziende dell’ICT, conduce sull’andamento del digitale in Italia, in collaborazione con NetConsulting cube.
“La crescita costante del settore ICT, in questo susseguirsi di grandissima incertezza, conferma l’importanza della digitalizzazione per far fronte ai fattori di crisi congiunturale e per realizzare le condizioni strutturali necessarie a garantire la sostenibilità economica e quindi sociale di lungo periodo. I tassi di crescita registrati nel 2021 e le previsioni di breve periodo confermano che le nostre imprese e le nostre amministrazioni stanno dando continuità ai piani di investimento strategici per il rilancio delle filiere e dei servizi pubblici”, ha commentato Marco Gay, Presidente di Anitec-Assinform.
Who's Who
Marco Gay
Presidente Anitec-Assinform
Come rileva il Rapporto, la maggior parte della spesa in prodotti e servizi ICT e digitali è riconducibile alle Regioni del Nord Ovest (26,7 miliardi di euro) e del Centro (19,3 miliardi di euro), mentre la spesa delle PMI, che rappresentano la quasi totalità delle imprese italiane, è stata di 17,45 miliardi di euro a fronte dei 27,14 rilevati per le aziende con più di 250 addetti. Guardando all’immediato futuro, l’accesso ai fondi del PNRR rappresenta pertanto per le PMI italiane un’opportunità straordinaria di crescita e innovazione.
Le principali iniziative relative agli investimenti in tecnologie digitali hanno riguardato: l’adeguamento di una infrastruttura ICT maggiormente pronta a supportare i nuovi modelli di lavoro ibrido (Smart Working e presenza); l’aumento delle interazioni digitali con i partner e i clienti e la necessità di digitalizzare i processi a supporto; una sempre maggiore attenzione ai livelli di sicurezza di dati e applicazioni, per effetto dell’incremento delle minacce cyber. Pubblica Amministrazione locale e centrale e Sanità sono i settori in cui la crescita prevista della spesa per il digitale appare più intensa, ben superiore alla media.
Le tecnologie che trainano il mercato digitale
Nel corso del 2021 sono cresciuti quasi tutti i settori del mercato digitale. I Dispositivi e Sistemi hanno registrato un incremento del 9,1%, per un valore di 21,1 miliardi di euro, evidenziando un’accelerazione dovuta principalmente alle vendite dei personal computer e degli apparecchi televisivi. Per quanto riguarda i comparti dell’Information Technology, il segmento del Software e Soluzioni ICT ha chiuso il 2021 a quota 8,1 miliardi di euro con una crescita dell’8%, i Servizi ICT hanno raggiunto nel 2021 i 13,6 miliardi di euro e segnato una crescita complessiva del 7,6%, dovuta alla ripresa degli investimenti nei servizi di System Integration, per effetto dei progetti di digitalizzazione, che sono tra i principali driver dei piani industriali delle maggiori aziende in tutti i settori, e un’ulteriore importante crescita dei servizi di Cloud Computing e Cybersecurity. Continuano invece i trend negativi dei Servizi di Rete TLC (-3,3%), anche se la diminuzione è avvenuta in misura minore rispetto al precedente anno. Da segnalare la ripresa del segmento dei Contenuti Digitali (+8,7%), trainati principalmente dal ritorno agli investimenti pubblicitari su piattaforme internet.
Le criticità strutturali
Sebbene i risultati del mercato digitale siano dunque positivi lasciando ben sperare per il futuro, tuttavia all’interno del comparto ci sono alcuni aspetti che andrebbero allineati.
“Questi numeri – afferma Gay – non devono però farci dimenticare che permangono importanti criticità strutturali che indeboliscono l’impatto degli investimenti, come ad esempio il fatto che questi ultimi siano concentrati principalmente nelle Regioni del Nord Ovest e del Centro Italia e che vedano importanti differenze da Regione a Regione. Inoltre, va segnalata la crescita ancora troppo lenta degli investimenti in digitale delle PMI oppure la carenza di competenze specializzate. Non ultima, poi, è la sfida della ‘sostenibilità’, dove le tecnologie digitali possono indubbiamente ricoprire un importante ruolo in diversi ambiti”.
La sostenibilità passa dal digitale
Alla “sostenibilità” è dedicata un’intera sezione del Rapporto. Le tecnologie digitali sono necessarie per la transizione verso modelli pienamente sostenibili, non solo per l’abilitazione del lavoro remoto ma anche per la capacità di ottimizzare, misurare e simulare processi. Diversi i benefici che possono essere menzionati, tra questi: la possibilità di ridurre gli spostamenti, la maggiore efficienza energetica e la dematerializzazione dei processi (grazie a IoT, Advanced Analytics, Intelligenza Artificiale, Digital Twin), oltre a una maggiore efficienza degli impianti. Soluzioni Blockchain migliorano inoltre la tracciabilità e la comunicazione sicura delle informazioni a livello di filiera. Nel settore Energy-Utility le tecnologie digitali permettono di ottimizzare la produzione e la distribuzione dell’energia, individuare guasti e perdite, monitorare il territorio. Soluzioni di Intelligenza Artificiale automatizzano il riconoscimento e lo smaltimento dei rifiuti. Piattaforme digitali per la gestione del parco veicoli e l’ottimizzazione del flusso merci migliorano i processi nel settore trasporti e turismo.