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La gestione delle risorse umane di Vodafone evolve in chiave 2.0

La società è fra i pionieri italiani nell’utilizzo degli strumenti “social” per la comunicazione interna, la formazione di dipendenti e partner, e il recruiting, in particolare dei giovani talenti. I nuovi paradigmi alimentano una cultura aziendale ispirata all’innovazione, favorendo l’ascolto e il coinvolgimento. Intervista a Gianluca Ventura – Direttore Risorse Umane e Organizzazione Vodafone Italia

Pubblicato il 20 Ott 2010

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In tema di utilizzo dei nuovi strumenti di lavoro 2.0, Vodafone rappresenta senza dubbio una realtà all’avanguardia in Italia. Gli 8000 dipendenti, equamente ripartiti fra uomini e donne e distribuiti su 8 sedi principali, hanno un’età media di soli 37 anni e una naturale propensione all’utilizzo di tecnologie innovative, trattandosi di un’azienda che proprio dall’innovazione trae la linfa vitale. Da sempre, poi, il management di Vodafone si è distinto per la cultura di grande coinvolgimento nei confronti dei dipendenti. Un terreno ideale, che ha spinto l’azienda a sperimentare con successo, già da qualche anno i nuovi paradigmi di comunicazione Web in ottica 2.0, passando così da una logica di comunicazione one-way a una bidirezionale. Gli investimenti in questo ambito sono stati sostanziosi e i progetti avviati molteplici. Ne abbiamo parlato con Gianluca Ventura, dal 2008 Direttore delle Risorse Umane e Organizzazione di Vodafone Italia, che in questo ruolo guida un team di circa 200 persone dedicato a seguire il percorso professionale dei dipendenti dalla selezione, allo sviluppo alla lore gestione in azienda. Rientra nelle sue responsabilità anche tutta l’attività formativa, sia di tipo manageriale sia dedicata alla grande e strategica struttura di technology, che si estende non solo ai dipendenti ma anche ai partner, in particolare quelli impegnati nella vendita di prodotti e servizi Vodafone.

Con Vodafone Lab, lanciato nel 2008, siete stati pionieri nell’aprire un social network dedicato ai clienti, riscuotendo grande partecipazione. In che modo gli strumenti 2.0 sono invece utilizzati all’interno della vostra organizzazione, per la comunicazione con e fra i dipendenti?

Abbiamo avviato diverse iniziative trasferendo sugli strumenti 2.0 lo spirito di coinvolgimento dei dipendenti che fa parte da sempre della cultura di Vodafone, con risultati molto interessanti. Non è solo una questione di efficacia o di produttività: il mondo va in questa direzione e per noi è importante speri- mentare e creare internamente la cultura e la competenza necessaria. Più di un anno fa abbiamo avviato un social forum interno, Noi Lab, dove il management può postare dei messaggi che i dipendenti possono commentare, sostituendo così le comunicazioni che prima erano effettuate via mail. Quando parte un progetto, per esempio, viene postata la notizia sul forum, anche con un video, e le persone possono scrivere le loro opinioni e fare domande, instaurando un colloquio che, cosa importante, fornisce un feedback immediato. È un ottimo strumento di comunicazione, che ha anche creato una sorta di competizione interna tra il management: ottenere tanti click e commenti ai propri post è indice di una buona capacità comunicativa. Anche i dipendenti possono postare idee e suggerimenti nelle sezioni dedicate. Ci siamo dotati di una struttura per raccogliere e valorizzare questi apporti dei colleghi: l’ufficio di comunicazione interna si occupa di smistare le idee alle funzioni cui sono rivolte, indirizzandole alle persone che hanno la competenza giusta per valutarle e rispondere. Una volta al mese, poi, un comitato esecutivo si riunisce per discutere le proposte più interessanti. Gran parte delle comunicazioni si sta spostando sul video: un altro strumento che stiamo utilizzando sempre di più è il Webcast. Ciascuna funzione aziendale lo può utilizzare per comunicare con i colleghi sparsi nel territorio, su diverse tematiche, anche utilizzando delle slide, con la possibilità di ricevere domande cui rispondere in diretta.

Avete anche un portale dedicato alla formazione. Quali sono le novità e i vantaggi in questo ambito?

Anche il portale per la formazione, Vodafone Learning Portal, ha blog, aree di discussione, e la possibilità di postare dei video. Il vero punto di forza del 2.0 è la capacità di convogliare su un solo strumento la competenza di 8000 persone. Un esempio significativo sono le “pillole formative”: chiediamo alle persone, quando ne hanno il tempo, di postare dei brevi video formativi rivolti agli altri colleghi, di 5 minuti, in modo informale, sui temi più disparati. L’abbiamo introdotto inizialmente nell’area delle risorse umane, per informare su tematiche quali il fondo pensione o la previdenza integrativa. L’iniziativa è lasciata al singolo oppure sollecitata dal management, in caso si ritenga che ci sia la necessità di fare chiarezza su determinati argomenti. È un’iniziativa molto motivante, che sembra godere di una buona risposta.

Fra le iniziative dedicate ai più giovani c’è la University, un social network pensato per i neolaureati e ai candidati. Qual è l’obiettivo di questa community?

University è una community che coinvolge giovani laureati neoassunti in azienda e studenti o neolaureati in cerca di lavoro, che instaurano discussioni sui temi più diversi. La community è chiusa, ristretta ad una cerchia di potenziali candidati che invitiamo ad iscriversi nei momenti di contatto tra azienda e università. I ragazzi sono molto più propensi ad ascoltare e a credere a chi è a loro più vicino, come età e condizione, che a una persona che potrebbero incontrare seguendo i canali di assunzione tradizionali. Il vantaggio per noi è duplice. Da un lato, la community ci consente di incrementare la motivazione e il coinvolgimento dei neolaureati, (un segmento occupazionale tipicamente propenso a cambiare lavoro dopo i primi anni in azienda). Dall’altro ci aiuta a costruire la reputazione aziendale e attrarre i migliori talenti.

