La digitalizzazione di servizi comunali di larga
diffusione può arrivare a produrre 2,3 miliardi di euro di
risparmio annuo per la pubblica amministrazione.
Ad affermarlo è la School of Management del
Politecnico di Milano che ha presentato i risultati della
ricerca condotta dall’Osservatorio eGovernment su più di
200 Enti, che ha elaborato i dati raccolti tramite 2.000
interviste a cittadini e imprese e ha studiato 20.000 siti Web di
social networking. Oggetto di approfondimento
dell’analisi sono stati in particolare i pagamenti
multicanale, i certificati anagrafici e l’invio di pratiche
allo Sportello Unico delle attività produttive.
«I benefici generati dell’eGovernment non possono
essere ovviamente ridotti ai soli risparmi potenzialmente
conseguibili dalla Pubblica Amministrazione – dichiara Michele
Benedetti, Responsabile della Ricerca dell'Osservatorio
eGovernment della School of Management del Politecnico di Milano
-. Tuttavia la misura dei ritorni in termini di tempi e costi
derivanti dalla digitalizzazione dei servizi dovrebbe diventare
uno dei passi imprescindibili per prendere decisioni
d’investimento consapevoli e per cominciare a individuare
modelli organizzativi ed economici che rendano sostenibile il
percorso d’innovazione della Pubblica
Amministrazione».
I benefici misurabili
Nello specifico, è stato stimato un risparmio di circa 2
miliardi di euro l’anno per i pagamenti
multicanale – grazie a interventi di
digitalizzazione che portano alla riduzione dei costi vivi
– cui si associa un potenziale recupero di efficienza con
il risparmio di tempo nell’espletamento delle diverse
attività cui è associato un valore economico di circa un
miliardo di euro. Sono invece 90 milioni di euro quelli
risparmiati dalla digitalizzazione dei certificati
anagrafici e 250 milioni quelli imputabili allo
Sportello Unico delle attività produttive.
I servizi della PA secondo i cittadini
L’Osservatorio eGovernment ha anche effettuato
un’analisi in collaborazione con Doxa sui benefici attesi
da 1.000 cittadini italiani sopra i 15 anni sui servizi di
pagamento e i certificati anagrafici.
È emerso che «sia l'eGovernment, inteso come
erogazione online di servizi da parte della PA, che la
multicanalità, ossia la possibilità di ricorso a canali
intermediati di erogazione dei servizi come tabaccherie, banche,
poste e i rispettivi siti internet, rappresentino un vero e
proprio bisogno emergente per i cittadini», ha dichiarato
Benedetti.
Ad aver espresso la propria propensione a interagire su vari
canali è infatti il 50,5% dei cittadini intervistati, mentre il
29,4% inizia a mostrare alta propensione a interagire con le
PA-online.
I servizi della PA secondo le imprese
In collaborazione con Retecamere, l’Osservatorio
eGovernment ha coinvolto 1.001 imprese italiane di tutte le
dimensioni per investigare i servizi di pagamento e i servizi
riconducibili all’attività degli Sportelli Unici per le
attività produttive (SUAP).
Oltre l’85% degli intervistati ritiene estremamente
importanti tutti i possibili benefici relativi alla sfera della
praticità e quelli connessi alla pura multicanalità, intesa
come il ricorso ad esempio a sistemi di home banking per le
operazioni di pagamento alla PA, che ormai è ampiamente
radicata nella maggior parte delle realtà che non si rivolgono a
intermediari per l’espletamento dei servizi.
PA multicanale: a che punto siamo?
Dal 2003, solo grazie ai piani di sviluppo nazionali di
eGovernment, sono stati investiti più di 750 milioni di euro
dalla Pubblica amministrazione locale e centrale per migliorare
la fruibilità dei propri servizi al cittadino e alle imprese e
ottenere al contempo un recupero di efficienza.
Ma questi investimenti, perlomeno in relazione ai servizi oggetto
della Ricerca, «solo in alcuni casi sono riusciti a
produrre gli effetti desiderati o desiderabili, sia in termini di
risparmi per la Pubblica Amministrazione sia in termini di
soddisfazione dell’utenza – dice Michele Benedetti -.
Emerge però con altrettanta chiarezza che gli sforzi
fatti e che tutt’ora si stanno facendo per la
digitalizzazione dei servizi potrebbero trovare il giusto
riconoscimento attraverso l’ampliamento dell’offerta
dei canali, che sebbene a volte meno innovativi,
potrebbero permettere di rientrare velocemente e ampiamente dagli
investimenti fatti».
Comunicare l’eGovernment
La ricerca ha inoltre sondato per 10 mesi a partire da aprile
2011 il sentiment degli utenti internet, in collaborazione con
BlogMeter.
Ne è emerso che l’utenza che discute di eGovernment si
concentra soprattutto su social network (29,4%), siti di news
(28,4%) e blog (28,3%) e ricerca soprattutto informazioni sulle
modalità di utilizzo dei servizi e comprensione della normative
(60%).
Infine, dal punto di vista degli utenti si evince ancora
un’incertezza sul buon esito dei servizi di pagamento e
sull’adeguatezza delle infrastrutture
tecnologiche, nonchè una percezione non del tutto
positiva della Pubblica Amministrazione, che a sua volta rileva
ancora una bassa priorità associata a queste attività e la
mancanza di competenze e budget.