Renato Mazzoncini, AD di FS, ha pianificato un futuro roseo per il trasporto ferroviario italiano, con un piano d’investimenti da 94 miliardi di euro in 10 anni. Il primo obiettivo era quello di far sì che la rete ferroviaria rimanesse un patrimonio italiano ed è stato raggiunto, ha dichiarato Delrio, Ministro alle Infrastrutture e Trasporti, facendo sì che le decisioni sugli investimenti da fare sul trasporto pubblico siano prese dal Governo. Un investimento di 94 miliardi che, data la situazione, gioco forza andava spalmato in dieci anni, e che comunque mira a migliorare radicalmente il servizio ai pendolari e alle merci, servizi nei quali attualmente il trasporto pubblico è assai carente.
Tra le priorità annunciate dall’AD Renato Mazzoncini ci sono la mobilità integrata ferro-gomma (anche grazie alla fusione con ANAS), la riorganizzazione del trasporto merci, lo sviluppo dei servizi all’estero, e la digitalizzazione di tutti i dati del gruppo, da trasferire su una piattaforma consultabile su internet in tempo reale. FS infatti punta su una nuova “Digital Travel Experience” che accompagni il cliente in tutto il viaggio
Presenti alla illustrazione del Piano, nella Stazione ferroviaria di Roma Tiburtina, sia il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, sia la Presidente del Gruppo Ferrovie, Gioia Ghezzi, sia i cronisti delle moltissime testate invitate a partecipare all’evento, durante un’affollata Conferenza stampa. Il contesto della Stazione Ferroviaria è stato scelto non solo per sottolineare il tema legato ai trasporti ma anche l’intento di legare il Piano al territorio presso una stazione, La Tiburtina appunto, che da anni fa da snodo per i pendolari.
I cinque punti dell’innovazione
Il Piano di fatto punta a migliorare cinque aspetti determinanti del trasporto pubblico. Una mobilità integrata sembra essere la prima necessità che è stata posta sul tavolo degli interventi. Arrivare ad un accordo con tutti gli operatori della mobilità, pubblici e privati, piuttosto che lavorare in concorrenza, può solo migliorare il servizio e renderlo più presente e capillare. La riorganizzazione del trasporto delle merci, da trasformare da Cenerentola a fiore all’occhiello della Compagnia. Eliminazione della differenza tra ferro e gomma affinché il servizio pubblico si avvalga di entrambe le risorse. Lo sviluppo del servizio extra-frontiera, che in un’Europa unita è già in ritardo, e la digitalizzazione di tutti i dati delle Ferrovie, da trasferire su una piattaforma consultabile su internet in tempo reale.
Autonomia e competitività europea
Poi c’è da considerare, tra gli obiettivi, di trasferire autonomia al comparto legato all’alta velocità in modo da poterlo quotare a Piazza Affari, come dichiarato dallo stesso Mazzoncini. Una caratteristica, quella dell’autonomia dall’Azienda a maggioranza pubblica, indispensabile per poterla portare in Borsa, consentendo ad una fetta della stessa di essere convertita in titoli da mettere sul Mercato. Altro obiettivo ambizioso ma irrinunciabile è mettere l’Azienda e i suoi servizi su un piano di corretta competitività europea.
Innovazione e tecnologie digitali
Una parte della spesa quindi finirà col soddisfare le richieste europee tendenti al miglioramento digitale, 7 miliardi, e all’innovazione radicale anche delle strutture di trasporto, ben 73 dei 94 miliardi previsti. Per i fondi, e lo si è fatto notare sin da subito, c’è già una disponibilità di 58 miliardi, parzialmente messi a disposizione dalla stessa Azienda, circa 23 miliardi, e il rimanente già accantonato e stanziato. I primi interventi in programma vedono all’opera l’Azienda sulla Napoli-Bari sin dal prossimo dicembre.
Acquisizioni e partnership
Ma non sono solo le opere di innovazione, quelle che partono col nuovo Piano delle Ferrovie, ma si vanno profilando anche le strategie di acquisizione e partnership. La prima che si affaccia all’orizzonte è quella con ANAS, che diventerà a tutti gli effetti la parte rotabile delle Ferrovie, in un’ottica di mobilità integrata. L’obiettivo è infatti quello di migliorare il servizio di capillarità sul territorio e fornire un miglior servizio a chi usa costantemente il trasporto pubblico.
L’occupazione
Non è da sottovalutare il fatto che le cifre investite creeranno un impatto occupazionale eccezionale, considerando soprattutto la cifra da impiegare per l’innovazione delle infrastrutture, le tecnologie e il materiale rotabile. Anche il progetto BusItalia, che si occuperà della mobilità su asfalto, e che prevede di mettere su strada ulteriori 3000 unità viaggianti, porterà posti di lavoro.