Quanto è diffuso in Vodafone l’utilizzo di strumenti di collaboration e unified communication, come videocomunicazione, chat, file sharing e via dicendo?

Tutte le sedi più importanti hanno sale dedicate alla videocomunicazione. Siamo partiti alcuni anni fa da un utilizzo prettamente one-to-one e siamo migliorati nel tempo, arrivando ad oggi a gestire efficacemente riunioni tra diverse persone dislocate in sedi differenti. I vantaggi sono notevoli, perchè si taglia il budget dei viaggi ma sopratutto per il risparmio di tempo che così si ottiene. Per fare un esempio concreto, fino a un anno fa ero impegnato una volta al mese in un meeting a Londra con tutti i colleghi europei per fare il punto della situazione; ora si è deciso di incontrarsi trimestralmente, mentre gli altri due meeting li facciamo via web. Il tempo guadagnato posso così dedicarlo al lavoro o alla mia famiglia. Facciamo anche ampio utilizzo degli strumenti di Unified Communication per il lavoro in team. Sono strumenti di recente introduzione e stiamo lavorando per creare la competenza necessaria ad utilizzarli in modo più proficuo, con consistenti investimenti in formazione: l’utilizzo di Noi Lab da parte dei dipendenti in questo senso è molto importante: stiamo ancora maturando.

Da dove nasce, prevalentemente, la spinta all’innovazione per quanto riguarda gli strumenti di lavoro? E quanta autonomia hanno le singole nazioni a livello di Gruppo?

Non esiste una regola o una procedura determinata per la creazione di nuove forme di collaboration. La spinta all’innovazione può venire da più fronti e pervenire alla direzione di una specifica funzione, dove viene poi rielaborata e discussa, valutandone attentamente i costi e i benefici apportati, e quindi sviluppata seguendo un percorso non standardizzato. Sono iniziative che godono di molta autonomia a livello nazionale, non c’è un vero e proprio coordinamento internazionale, anche se condividiamo buona parte degli strumenti e dei mezzi. Noi Lab, per esempio, è un progetto solamente italiano, scelto come best pratice per il resto dei Paesi dove Vodafone è presente, mentre il webcast è stato implementato sulla scia dell’esperienza di altre società del Gruppo.

**************La community aziendale Noi Lab**************

Noilab è il social forum interno di Vodafone nata a marzo del 2009 con l’obiettivo di offrire al personale l’opportunità di partecipare attivamente alla vita aziendale, scambiando opinioni e proponendo idee e suggerimenti relativi ai diversi ambiti del business. La community è composta dal Blog, che contiene post, perlopiù video, creati dalla redazione in collaborazione col management circa le strategie, i risultati aziendali e le novità del mondo Vodafone. Ci sono poi il Forum delle Idee e delle Passioni, in cui tutti i dipendenti possono proporre e discutere nuove iniziative legate sia alla vita aziendale che ai loro interessi; l’area Gruppi e Progetti, in cui ciascuna direzione ha a propria disposizione uno spazio per comunicare le proprie specifiche attività; l’area Sondaggi, spazio pensato per la redazione e per le diverse direzioni per colloquiare in modo veloce ed informale, ed infine un’area Noi, in cui gli utenti si raccontano ai colleghi. A oggi, la redazione del Noilab ha aperto oltre 170 discussioni, nella maggior parte dei casi “postando” un video, che hanno totalizzato più di 1.300 commenti. All’interno del forum gli utenti hanno avviato circa 1.400 discussioni, raccogliendo oltre 5.000 messaggi.

**************Vodafone Learning Portal**************

Vodafone Learning Portal nasce in Vodafone circa 3 anni fa. L’obiettivo era quello di comunicare in maniera dinamica e tempestiva l’offerta formativa aziendale, oltre che abilitare e potenziare le soluzioni formative (in aula e online) e promuovere le attività della training community. Oggi la piattaforma, che si basa su tecnologie e dinamiche collaborative del Web 2.0, veicola circa il 15% dell’attività formativa di Vodafone. Le Learning Room rappresentano il cuore del portale. Qui, gruppi di partecipanti, docenti, esperti e manager dell’azienda si incontrano “virtualmente” e dialogano prima, durante e dopo i momenti di aula tradizionale. Con l’ausilio di blog, chat, wiki, video gallery, podcast e repository di documenti, configurati in funzione degli obiettivi didattici della specifica iniziativa formativa, si intrecciano le conversazioni tra gli utenti e si alimenta l’apprendimento informale. Tutti gli iscritti hanno la possibilità di contribuire alla conoscenza comune caricando documenti, video, commenti ed altri contenuti o richiedendo informazioni e chiarimenti su alcune tematiche. Il team di docenti ricopre il ruolo di moderatore della community, aiutando i partecipanti a diventare a loro volta i veri protagonisti della formazione. Al fine di abilitare l’intera training community a saper gestire e alimentare i contenuti formativi web, i formatori Vodafone sono coinvolti in un percorso che ha l’obiettivo di sviluppare competenze sulle logiche e sui criteri di utilizzo delle potenzialità del 2.0. L’iniziativa ha permesso di ottenere un risparmio economico stimato in circa 500.000 euro, da ricondursi principalmente alla riduzione di costi di trasferta ed a una maggiore efficacia e continuità dell’esperienza formativa. In più, ha permesso di identificare alcuni “knowledge owner”, esperti di particolari tematiche che si sono contraddistinti per il contributo e la partecipazione al portale.

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