La violenza della natura si è abbattuta senza pietà sul
Giappone, mobilitando cinquanta Paesi per i soccorsi, mentre
resta altissimo l’allarme per le centrali nucleari
danneggiate. La tragedia, definita dal premier giapponese Naoto
Kan “la più grave che il Paese vive dalla Seconda guerra
mondiale”, è destinata ad avere anche pesanti conseguenze
economiche nel lungo periodo. Sulla base delle informazioni
attualmente disponibili, Credit Suisse stima che la ricostruzione
costerà all'economia giapponese, complessivamente, circa 180
miliardi di dollari.
Nel frattempo, il mondo delle imprese dovrà risolvere importanti
problemi legati alla gestione della Supply Chain e relativi ai
danni alle infrastrutture, agli impianti ed alla
mancanza di energia elettrica. Inoltre, poco si sa
ancora dell’ecosistema di piccole e medie imprese che si
teme abbia subito danni irreparabili in molte aree del Giappone.
Sono numerose infatti le aziende che possiedono stabilimenti
nelle zone interessate dalla catastrofe.
Particolarmente grave la situazione del settore consumer
electronics. Una società di ricerca, IHS iSupply, ha stimato che
nel 2010 il Giappone ha prodotto un quinto dei
processori venduti e il 13.9% dei
dispositivi elettronici mondiali, inclusi i computer, i
prodotti di consumer electronics e gli apparati per le
comunicazioni.
Foxconn Technology Group, il maggiore
produttore di componentistica elettronica del mondo, ha ammesso
che il terremoto avrà un impatto considerevole
sulla catena del valore nel settore dell’elettronica
industriale e di consumo. Infatti, in molti casi gli
stabilimenti industriali potrebbero tornare operativi in breve
tempo, ma le imprese saranno condizionate dalle operazioni di
ricostruzione delle infrastrutture di trasporto e di
comunicazione, con possibili impatti sul lead time di consegna
dei semilavorati e conseguenti rotture di stock lungo la Supply
Chain.
Nell’area interessata dal terremoto hanno sede molte
imprese che forniscono componenti e semilavorati per il settore
elettronico. Sony, che produce
nell’area batterie e dischi Blu-ray, ha fermato la
produzione in sei stabilimenti. Analogamente, molti dei maggiori
produttori mondiali di componentiToshiba,
Sandisk, Panasonic come (memorie di
massa e semiconduttori) e Sharp
(pannelli LCD) hanno dovuto interrompere la produzione.
Anche l’industria automobilistica
è stata fortemente colpita, con Toyota, Honda, Nissan e Subaru
che hanno fermato le linee in una decina di impianti
complessivamente.