Non è più tempo di sperimentazioni, per il passaggio al digitale le imprese devono fare sul serio. È quanto affermano Tunde Olanrewaju e Kate Smaje, responsabili della sede McKinsey di Londra, e il direttore Paul Willmott, in un articolo redatto in collaborazione con Tomas Jones. L’e-commerce sta crescendo a tassi a due cifre negli Stati Uniti e in molti Paesi Europei, ed è in piena espansione in tutta l’Asia, scrivono i ricercatori, perciò le imprese dovrebbero approfittare di questo slancio impegnandosi seriamente ad applicare modelli digitali alle loro strutture aziendali. La competizione internazionale non consente più di poter adottare soluzioni parziali e “fai-da-te”, occorre sviluppare modelli di business e competenze diverse da quelle adottate finora. Per questo motivo, McKinsey indica sette buone abitudini che sono state riscontrate in imprese digitali di successo che possono fare da guida a chi decide di accogliere la sfida.
La prima è avere aspirazioni che possono sembrare irrazionali: bisogna puntare in alto per ottenere grandi risultati. A questo proposito, citano il caso di Angela Ahrendts che, come ceo di Burberry, ha trasformato un brand di moda in un marchio digitale, osando quello che molti avrebbero giudicato impensabile e triplicando il fatturato dell’azienda.
Il secondo consiglio è di acquisire le abilità specifiche e cambiare tutta la cultura del gruppo. Spesso non è sufficiente riconvertire il personale interno, perciò i manager devono guardarsi intorno e individuare, magari in altre aziende, team che possono essere utili. Come ha fatto Tesco, il grande supermarket inglese, acquisendo Blinkbox (video-streaming), We7 (musica online), e Mobcast (e-book).
Il terzo punto è stanziare nuovi fondi e far crescere i propri talenti. Come case history l’articolo cita Walmart, il più grande rivenditore al dettaglio del mondo, che, dopo un paio di false partenze, ha capito che investire sul talento digitale era l’unico modo per recuperare il ritardo accumulato nell’e-commerce. Così, nel 2011, ha creato @WalmartLabs, un incubatore di idee, e ha avviato la vera svolta digitale, aumentando il fatturato dello shop online del 30 per cento nel 2013.
Il quarto consiglio degli esperti McKinsey è sfidare ogni cosa, non rimanere intrappolati nelle vecchie regole aziendali e nei mercati già conosciuti. I manager devono scandagliare tutto, dai sistemi operativi a quelli distributivi e persino i prodotti offerti, e chiedersi se vadano ancora bene nell’era della trasformazione tecnologica. Si pensi a come Apple sia passato da produttore di computer a – tra le altre cose – essere uno dei più grandi rivenditori di musica online.
Altro elemento importante è la velocità nelle decisioni-soluzioni, facilitata da un rapido accesso alle informazioni. P&G, ad esempio, ha creato un unico portale di dati, definito “Cabina di comando”, dal quale circa 50 mila dipendenti in tutto il mondo possono controllare informazioni sui brand, i mercati, le regioni, identificare rapidamente i problemi e adottare immediate soluzioni.
Nell’articolo, inoltre, si sottolinea l’importanza di inseguire il profitto: molto spesso le aziende concentrano i loro investimenti per la digitalizzazione in funzioni rivolte ai clienti. Invece, si può ottenere valore aggiunto cercando di migliorare l’efficienza operativa e le funzioni di back-office.
Infine, McKinsey suggerisce che una “sana ossessione” per il cliente aiuta ogni impresa nella sua trasformazione digitale. I manager devono essere capaci di correggere ogni errore e limitare le cattive esperienze, cercando di prestare molta attenzione ai feedback dei clienti. Le imprese di successo hanno sperimentato che non è sufficiente concentrarsi soltanto su uno dei consigli riportati, ma bisogna svilupparli tutti e sette, adottando una mentalità nuova e un diverso approccio operativo.