«Anche in Italia, sta decollando l’uso del video da
parte delle aziende. In forma pubblicitaria o per migliorare il
rapporto con i propri clienti (“consumer
engagement”)».
Bruno Pellegrini, amministratore delegato di BlogTv, è tra i
principali attori di questo mercato in Italia: produce video su
commissione delle aziende sfruttando le logiche del
crowdsourcing. Con questo termine s’intende una modalità
di produzione che coinvolge una grande massa di utenti via
internet.
TheBlogTv controlla infatti Userfarm, un network di 35 mila video
maker. Questi partecipano alle gare creative e ai progetti
proposti dalle aziende, sotto la direzione e supervisione del
team di Userfarm. Il team segue il cliente durante tutto
il processo creativo, dalla stesura del brief alla
definizione dei compensi, passando per l’assistenza legale
e la promozione in Rete.
I community manager ascoltano, ingaggiano e attivano la community
al fine di ottenere i migliori risultati moderando e animando le
call for video dalla fase di selezione a quella in cui assegnano
i compensi ai video selezionati. Ai creativi, Userfarm
offre l’opportunità di guadagnare ed essere premiati per
il proprio lavoro e il proprio talento e fornisce uno spazio in
cui poter migliorare le proprie competenze, arricchire
il proprio portfolio, lavorare per top brand internazionali ed
entrare in contatto con una community internazionale di
videomaker professionisti.
Il principale concorrente italiano di Userfarm è Zoopa, di
H-Farm, ed entrambi operano non solo in Italia ma a livello
europeo. Zoopa e Userfarm cavalcano un fenomeno in forte
crescita: da una parte, le aziende hanno bisogno di comunicare
sul web e il video è uno dei modi migliori. Dall’altra,
c’è ormai un gran numero di utenti in grado di creare
video di qualità anche elevata.
«In fondo non facciamo che mettere in contatto la domanda
con l’offerta», dice Pellegrini. Fenomeno mondiale,
del resto: la pubblicità video è cresciuta del 52 per cento tra
il 2010 e il 2011. Nel 2012 eMarketer prevede un +43 per cento,
nel mondo. Il crowsdsourcing è sempre più spesso utilizzato
dalle aziende, per i video, perché ne riduce i costi («del
40 per cento rispetto alle agenzie tradizionali») e i tempi
(«abbiamo fatto in due settimane un progetto per il quale
un’agenzia aveva chiesto un mese e mezzo al
cliente»). Alcune iniziative costerebbero semplicemente
troppo, se realizzate in modo tradizionale: quelle che richiedono
un gran numero di video.
Per l’engagement della propria community su social
network, un’azienda al solito pubblica un video alla
settimana.
In sintesi, sono tre i modi in cui le aziende utilizzano i video
via crowdsourcing. Per pubblicità, contenuti editoriali e
programmi televisivi Ce ne sarebbe un quarto, in realtà, ma è
ancora sperimentale e in Italia adottato pochissimo: video
crowdsourcing per i portali e-commerce. TheBlogTv lo sperimenta
con Groupon nel Regno Unito. Per la pubblicità, c’è
l’esempio della catena di ottiche francese Alain Afflelou.
Ha chiesto l’aiuto della community Userfarm per realizzare
uno spot pubblicitario da mettere in onda durante la finale del
Roland Garros, il 10 giugno. Lo scopo è l’engagement dei
clienti Alain Afflelou. Il progetto è durato due settimane, ha
coinvolto 50 creativi e prodotto 55 video, tra cui è stato poi
nominato un vincitore.
Per i contenuti editoriali, ci sono i casi di Sky, Omg e
di Repubblica. Sky ha lanciato l’iniziativa X
Factor in 15 secondi, ancora in corso. Questa volta i videomaker
sono chiamati a realizzazione un breve video ispirato ai due
momenti topici del talent show: la performance canora e la
“sentenza” di un giudice. In attesa della nuova
edizione 2012, in dirittura di arrivo nell’autunno sul
canale Uno di Sky HD, i telespettatori sono invitati a realizzare
un video di 15” che racconti l’atmosfera dello show,
in modo ironico e divertente al fine di creare un vero e proprio
“effetto X Factor”.
Per Omg (Omnicom Media Group), Userfarm ha lanciato invece nel
2011, in collaborazione con Vodafone, la gara creativa “Il
tuo video per farne parlare” dedicata alle tematiche della
sicurezza in Rete, per un pubblico dai 11 e i 19 anni. Il budget
era di 37.600 euro e i creativi coinvolti sono stati cento; 300
mila le visualizzazioni dei video approvati. Per Repubblica il
progetto realizzato è invece il noto reporter.repubblica.it:
citizen journalism basato su video notizie. Iniziativa dettata
dal fatto che i video si stanno rivelando buoni contenitori
pubblicitari.
Infine, partirà a luglio, per Rai 5, un esempio di video
crowdsourcing che genera uno show televisivo. Si chiamerà Ubiq,
coinvolge 241 creativi, ed è un programma che andrà in onda
tutti i giovedì nella serata PoP Culture di Rai 5 a partire dal
5 luglio fino a metà ottobre. Vuole raccontare le storie di
giovani girovaghi che inseguono un proprio sogno e che sono
riusciti a realizzarlo costruendo tendenze cool e innovative.
«Dal 2009, quando abbiamo lanciato Userfarm, abbiamo
seguito 200 progetti video, con un raddoppio anno su anno»,
dice Pellegrini. La sua BlogTv, che si occupa anche di altro
(community aziendali, gestione di programmi tv) ha fatturato 9
milioni di euro nel 2011, contro i 3 del 2009. Userfarm, in
particolare, è passata dai 300 mila del 2009 ai 700 mila del
2011 e si prevede arrivi ai 2 milioni quest’anno.