La pandemia ha dato un’accelerazione inaspettata al processo di trasformazione digitale mostrando senza indugi il livello di arretratezza del nostro Paese. Stando ai dati rilevati dall’ultimo Digital Economy and Society Index (DESI), lo strumento che la Commissione Europea adotta dal 2014 per misurare il grado di digitalizzazione nei 28 Stati membri, nella classifica generale che tiene conto di tutti e cinque i parametri − connettività, capitale umano, uso dei servizi internet, integrazione delle tecnologie digitali e servizi pubblici digitali − l’Italia si colloca in 25esima posizione, ovvero ben al di sotto della media europea. Con uno più che scarso 22esimo posto se guardiamo nel dettaglio al livello di integrazione delle tecnologie digitali e un’allarmante ultima posizione in termini di alfabetizzazione digitale. Ci si rende dunque immediatamente conto della grande sfida che le imprese italiane si trovano a dover affrontare adesso per non perdere competitività nel mercato globale.
Più infrastrutture tecnologiche e alfabetizzazione digitale per la ripartenza
Una recente indagine condotta da EY dal titolo EY Digital Infrastructure Index. Le infrastrutture digitali per il rilancio delle filiere produttive italiane analizza lo stato attuale del nostro Paese in termini di disponibilità e distribuzione sul territorio di infrastrutture tecnologiche atte a supportare la trasformazione digitale delle imprese. Dalla ricerca si evince come la “sofferenza digitale” riguarda l’Italia in toto. Non appare infatti alcuna netta spaccatura tra Nord e Sud in termini di ritardo tecnologico che è presente non solo in regioni quali Sardegna, Sicilia e Calabria ma anche in Piemonte e in alcune zone penalizzate della Lombardia, Veneto e Friuli Venezia Giulia, e soprattutto al Centro nella bassa Toscana, Lazio al di fuori di Roma, Marche e Abruzzo. Inoltre i dati sottolineano la disomogeneità di territori anche molto vicini tra di loro e quasi ogni regione ha al proprio interno almeno un’area in forte ritardo.
Spostando poi il focus sulle diverse filiere produttive i ricercatori rilevano un livello di dotazione di infrastrutture digitali assai disomogeneo. Sette filiere su diciassette superano il valore medio nazionale di infrastrutturazione digitale. Si tratta non a caso di quelle filiere come Technology & Telco e Media & Entertainment principalmente concentrate nei territori metropolitani del Nord e del Centro: Milano, Torino, Bologna, Roma. Viceversa, le filiere meno infrastrutturate sono l’Agrifood ed il Retail Food, che scontano una certa concentrazione nelle aree rurali, dove le infrastrutture digitali risultano meno diffuse.
Per il rilancio del Paese è chiara dunque l’urgenza di agire parallelamente su due strade: accelerare gli investimenti nelle infrastrutture digitali − non solo Banda Ultralarga e al 5G, ma anche cloud computing, reti IoT e sensoristica – e elevare l’alfabetizzazione digitale di singoli individui e imprese. Lo studio suggerisce infine come una parte del supporto economico agli investimenti digitali necessari per la trasformazione digitale del Paese possa venire dal Recovery Fund e dal Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza (o Recovery Plan), che sono strumenti individuati a livello nazionale ed europeo per finanziare la ripresa economica e per incentivare i percorsi di digitalizzazione, con le opportune differenze: nel caso delle PMI per la modernizzazione dell’impresa, nel caso delle aziende più grandi per costruire o rafforzare l’ecosistema di filiera.
