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L’importanza della video collaboration

Come stanno cambiando le modalità di lavoro alla luce dello smart working? Come integrare i sistemi di Unified Communication & Collaboration nell’infrastruttura? Come farli usare dagli utenti in tranquillità? Ne abbiamo discusso in questo webcast che ha visto la partecipazione di Fiorella Crespi del Politecnico di Milano e di Enrico Miolo di Cisco

Pubblicato il 08 Mag 2015

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Fuori tutti. Dall’ufficio tradizionale, dagli orari di lavoro, dalla rigidità imposta dalla presenza in sede. La nuova onda dello smart working, dove collaboratori e dipendenti lavorano (e sono più produttivi) in mobilità e da remoto, è ormai un dato di fatto in diverse realtà.

Eppure non tutti – anche fra gli stessi lavoratori – vedono con favore questo nuovo modo di interpretare il lavoro. Se da un lato le tecnologie di collaboration sono ormai mature, dall’altro l’organizzazione del lavoro fa fatica a tenere il passo con l’innovazione digitale.

Una tipica barriera per gli utenti è la user experience. Una riunione da remoto è produttiva nella misura in cui i partecipanti si sentono a proprio agio, come se fossero insieme alla stessa scrivania. In quest’ottica la fruibilità, soprattutto a livello video, è una condizione necessaria.Ma non solo.

Per i CIO è fondamentale l’integrazione degli strumenti di unified collaboration con l’infrastruttura esistente. Come gestirli? Come integrarli? Come farli usare dagli utenti in tranquillità? Che ritorni ci sono?

Di questi temi abbiamo discusso in questo webcast che ha visto la partecipazione di:

Fiorella Crespi, Ricercatrice per l’Osservatorio Smart Working, School of Management del Politecnico di Milano
Enrico Miolo, Collaboration Product Sales Specialist, Cisco
Vincenzo Zaglio, Giornalista di ICT4Executive
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