I professionisti usano in genere smartphone e notebook per le attività fuori ufficio, ma non sempre il tablet di cui avvertono i limiti in ambito lavorativo. La sensazione però è che è solo questione di tempo perché i tablet, evolvendosi, soppiantino i notebook.
Emergono questi appunti da una ricognizione fatta presso sei professionisti, noti per essere all’avanguardia nell’uso delle nuove tecnologie. Un avvocato (Ernesto Belisario), un architetto (Fabio Fornasari), due ingegneri (Antonio Sassano e Alessandro Musumeci), un notaio (Pierpaolo Doria) e un commercialista (Andrea Arrigo Panato).
«Viaggio sempre con notebook, iPad e smarphone», dice Belisario. «Il notebook, per un professionista che, come me, scrive tanto è ancora indispensabile. Mi consente di potere sempre lavorare come se fossi in una stanza del mio studio (anche se mi trovo a centinaia di km di distanza) grazie al cloud e alle banche dati di leggi e sentenze raggiungibili via web».
Il tablet quando non si può usare il notebook
Ma alcuni svantaggi: «non puoi utilizzarlo in tutte le occasioni. Infatti, se puoi sopperire alla scarsa diffusione di Wi-Fi gratuito con il tethering dal telefono, in molti luoghi pubblici fatichi a trovare una presa elettrica (aeroporti in primis). Per non parlare del fatto che ci sono situazioni (udienze, convegni e via dicendo) in cui se hai tempi morti non riesci ad utilizzarlo perché non hai sufficientemente spazio».
Il tablet, per Belisario, è la soluzione ideale per tutte le volte che non può usare il notebook. «Ti consente di poter leggere agevolmente ed editare documenti anche se sei in viaggio o hai poco spazio a disposizione. Il limite è nell’integrazione con il cloud; la gestione dei file non ti consente ancora di sostituire completamente il notebook».
Lo smartphone vince per velocità e comodità: «oltre che per telefonare, mi permette tenere sotto controllo la mail e per le urgenze; è, inoltre, il modo più rapido ed efficiente per gestire alcuni social network (Twitter in primis). Peccato però che basta mezza giornata di uso intenso e la batteria ti abbandona…».
Foursquare diventa archivio di contenuti da associare ai luoghi
«Un architetto passa più tempo in giro di quanto non ne passi in ufficio», spiega Fornasari. «Il mio primo computer portatile l’ho avuto nel 1995. Dal 2001 non compero altro che portatili. Il mio primo cellulare è stato nel 1997. Da quando è uscito l’iPhone 3 e la portabilità dei contenuti si è realizzata a tutti gli effetti, ho cominciato a lavorarci direi 18 ore al giorno. «iCloud e ancora prima Dropbox sono state la mia salvezza: per evitare di portarsi dietro archivi e chiavette.
«Uso la mobilità per tutto quello che offre: Foursquare come archivio di contenuti da associare ai luoghi, Facebook per annotare contenuti da ricercare in rete anche quando sono in giro». Il passaggio a iPad è stato immediato, riferisce Fornasari: «ho preso il primo modello la prima settimana che è uscito e lì ho scoperto che non mi permette di sostituire il MacBookPro. Ma lo uso organizzare tutti i miei contenuti, per trasportare PDF, portfolio, presentazioni eccetera».
«Io uso la coppia smartphone-notebook ma credo che presto un tablet sostituirà quest’ultimo», dice invece Sassano. «Leggo anche articoli scientifici (e cioè ”lavoro”) sull’iPhone. Ho un’app che mi fa leggere i file .pdf, però si tratta di un uso “di emergenza”. Il notebook (ultraleggero) mi serve per tutto il resto (presentazioni, didattica, archivio libri e articoli in formato elettronico».
Alla ricerca della dimensione ottimale del tablet
L’unico vero problema con il tablet, per Sassano, è stato finora la tastiera. «Anche il fatto che per l’interazione con Internet mobile fosse sufficiente l’iPhone (più leggero maneggevole) mi ha frenato. L’equilibrio tra dimensione del video e ingombro totale è, per me, il fattore decisivo». «Credo che anche il mercato sia alla ricerca del fattore di forma ottimale per il tablet. I 9 pollici dell’iPad e il conseguente ingombro sono, almeno per me, un deterrente al cambio».
Ma nel lungo periodo Sassano crede che «il tablet sostituirà in tutto e per tutto i notebook. Il problema della tastiera è, credo, in via di soluzione. Mi sembra di aver visto dei tablet con “cover” che diventano tastiere. A quel punto la “pesante” tastiera che distingue un tablet da un notebook sarà inutile e la morte del notebook sarà una realtà. L’avvento di Windows 8 sarà il killer definitivo per i notebook».
Ma il tablet non potrà sostituire il notebook…
Simile la posizione di Musumeci. «Lavorando per un’azienda che vende servizi di trasporto e facendo da anni un’attività che mi porta in giro per l’Italia, l’Europa e il mondo, non posso che apprezzare tutti gli strumenti che mi aiutano a restare sempre connesso e ad essere sempre ed in luogo raggiungibile», spiega. «Ma personalmente utilizzo solo smartphone e notebook e mi trovo benissimo senza utilizzare il tablet che vedo come un sistema in sovrapposizione (costringe anche a portarsi un trasformatore in più».