Al Forum PA 2021 le azioni messe in capo dal Governo
Delle principali linee di intervento volte a garantire l’ammodernamento e la trasformazione digitale del settore produttivo – nuovo Piano Nazionale Transizione 4.0, infrastrutturazione tecnologica (reti ultraveloci in fibra ottica e 5G), ricerca e sviluppo, internazionalizzazione, sviluppo e innovazione del Made in Italy − se ne parlerà martedì 22 giugno, dalle 14:00 alle 18:00, all’evento La trasformazione digitale del Paese inserito all’interno della cornice del Forum PA 2021 (21 – 25 giugno). Sul palco del Salone delle Fontane di Roma da dove quest’anno verrà trasmesso online l’evento, coordinati dal Direttore Generale FPA Gianni Dominici, interverranno sull’argomento: Tiziana Catarci, Sangeet Paul Choudary, Alec Ross, Agostino Santoni.
Tiziana Catarci, Direttrice – Dipartimento di Ingegneria Informatica, Automatica e Gestionale A. Ruberti – Università degli Studi di Roma La Sapienza, nonché autrice di oltre 200 articoli pubblicati in riviste prestigiose e di oltre 20 libri sui temi dell’interazione persona-calcolatore e delle basi di dati e la loro intersezione e sull’etica nell’Intelligenza Artificiale. Da giugno 2017 è editor-in-chief del prestigioso ACM Journal of Data and Information Quality. Molteplici i riconoscimenti ricevuti, per citarne qualcuno: ultimo in ordine di tempo, Tiziana Catarci nel 2020 è stata inserita nella lista dei World’s Top 2% Scientists creata dalla Stanford University; nel 2016, è stata invitata a far parte della prestigiosa European Academy of Sciences and Arts e nel 2014 è stata la prima candidata donna alla carica di Rettore nella secolare storia della Università la Sapienza.
Sangeet Paul Choudary è il fondatore di Platformation Labs e l’autore dei best-seller Platform Revolution e Platform Scale. Ha assistito la leadership di oltre 30 delle aziende Fortune 500 ed è stato selezionato come Young Global Leader dal World Economic Forum. Il lavoro di Sangeet sulle piattaforme è stato selezionato dalla Harvard Business Review come una delle 10 migliori idee strategiche ed è stato inserito tre volte nella lista HBR Top 10 Must Reads.
Alec Ross è un esperto americano di politiche tecnologiche, imprenditore e autore: ha ricoperto il ruolo di senior advisor for innovation per Hilary Clinton durante il suo mandato di Segretario di Stato e quello di coordinatore per il comitato Technology & Media Policy durante la campagna presidenziale di Barack Obama nel 2008. È membro di diversi CdA di aziende specializzate in tecnologia, finanza, istruzione, risorse umane e cyber security. Il suo libro “Il nostro futuro. Come affrontare il mondo dei prossimi vent’anni” è stato nominato libro dell’anno al TriBeCa Film Festival ed è stato tradotto in ventiquattro lingue ed è stato inoltre menzionato tra i 100 “Global Thinkers” dalla rivista Foreign Policy.
Agostino Santoni è una delle figure manageriali italiane più in vista nell’ambito ICT. Dopo aver ricoperto il ruolo di Amministratore Delegato di Cisco Italia dalla fine del 2012 fino a marzo 2021, oggi Santoni è Vice Presidente di Cisco Sud Europa con responsabilità per Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Grecia, Cipro, Malta e Israele da novembre 2020. Oltre a ciò Agostino Santoni ricopre diversi incarichi tra i quali: coordinatore del Gruppo Tecnico per lo Sviluppo dell’Offerta Digitale di Confindustria; Presidente dello Steering Committee “Sostenibilità e Responsabilità Sociale” di Confindustria Digitale; membro del Consiglio di Presidenza di Anitec-Assinform. Prima di entrare in Cisco Italia, dal 2009 al 2012, Agostino Santoni è stato Amministratore Delegato di SAP Italia.
L’evento si integra perfettamente col tema guida dell’edizione di quest’anno del Forum PA Connettere le energie vitali del Paese che ha per obiettivo quello di creare e rafforzare le connessioni tra tutti i soggetti privati e pubblici attorno alle missioni, agli obiettivi e agli interventi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).