Il Made in Italy in Cina sbarca online. E lo fa soprattutto stringendo accordi con Alibaba, il colosso dell’eCommerce, e Alipay, la branca dedicata ai pagamenti digitali, oltre che con il social più diffuso in Cina, WeChat, ritenuti il veicolo più immediato per l’export verso il florido e immenso mercato del Dragone, e conquistare così una clientela giovane, sempre più digital e molto amante dello shopping in Italia.
Il commercio elettronico cinese è il primo al mondo
Si stima che il valore generato dagli acquisti online nel mondo abbia superato nel 2017 i 1.500 miliardi di euro, secondo dati elaborati dal Politecnico di Milano riferiti ai soli prodotti, trainato in larga misura dalle Dot Com. E il principale mercato online è proprio la Cina con 670 miliardi di euro (per la sola componente di prodotto), pari al 14% del totale retail. Per un confronto, il secondo mercato eCommerce sono gli USA, con 400 miliardi di euro e il 13% di penetrazione.
L’export è dunque una grande opportunità per l’Italia, dove la domanda è debole e a guadagnare progressivamente quota è solo l’eCommerce, che però rimane ancora un canale marginale rispetto ai negozi fisici. (Si veda qui un utile guida su come fare export in Cina con leCommerce)
Vendere il Made in Italy in Cina: le ultime novità dei brand
Ai tanti brand già sbarcati sull’online cinese si è aggiunto in queste settimane il marchio altoatesino Thun, che di recente ha inaugurato il proprio eStore su Tmall global, questo il nome della piattaforma B2c del gruppo Alibaba, puntando a raggiungere gli oltre 550 milioni di consumatori attivi dell’eCommerce e marketplace per mobile.
Sul mall cinese spicca, in particolare, il settore della cosmetica, uno dei settori commerciali più promettenti nel Paese, che ha una popolazione molto giovane. Secondo quanto emerso in una conferenza sul tema organizzata da Alibaba a Milano, la cosmetica è diventato il più importante ramo di attività di Alibaba, che opera attraverso la divisione di consumer-trend Tmall. Un’opportunità che tanti brand italiani hanno già colto. Hanno già aperto il proprio flagship store su Tmall Global Deborah Group, Diego dalla Palma, Kiko, Pupa, Ganassini, Bottega Verde e Giorgio Armani Beauty.
Sul fronte del lusso, invece, il più recente debutto è quello di Moschino, che ha scelto il Tmall Luxury Pavilion: il retailer italiano ha aperto il suo flagship store virtuale sulla piattaforma, con una selezione di capi e accessori in esclusiva. Il marchio offre ora così anche ai clienti cinesi l’opportunità di scoprire da vicino le sue eccentriche creazioni Made in Italy: una mossa che mira a conquistare i giovani luxury Millennial shoppers asiatici, grazie al know-how sul campo di Alibaba.
Un’altra notizia di questi giorni riguarda Montenapoleone District, l’associazione del quadrilatero della moda milanese che riunisce 150 global luxury brand, che ha invece stretto un accordo con Digital Retex, partner di riferimento del social network WeChat. È il primo e finora unico distretto del lusso europeo a poter contare su un account all’interno della piattaforma.
Anche la Rinascente, il noto store multibrand di piazza Duomo a Milano, scommette su WeChat per conquistare il pubblico cinese: ha lanciato infatti il servizio On Demand anche sul social network, che con l’instant messaging provvede a ricercare nel negozio i prodotti richiesti dai clienti e a spedirli ovunque desiderino. L’obiettivo è estendere il servizio di personal concierge, lanciato quasi un anno fa sul canale WhatsApp verso un miliardo di utenti attivi al mese in Cina, di cui l’83% fa acquisti on line.
«I Clienti stranieri rappresentano circa il 50% del totale fatturato di Rinascente – afferma Pierluigi Cocchini, Amministratore Delegato Rinascente – e quelli di nazionalità cinese sono i primi nel ranking delle top nationalities. Lo scontrino medio è di circa 250 euro ed è in continua crescita e solo in questa prima metà dell’anno si contano più di 275 mila loro transazioni».
La spesa con Alipay cresce in tutto il mondo
Alipay è la più grande piattaforma di pagamento mobile al mondo ed è ormai a disposizione dei clienti cinesi in tutto il mondo, che possono così acquistare all’estero come fanno a casa e mantenersi in contatto con il merchant anche in seguito. È l’altra faccia dello shopping: da un lato il Made in Italy in Cina, dall’altro i prodotti italiani in Italia e nel resto del mondo. Nel corso dell’estate 2018, in particolare, l’Italia ha registrato una crescita media della spesa su Alipay dei turisti cinesi dell’87% rispetto al 2017, anno di arrivo in Italia del gigante dei pagamenti. L’Italia è in quarta posizione (dopo Francia, Korea del Sud e Danimarca) per livelli di spesa da parte dei consumatori cinesi con un importo medio di 930 euro nel periodo 1 luglio – 31 agosto 2018, secondo quanto riferito da Alipay.
Sempre in queste ultime settimane, il brand della moda Guess ha invece stretto una partnership con Alipay per offrire la possibilità di pagamento digitale ai turisti cinesi negli Stati Uniti. Grazie a questo accordo, dunque, i cinesi possono utilizzare il loro mobile wallet Alipay per effettuare acquisti in più di 50 negozi Guess in diverse città turistiche, tra cui New York e Las Vegas. Guess e Alibaba non sono partner solo sul fronte dei pagamenti: di recente hanno sperimentato all’interno del campus dell’Università Politecnica di Hong Kong un temporary store basato su “Fashion AI”, soluzione basata su uno smart mirror che sfrutta la tecnologia computer vision per dare consigli personalizzati al cliente mentre fa shopping. Lo specchio smart, riconosce il colore, lo stile e le caratteristiche dei prodotti che il cliente ha scelto di acquistare, ed in base a questi suggerisce altri capi che si abbinano.