La dimensione del business continua a cambiare, ibridandosi e stratificandosi in funzione delle opportunità offerte dal digitale. Di conseguenza, chi offre soluzioni, tecnologie e competenze per aiutare le imprese a innovare i processi deve, a propria volta, mettere costantemente in discussione gli elementi alla base della value proposition, rimanendo coerenti con il proprio DNA e la missione assunta.
In questo contesto, pure il gruppo Econocom, a cui fa capo una galassia di imprese con specializzazioni e vocazioni differenti, ha avviato una fase di profondo riorientamento sulle attività principali, che ha portato i primi frutti nel 2021. Anche nel mercato italiano, dove opera con le consociate Asystel Italia, BDF e Bizmatica. “Econocom, ha sempre promosso i propri servizi con una logica di cross-selling. Naturalmente ciò avveniva in misura diversa a seconda dell’entità da cui partiva l’offerta, generando talvolta delle sovrapposizioni ed ecco perché oggi il nostro primo punto di attenzione è la rifocalizzazione dell’offering. Abbiamo dunque analizzato tutte le realtà che fanno capo al gruppo, verificato le competenze distintive interne, orientato ciascuna area verso il proprio core col fine della massimizzazione del livello di servizio”. A parlare è Alessio Lechiara, che da febbraio è il nuovo Country Manager per l’Italia di Econocom, general contractor digitale presente in 16 mercati europei.
Lechiara è entrato in azienda in qualità di CFO, nel 2020, portando in Econocom una solida esperienza maturata sul piano internazionale in ambito Finance e M&A. Esattamente il tipo di background di cui ha bisogno oggi un manager chiamato a guidare un gruppo che, pur in fase di rifocalizzazione, mantiene l’ambizione di espandersi, sia attraverso la crescita organica, sia facendo leva su acquisizioni e partnership strategiche.
Who's Who
Alessio Lechiara
Country Manager per l'Italia di Econocom
Lechiara, qual è il compito che le è stato assegnato e che situazione ha trovato in azienda?
Il primo obiettivo è proprio quello di focalizzare l’azienda sulle linee core, puntando su leadership di costo e di differenziazione, attraverso processi snelli e flessibili, essenziali per affrontare le sfide competitive del periodo post-pandemico.
Se ci soffermiamo sui dati relativi alle performance finanziarie e sulla visione strategica del gruppo, il 2021 è stato un esercizio certamente positivo a livello Gruppo, dove l’Italia si è ritagliata un ruolo da protagonista. Abbiamo registrato un fatturato di 2.505 milioni di euro con oltre 70 milioni di utile netto. L’Italia pesa circa l’11% del giro d’affari complessivo, il che ci procura orgoglio e soddisfazione. Inutile dire che vogliamo fare molto di più nel 2022: nella misura in cui riusciremo a contenere gli effetti negativi derivanti dalla pressione sulle forniture, puntiamo a una crescita del 4-5% in termini di fatturato.
Agendo su quali leve?
Rispetto alla crescita organica intendiamo sviluppare sia il business diretto sia quello indiretto. Nel primo ambito, partiamo dalla considerazione che non è un mistero per nessuno che gran parte dei rapporti professionali si siano virtualizzati durante la pandemia. La proliferazione di call e meeting ha reso più scarni i contatti: per questo, sicuramente l’aspetto emozionale è un elemento a cui presteremo grande attenzione. Tornare a stringere la mano al cliente è per noi una priorità. Ecco perché abbiamo riorganizzato e ampliato la forza commerciale nelle aree in cui sono stati individuati potenziali di sviluppo, e continueremo a investire in programmi di ulteriore rafforzamento di skills e capabilities, esplorando e monitorando le esigenze – anche nascoste – che sono il presupposto di una partnership di valore. Se parliamo di sviluppo indiretto, invece, faremo leva sul concetto di ecosistema, lavorando in maniera organizzata con i partner per veicolare soluzioni a canone o servizi ad hoc disegnati sulle necessità del cliente finale. L’obiettivo è quello di creare un unico punto di contatto in grado di catalizzare competenze e certificazioni negli ambiti che riteniamo strategici, dall’equipment distribution, per cui ci proponiamo come one-stop-shop, ai digital services, quali workplace management, networking, infrastructure e cloud security, data & IT innovation, solo per citarne alcuni, oltre ovviamente al leasing operativo su un’ampia gamma di asset ICT e tecnologici, ossia il business storico di Econocom.
