È una piccola grande rivoluzione quella avviata da Fiat con
Eco:Drive, la prima applicazione da scaricare su
un’automobile, come la definisce il suo ideatore Luis
Cilimingras, del team Innovazione & Product Concept di Fiat
Group Automobiles. Il consenso ottenuto è notevole: oltre ad
aver vinto numerosi premi internazionali, il software ha
soprattutto conquistato il plauso dei clienti, con 100 mila
download del software dal suo lancio ad oggi, 35 mila
automobilisti che lo utilizzano e 7 milioni di percorsi finora
registrati e analizzati sul sito dedicato, secondo quanto
riferisce Fiat. La missione di Cilimingras, ingegnere catalano
con un background di marketing e product design, è proprio
quella di «integrare l’auto nell’ecosistema
digitale », una strada che è appena all’inizio e che
porterà, secondo il manager, a una nuova modalità di relazione
fra l’auto e chi la guida.
In generale, come viene interpretata in Fiat Group
Automobiles la necessità di innovare?
Come la necessità di offrire al cliente dei prodotti che
rispondono meglio ai suoi bisogni, siano essi espressi
“esplicitamente” o “latenti”. Poi, i
clienti riconoscono il valore dei Brand e ciò si traduce nella
disponibilità a pagare di più per i prodotti dei Brand
percepiti come innovativi. In Fiat siamo molto pragmatici, non
crediamo nell’innovazione d’elite, che risolve i
problemi di pochi. Noi crediamo in un’innovazione che renda
la vita più semplice alla maggior parte dei nostri clienti.
In cosa consiste esattamente il suo lavoro e quali
competenze sono necessarie?
Io seguo l’Innovazione Digitale all’interno di
Product Concept, che è la divisione di Fiat Group Automobiles
che sviluppa la strategia e l’impostazione dei nostri nuovi
prodotti. Questa posizione esiste da pochi anni, mentre la
divisione “Innovazione” esiste da parecchio tempo. In
particolare, seguo l’integrazione dell’auto
nell’”ecosistema” digitale: sia il modo in cui
la tecnologia digitale entra e vive in macchina, sia il modo in
cui il veicolo comunica con l’esterno durante e dopo la
guida. Con il mio gruppo, lavoriamo sia con la parte commerciale
sia con l’ingegneria. Siamo molto attenti
all’evoluzione del mercato e degli interessi/bisogni dei
clienti, che traduciamo in specifiche alla nostra ingegneria e
all’ICT per lo sviluppo dei nuovi prodotti. Nel nostro
caso, ci vuole interesse sia per la parte marketing e commerciale
sia per la parte tecnica. Crediamo che sia necessario impostare i
nuovi prodotti pensando a come verranno comunicati, e quindi
capiti, da chi li comprerà.
Da tempo il Gruppo Fiat ha intuito il ruolo centrale
delle tecnologie digitali nella relazione con il cliente, dalla
pubblicità on line fino al servizio attraverso il cellulare.
Qual è la vision?
La tecnologia digitale è centrale. Noi crediamo in
un’integrazione del nostro prodotto nella
“vita” digitale del cliente. Il digital ci permette
di capire meglio il cliente e sviluppare più velocemente le
soluzioni ai suoi bisogni. In altre parole crediamo nel digital
come mezzo per avvicinarci di più ai clienti, per avere un
rapporto più diretto di quello tradizionale, mediato dal
concessionario. Fra i progetti più significativi che vanno in
questa direzione ci sono fiat500.com, dove abbiamo sviluppato le
ultime tappe del progetto Fiat 500 insieme ai visitatori del
sito, e il blog AlfaMito. Stiamo anche seguendo da vicino
l’evoluzione degli smartphone perché la loro integrazione
in auto offre tante possibilità. Poi c’è Fiat eco:Drive:
oggi che le “App” sono di moda, possiamo considerarlo
come la prima “mass market” App da scaricare su una
automobile. Con eco:Drive abbiamo portato l’automobile
nella vita digitale dei nostri clienti, facendo interagire
prodotto e cliente per migliorare i consumi e le emissioni di CO2
dei nostri prodotti. Sono progetti innovativi
nell’industria, ma il loro successo ci fa capire che sono
anche interessanti e utili per chi è coinvolto.
Prima con Blue&me e oggi con eco:Drive avete
avvicinato il modo dell’auto all’IT come non era mai
avvenuto prima. A che tipologia di cliente vi rivolgete in
particolare?
