La matrice di materialità è l’output finale dell’analisi di materialità. Identifica graficamente gli elementi che un’organizzazione ritiene fondamentali ai fini del suo impatto sostenibile a 360 gradi. Quindi non si riferisce soltanto, come si potrebbe supporre, ai fattori che incidono sull’ambiente, ma riguarda il complesso di indicatori sintetizzati nell’acronimo ESG (Environmental, Social e Governance). Per una corretta adozione di questi principi, occorre tracciare un quadro in cui il concetto di materialità sia contemplato nella sua versione estesa o “doppia”, che comprende cioè questioni più ampie di quelle meramente economico-finanziarie.
Doppia materialità: cos’è e perché rappresenta la nuova frontiera della rendicontazione aziendale
Che cos’è la matrice di materialità
Rappresentata di solito su un piano cartesiano, la matrice di materialità riporta sull’asse delle ordinate i temi “materiali” con importanza crescente per l’organizzazione, su quella delle ordinate i temi di maggiore rilevanza per gli stakeholder. In questo modo, nell’area centrale della matrice si posizioneranno i temi considerati essenziali da entrambi, così da delineare uno schema obiettivo degli ambiti su cui l’azienda o l’ente debba concentrare i propri sforzi in termini di sostenibilità complessiva e responsabilità sociale.
Perché è importante la matrice di materialità
Poiché aiuta le organizzazioni a focalizzare l’attenzione su aspetti chiave della rendicontazione non finanziaria, la matrice di materialità assume particolare significato soprattutto a beneficio della Corporate Social Responsibility (CSR) o responsabilità sociale d’impresa. Inoltre, consente di individuare più facilmente i rischi e le opportunità connessi ai pilastri su cui vertono le performance dell’azienda.
In più, la matrice di materialità permette di migliorare la comunicazione con gli stakeholder, dando informazioni chiare e trasparenti con cui irrobustire la fiducia e l’engagement dei “portatori di interesse”.
Come utilizzare la matrice di materialità
Il primo step nella definizione della matrice di materialità passa dall’identificazione di una serie di punti qualificanti per l’organizzazione: dalla gestione delle risorse energetiche alla tutela dei diritti delle minoranze fino alla minimizzazione del gender gap. Di ciascuno di questi punti è necessario valutare l’influenza sulla strategia aziendale, sulle operation, sul rischio finanziario, sulla reputazione ecc. Tale valutazione deve essere vista non solo dall’interno, ma anche dell’esterno, vale a dire in base alla relazione con gli stakeholder. La confluenza di interno/esterno farà emergere quali devono essere le priorità da attuare. Seguite da una roadmap che monitori i progressi nel tempo su ciascuno dei punti presi in esame.
La matrice di materialità e la responsabilità sociale delle imprese
È evidente, da quanto sottolineato finora, che la matrice di materialità sia strettamente correlata alla responsabilità sociale delle imprese. In quanto strumento che supporta le organizzazioni nel circoscrivere i temi materiali che hanno un impatto significativo sulla loro sostenibilità e sul legame con gli stakeholder, è parte integrante dell’impegno di qualsiasi impresa a gestire le proprie attività in modo etico ed equo. E poiché la CSR abbraccia le considerazioni sociali e ambientali imprescindibili per un soggetto che opera sul mercato, diventa una base solida per implementare strategie di sostenibilità scevre da qualsiasi indulgenza al greenwashing. Con il vantaggio di poter essere impiegata per comunicare in modo chiaro agli stakeholder i filoni prioritari su cui l’azienda sta conducendo la sua battaglia nel campo vasto degli ESG.
La trappola del Greenwashing: quando la sostenibilità è solo di facciata
Come la matrice di materialità supporta gli obiettivi di sostenibilità
Concretamente, la matrice di materialità interviene a favore degli obiettivi di sostenibilità in diversi modi.
- Anzitutto, fa affiorare correttamente i temi materiali che corrispondono ad altrettante questioni chiave che hanno un riverbero significativo sull’organizzazione e sugli stakeholder. Prima di qualsiasi generico intento in direzione della sostenibilità, occorre identificare quelle aree che, più di altre, necessitano di un percorso di miglioramento in vista di una maggiore conformità ai parametri Environmental, Social e Governance.