Quanto peserà nella strategia di crescita inorganica la sua esperienza in fatto di acquisizioni?
Quando si parla di M&A, benché possa apparire banale, la prima regola è cautela e confidenzialità. Al di là di questo, ci orienteremo su target che consentano di ampliare sinergie sia sul leasing operativo sia sui servizi, innescando in definitiva un circolo virtuoso che porti a sviluppare ulteriore valore in un mercato, quello italiano, altamente competitivo. Del resto, abbiamo alle spalle un gruppo molto solido anche dal punto di vista finanziario, fatto che ci consente di essere pronti ad agire – anche con estrema velocità all’occorrenza – sul fronte di eventuali operazioni straordinarie.
Date queste premesse, dove indirizzerete la value proposition?
Dipende su quale linea di business ci soffermiamo. Come gruppo competiamo con una moltitudine di player di natura assai eterogenea. Se prendiamo in considerazione il leasing operativo, oltre ai competitors che agiscono sullo stesso terreno, spesso incontriamo un concorrente sempre meno potenziale e proveniente da un settore che verte su altri presupposti, quello bancario, con soluzioni meramente finanziarie e che solo parzialmente si sovrappongono al concetto di leasing operativo. Si confonde spesso una rata con una soluzione a canone.
È dunque nostro compito comunicare e veicolare i servizi che stanno dietro a una soluzione a canone. Ed è qui che dobbiamo giocare la nostra partita, puntando sulle competenze nell’ambito dell’asset management, arricchendole con i servizi di Asystel Italia, BDF e Bizmatica, intersecandole con servizi logistici, di staging, di device management, di sostituzione, di refresh tecnologico, di ritiro, smaltimento e/o ricondizionamento e così via.
A tal proposito emerge il ruolo chiave sia di supporto all’economia circolare, sia di promozione dell’aggiornamento tecnologico, specie alla luce dello scenario macroeconomico attuale, ancora connotato da estrema incertezza e cautela. L’effetto sugli investimenti è pacifico, molte aziende adottano un approccio estremamente prudenziale, e tutto vogliono fuorché fare il passo più lungo della gamba: Econocom in questo senso aiuta a coniugare soluzioni tecnologiche nel rispetto delle esigenze finanziarie delle imprese, ovviando alla questione dell’obsolescenza tecnologica e degli effetti in termini di svantaggio competitivo.
Circular e green economy sono dimensioni di estrema attualità, per le imprese ma non solo. Come si pone Econocom nei confronti di questi temi?
Sono temi su cui in realtà siamo focalizzati da lungo tempo. Oggi siamo tanto lieti quanto orgogliosi nell’affiancare i clienti promuovendo la sostenibilità. Il leasing operativo è senza dubbio una risposta efficace nell’ambito dell’economia circolare e nell’ottica del rispetto dell’ambiente. Basti dire che il carbon footprint medio per un laptop, a seconda delle specifiche tecniche, è di circa 400-600 kg di CO2e. Come lo facciamo? Anzitutto promuovendo il riutilizzo e offrendo hardware usato e ricondizionato al B2B professionale. Poi lavorando a stretto contatto con partner impegnati nella riduzione dei consumi energetici e del packaging, con operazioni logistiche limitate al minimo. Ancora: allungando la vita utile degli asset con servizi di continuità, assistenza, sostituzione e manutenzione; ricondizionando gli asset che possono essere riutilizzati e, nel caso in cui non fosse possibile il ricondizionamento, optando per il recupero di materie prime e secondarie.
Il tutto naturalmente verte su un ecosistema, che Econocom ha sviluppato attraverso competenze interne e soluzioni di terze parti specializzate. Il nostro impegno in termini di sostenibilità, per cui agiamo come Imprenditori del Digitale Responsabile, si fonda su tre pillar: clienti, ecosistema e dipendenti.
Abbiamo costituito un vero e proprio hub a cui accompagniamo iniziative volte a garantire l’accesso alla transizione digitale ed ecologica a un numero sempre più allargato di soggetti, tra cui onlus e operatori del terzo settore, per cui sono state strette collaborazioni per la fornitura gratuita di device ricondizionati.