«Un problema dei notebook è la scarsa autonomia (4-6 ore al massimo) che è in parte superato dalla maggiore autonomia dei tablet (che però fanno di meno). Un altro problema è il peso (dovrebbe essere massimo un kg) e le dimensioni che impediscono di mettere il notebook anche in una piccola borsa». Musumeci crede che oggi un buon notebook (Windows o anche MAC) sia superiore in termini di flessibilità ad un qualunque tablet; «viaggiando spesso mi capita di connettermi a stampanti o a reti di ogni tipo, di dover realizzare o modificare presentazioni, facendo cut & paste di dati da Internet con dati presenti sul mio PC, collegare uno o più hard disk, chiavette USB, un CD-ROM eccetera. Francamente non conosco tablet che siano in grado di fare questo con la massima flessibilità e praticità d’uso».
Tuttavia, Musumeci concede che «per il 90 per cento degli utilizzatori, che magari ne fanno un uso meno professionale del mio, il tablet basta e avanza. Infine in molti casi ho visto che un buon smartphone sostituisce agevolmente il notebook magari durante il fine settimana».
Notebook e smartphone è l’accoppiata vincente anche per Doria. «Trovo molto utile il mio iPhone perché mi consente di verificare molto agevolmente il traffico mail da e per i tre uffici che fanno parte della mia struttura associata e di monitorare quindi il contenuto delle informazioni che vengono scambiate con i clienti. Anch’io posso inviare mail dal mio smartphone, ma ovviamente le limitazioni dovute alle dimensioni della tastiera impediscono grandi dialoghi».
«Oggi è anche possibile tramite delle connessioni assai agevoli “accedere” direttamente al server del proprio studio direttamente attraverso il proprio smartphone o attraverso il proprio notebook o l’iPad. Anche questo è un bel passo avanti perché alle volte, quando si è fuori si vorrebbe poter accedere alla propria “banca dati”». «Un tablet non credo possa sostituire il notebook, quest’ultimo essendo molto più potente ed ergonomicamente più efficiente ed agevole da utilizzare, ma anche più ingombrante…» «Adesso poi ci sono nuovi apparecchi che sono una via di mezzo (per dimensioni) tra un tablet ed uno smartphone. Forse per un professionista, per un uso sterttamente lavorativo, questi potrebbero essere una ottima soluzione: poco ingombro, discreta leggibilità, maggiore autonomia della batteria».
…o forse sì
Panato è il solo a sposare decisamente il tablet, tra i professionisti interpellati. «Capita sempre più spesso di lavorare o studiare fuori studio, la tecnologia fortunatamente ci aiuta a rendere più facili ed immediate le interazioni con clienti e colleghi», premette. «Smartphone, tablet e notebook sono i principali strumenti che ci aiutano in questo, pur mantenendo caratteristiche ben definite. Nel mio caso l’uso del notebook è ormai destinato esclusivamente alle giornate di lavoro presso il cliente o presso colleghi. Se allo smartphone, il Blackberry in particolare, riservo le classiche funzioni di telefono e lettura messaggi (SMS, email e twitter) ben diverso è l’uso del tablet».
«Uso l’iPad principalmente per studiare ed approfondire le ultime novità normative. Preziosi quotidiani e banche dati che consentono aggiornamenti in tempo reale. Utile anche per predisporre le prime bozze di articoli o presentazioni per lezioni o convegni. Documenti che verranno poi corretti e perfezionati a pc. Trovo inoltre molto utile poter prendere appunti o creare mappe mentali anche in mobilità. Spesso le migliori idee per la gestione di studio vengono quando meno te l’aspetti».
Le scelte tariffarie di chi lavora in mobilità
Il professionista che lavora in mobilità ha come punto di partenza lo smartphone, quindi è ovvio che si preoccupi per prima cosa di avere un piano tariffario (telefonate e Internet) per quest’ultimo. Per risparmiare, una scelta comune è prendere un piano che consenta anche il tethering, cioè navigare con notebook e tablet (via Wi-Fi) collegati allo smartphone e sfruttandone la tariffa (senza sovrapprezzi; purché si resti all’interno del bundle incluso nel canone).
La scelta più immediata è quindi 3 Italia, che consente il tethering su tutte le offerte smartphone. Se rinunciamo a quest’opzione, magari perché preferiamo telefonare con un diverso operatore telefonico, comunque per il professionista è più indicato probabilmente un abbonamento (per via dell’elevato traffico telefonico e internet da smartphone).
A tal riguardo, gli abbonamenti più economici sono di 3 Italia e di Wind (per citare solo i principali operatori); un’alternativa che ha adesso un buon prezzo è la ricaricabile Tim senza scatto. Se non c’è la possibilità di tethering, bisogna dotare di tariffa internet anche il tablet e/o il notebook e qui le tariffe più basse sono di Poste Mobile, 3 Italia, Coop Voce, Wind.