- Non tutti gli argomenti riconducibili agli scenari ESG devono rientrare nell’itinerario virtuoso di un’azienda. Le emissioni di CO2 in un’industria petrolchimica risultano un fronte primario, a differenza di quanto può avvenire in una società di servizi. La matrice di materialità serve proprio a questo: classificare quali sono i temi materiali su cui ciascun soggetto è chiamato a intervenire per diventare più sostenibile rispetto ai propri portatori di interesse. In tal senso, fornisce un framework oggettivo su cui delineate gli obiettivi di sostenibilità della singola organizzazione.
- La matrice di materialità è anche uno strumento unico per monitorare e condividere verso terzi i progressi fatti mediante indicatori chiave di prestazione (KPI). Questi misurano quanto il raggiungimento di detti obiettivi si possa considerare vicino o ancora distante. In abbinamento con la documentazione CSR, garantisce un reporting idoneo ed esplicativo che completa la comunicazione non finanziaria prevista nella responsabilità sociale d’impresa.
Esempi di matrici di materialità
Tra gli esempi di realtà italiane che hanno adottato la matrice di materialità, di seguito riportiamo quelli di 3 gruppi molto noti. Senza ovviamente essere esaustivi rispetto a come vada realizzato il modello, tuttavia offrono indicazioni utili a comprenderne caratteristiche e modalità.
La matrice di materialità di Poste Italiane
La matrice di materialità di Gruppo FS
La matrice di materialità di Terna
Implementazione della matrice di materialità nell’azienda
Alla luce degli esempi riportati sopra, per creare una matrice di materialità efficace è bene seguire alcuni passaggi. Dal coinvolgimento degli stakeholder all’analisi dell’impatto ambientale, sociale e di governance delle attività dell’organizzazione. La matrice di materialità deve contenere una fotografia attendibile di tutto questo.
Coinvolgimento degli stakeholder nel processo di creazione
La fase di coinvolgimento degli stakeholder nel processo di identificazione dei temi che confluiranno nella matrice di materialità può avvenire in vari modi. Ad esempio, tramite interviste, sondaggi, workshop o consultazioni pubbliche.
Più ampia è la platea di soggetti coinvolti e maggiore sarà l’aderenza degli output una volta elaborati. Allo stesso tempo, un’accurata analisi delle tendenze e delle best practice contribuirà a stilare i criteri con cui definire le priorità. Combinando dati quantitativi e qualitativi, sarà possibile incrociare la rilevanza per l’organizzazione e per gli stakeholder, nonché sviluppare un approccio operativo in cui le prestazioni siano affiancate da un valore incrementale.
Monitoraggio e aggiornamento della matrice di materialità
Processo dinamico e non statico, la matrice deve essere periodicamente rivista e aggiornata per riflettere i cambiamenti nel contesto aziendale e nelle aspettative degli stakeholder. Talvolta gli aggiornamenti sono sospinti anche dalla nuova normativa, come sottolinea ad esempio Terna a proposito della sua matrice di materialità. Se, a partire dal 2013, la società di gestione delle reti elettriche aveva impostato il processo di definizione dei suoi temi materiali seguendo le linee guida della GRI (Global Reporting Initiative), oggi non può prescindere da quanto introdotto con il Decreto Legislativo 254/2016 sulla comunicazione di informazioni di carattere non finanziario.
L’importanza della matrice di materialità nella gestione del rischio
La matrice di materialità infine può essere adoperata come strumento nella gestione di quei rischi, interni ed esterni, che influenzano l’organizzazione. Nel primo caso, possono essere legati alle operazioni aziendali, alla disponibilità delle risorse umane o al funzionamento delle tecnologie abilitanti. Nel secondo, possono dipendere dal contesto normativo, dalle dinamiche di mercato, dai cambiamenti climatici o dalle interruzioni della Supply Chain.
Grazie alla matrice, ogni rischio è associabile a un punteggio che tiene conto della probabilità che si presenti e delle eventuali ricadute dal punto di vista finanziario, reputazionale, di sicurezza e così via. Da qui discende la rispettiva priorizzazione e le conseguenti azioni specifiche da intraprendere per mitigare o affrontare adeguatamente ciascun rischio classificato secondo regole certe.
Così come indicato a proposito dell’aggiornamento a cui la matrice di materialità deve essere sottoposta periodicamente, lo stesso discorso vale anche per la gestione del rischio alla luce di nuove minacce che potrebbero sostituire quelle precedenti. È nella sua capacità di adattarsi al cambiamento che la matrice esprime tutta la sua potenzialità di strumento utile a “catturare” le esigenze delle organizzazioni. Esigenze per loro natura destinate a mutare continuamente.