Blue&Me è ancora una delle poche piattaforme telematiche
“aperte” nel mercato dell’auto. A parte il
vivavoce e la possibilità di collegare gli mp3 player,
Blue&Me è unica perché permette di scaricare aggiornamenti
e nuovi applicativi. eco:Drive è uno di questi applicativi:
permette al cliente di registrare la telemetria di guida in una
chiave USB, trasportarla a un computer che permetterà di
analizzare lo stile di guida del cliente. eco:Drive dimostra che
non deve essere solo la tecnologia digitale a entrare in auto, ma
che le auto hanno un ruolo “oltre le auto”. Con
Blue&Me ci rivolgiamo a tutti i clienti che acquistano una
nuova auto e che possiedono un cellulare, cioè praticamente a
tutti. eco:Drive, invece, raccoglie maggiore consenso sicuramente
tra i clienti sotto i 40-45 anni, che sono più interessati a
questo tipo di interazione con il prodotto.
L’attenzione al tema dell’ecologia è
diventato centrale nel mondo dell’auto. Quale il ruolo
dell’ICT in quest’ottica?
Basta vedere gli spot delle automobili di oggi per capire che
l’ecologia fa parte della strategia di tutti i brand. La
tecnologia digitale ci permette di migliorare l’efficienza
di tutto il sistema, non solo dell’automobile, e anche di
aiutare il guidatore a essere più efficiente, attraverso
l’eco-driving, ma anche con i navigatori. Le città e i
loro sistemi di traffico diventano più efficienti con una
miglior gestione dei semafori, minimizzando il traffico, evitando
incidenti…
Guardando avanti di 10 anni, come crede che cambierà il
modo di utilizzare la macchina?
La verità è che 10 anni mi sembrano troppi per fare una
previsione… Nei prossimi anni non credo cambi la ragione
per utilizzare l’auto, ma il rapporto fra auto e guidatore.
Il guidatore capirà meglio il veicolo, i suoi costi, la sua
manutenzione. Il tempo passato in macchina non sarà tempo perso;
l’integrazione dei sistemi digitali permetterà anche di
gestire meglio il problema del traffico e prevenire gli
incidenti. L’auto sarà finalmente integrata nel mondo
digitale.
Che cos’è Eco:Drive
mentre si è alla guida della propria vettura, raccoglie in tempo
reale informazioni relative ai consumi del veicolo e alle
caratteristiche di guida dell’automobilista. Questi dati
non vengono elaborati in tempo reale ma vengono registrati su una
normale chiavetta, inserita nell’apposita porta USB
dell’auto, per poi essere trasferiti su personal computer
ed elaborati dal software, scaricabile gratuitamente sul sito
Fiat. L’applicativo analizza il comportamento di guida
dell’utente, che può visualizzare nel dettaglio consumi ed
emissioni di ogni suo viaggio e, in parallelo, ricevere consigli
su come guidare per avere un minore impatto ambientale: un
semaforo composto da tre spie: verde, giallo e rossa, indica, ad
esempio quando si sta sprecando carburante. eco:Drive ha
ottenuto, tra gli altri, il riconoscimento “Green
Champion” all’International Green Apple Award 2009,
per aver il merito di spingere l’automobilista verso un
comportamento eco-responsabile. Infatti, innesca una vera e
propria sfida con se stessi: è possibile, come in un gioco,
eseguire una serie di tutorial progressivi e migliorare il
proprio punteggio relativo allo stile di guida, a seconda di come
si usa il cambio o di quanto si preme l'acceleratore. Lo
scorso febbraio Fiat ha lanciato eco:Drive Fleet la versione del
software dedicata alle flotte che misura i dati di percorrenza
dei veicoli dei parchi auto aziendali. l nuovo strumento digitale
diventa un importante misuratore di qualità che permette la
collaborazione tra il Fleet Manager e chi guida i mezzi, per
ridurre insieme i costi di esercizio e le emissioni. Secondo
quanto dichiarato da Fiat, eco:Drive Fleet consente di
risparmiare fino al 15 per cento sui costi di carburante, oltre a
giocare un ruolo importante sull’usura del veicolo: con
l’“eco-guida”, infatti, si utilizzano in modo
ottimale e più efficiente tutti i componenti dell’auto.
Un’altra applicazione sviluppata da Fiat, chiamata
eco-routing integra il Gps e permette di calcolare percorsi che
non sono soltanto i più brevi o più corti, ma quelli dove si
consuma meno. Per il futuro, Fiat sta pensando a come utilizzare
tutte le informazioni raccolte: un domani sarà così possibile
costruire automobili più vicine alle reali esigenze.