forte incremento. Si stima che nell’arco di due
anni si assisterà a una diffusione su larga scala: nel
2012 il numero di punti di accesso (gateway) che supportano
l’insieme di queste tecniche supererà il milione, per poi
raggiungere i 3,6 milioni nel 2018. È quanto
emerge da un rapporto pubblicato di recente da InMedica, azienda
inglese che effettua approfondite ricerche sul mercato delle
tecnologie mediche.
La crescita dell’adozione di queste tecnologie – che
permettono il monitoraggio remoto delle malattie e
l’assistenza a distanza dei pazienti, soprattutto nel caso
di malattie croniche – è sostenuta da un lato dagli
organi di governo e dall’altro dalle aziende sanitarie
private, con iniziative che puntano ad agevolare la
possibilità di ottenere i rimborsi e a risolvere le questioni
che riguardano gli aspetti legali e di privacy. Primo
passo verso una più capillare diffusione della telemedicina è
la sensibilizzazione delle società assicurative
sul reale valore e sui benefici potenziali derivanti
dall’adozione di queste tecnologie: questo risulta essere
uno dei punti chiave per il superamento delle barriere
all’adozione. Per questo, secondo le analisi di InMedica,
saranno necessari ancora due o tre anni perché il decollo abbia
definitivamente atto.
Fino a tutto il 2009, secondo le rilevazioni di InMedica,
l’80% dei punti di accesso alle prestazioni di telemedicina
sono stati i centri sanitari, grazie alle tecnologie messe da
loro a disposizione, e si prevede che la situazione rimarrà
invariata anche nel breve periodo. Un nuovo scenario però si
potrebbe aprire con il maggiore utilizzo dei telefoni cellulari
come strumento a supporto delle attività di telemedicina: se ad
oggi il loro impiego è ancora esiguo, il numero di
device mobili che saranno utilizzati per le rilevazioni e le
trasmissioni dei dati clinici in mobilità nel 2014 toccherà i
350mila. In particolare questo tipo di tecnologia è
estremamente utile nel gestire malattie croniche come il diabete:
in questi casi infatti il cellulare viene usato per trasmettere i
valori della glicemia al medico, con il vantaggio di poter avere
una risposta immediata. Secondo Neha Khandelwal, analista di
InMedica, «L’uso dei telefoni cellulari a supporto
della telemedicina ha avuto molti consensi negli ultimi due anni;
in particolare, i pazienti e le aziende produttrici di device
mobili riconoscono i benefici del trasmettere i dati in
movimento. Prevediamo che gli operatori di telefonia cellulare
avranno, nel lungo periodo, un ruolo sempre più importante per
la crescita del mercato della telemedicina».